Recensione su Mistress America

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Giriamo pagina tutti insieme in sei / 4 Luglio 2016 in Mistress America

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Hipsteria portami via, ho perso il secondo film, però c’ero su Frances Ha! Devo vedere il secondo film, ho una mia amica che è così, ma forse s’offenderebbe a sentirselo dire, perché anche invero non è più così. New York, ché altro non esiste, infatti poi andiamo in Connecticut. Mi pare. Tracy è a un college fichetto, vorrebbe farsi sbattere da un nerd brutto uscito da un incrocio fra un mio amico e uno di BBT (uao, detta così sembra che io abbia un fottio di amici), si sente sola, ha la mamma che si risposa. Conosce la figlia del futuro marito della madre del cane del protocugino del barboncino che morse la caviglia dal presidente ok smetto. Ed è matta, questa figlia. Sostanzialmente, è Frances Ha, con qualche anno in più e del tutto sgangherata, priva di centratura, senza righe. Vivacchia qua e là, tra un limone, una festa, tenendo corsi di spin motivazionale – cioè boh io non credo di saper che ho scritto – e progetti di aprire un ristorante. Vive la vera NY alternativa (hipster, ma essendo una bionda non ha la barba). Tracy, che cercava un racconto da scrivere per entrare in una sorority, fratellity, community letteraria fichetta e MOLTO hipster, ne è travolta. La segue, insieme, e col nerd e la fidanzata gelosa (Piacere, io sono Brooke, lei è Tracy e lei è Gelosa) vanno in Connecticut a chiedere soldi a di Brooke un ex. Talmente era sconclusionato il personaggio di lei, Brooke Frances, che in realtà è la tipa del regista e insieme scrivono le sceneggiature, e verboso il tutto e proprio da vedere in v.o. (perché parlanoparlanoparlano, e siamo ca**o di HIPSTER e quelli che ti dicono che a loro a leggere i sottotitoli viene mal di testa li odio!) che non resta che vedere il secondo che ho bucato. Insensatezza! New York caotica, affascinante, chestoria, lavitaèqui, #tagdabimbiminkia.
E tutto così, ah, come dire, contemporaneo, ora, giovamoderno e qui e che c’importa, noi siamo a New York, e ogni persona (come Brooke) è/ha una storia bellissima. Generazionale, ecco. Tornando indietro ma avanti, e qualsiasi altra coppia di opposti in mente ti venga (e vada).

2 commenti

  1. Stefania / 30 Marzo 2017

    Io, invece, ho bucato Frances Ha e, da tempo, non vedo l’ora di recuperarlo: Baumbach mi piace molto, l’ho scoperto anni fa con Greenberg e mi è piaciuto anche Il matrimonio di mia sorella, perciò , dopo questo film, devo colmare la lacuna quanto prima.
    Giovani si diventa, quello -della trilogia- che manca a te affronta un altro discorso: quello del sentirsi ancora 25-30enni, arrivati intorno ai 40, cosa che non considero affatto banale, perché è una fase psico-biologica di importante transizione, che segna davvero una netta cesura con l’ “io” dei decenni precedenti. Non c’è nessun personaggio come Frances/Brooke (se non sbaglio), ma resta la frenesia di fondo del volersi sentire “adeguati”.

  2. tragicomix / 1 Aprile 2017

    prossimamente: i film sugli hipster quasi-cinquantenni, verbosi, b/n 😀

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