Recensione su Marilyn

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Un film valido / 4 Ottobre 2016 in Marilyn

Viaggio all’interno delle insicurezze della donna che ha conquistato Hollywood e il mondo intero, grazie alla sua intramontabile bellezza e alla capacità di essere diva in modo spontaneo e quasi inconsapevole, fino a sembrare a tratti addirittura indesiderato.
Chi, come me, è già ben informato sul personaggio, sicuramente ritroverà nel film tutti i principali aspetti, psicologici e non, che caratterizzavano il mito di Marilyn Monroe, ma bisogna fare attenzione, poiché il tutto non è (e, prendendo in considerazione l’intento del film, non deve essere) rappresentato in modo profondo e attraverso un’attenta analisi introspettiva del personaggio.
Sfondo della narrazione è il momento delle riprese di “Il principe e la ballerina”, che è certamente anche l’elemento chiave attraverso cui il film vuole raccontare di Marilyn: tutto inizia, si sviluppa e finisce rimanendo nell’ambito di questa esperienza dell’attrice, da cui emergono tutti i suoi tratti psicologici in maniera lampante e sintetica. Il suo modo di lavorare, notoriamente contraddistinto da insicurezze e ritardi, le sue paure, il suo spiacevole passato, le storie d’amore e tutto il resto viene giusto toccato con una mano che si ritrae subito, ma mai afferra gli argomenti incentrando la storia su di essi, ed è giusto così se si pensa che il personaggio di Marilyn è descritto per lo più attraverso gli occhi di colleghi che hanno avuto modo, forse, di vedere solo un po’ più di noi quel che si nascondeva dietro ad una diva di tale portata, senza però potersi addentrare completamente nel suo mondo, esattamente come fa il film.

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