Recensione su Le iene

/ 19928.21105 voti

The Essence of Cool! / 2 Giugno 2013 in Le iene

E’ difficile parlare, recensire o discutere di un qualcosa che ti ha emozionato e colpito a tal punto da stordirti, entrarti dentro e prevalere sul tuo spirito. E’ difficile esporre l’ammirazione e l’incredibile senso di benessere che si prova solo dinnanzi a qualcosa che si percepisce sottopelle, drizzandoti tutti i più malenchi peli del tuo intero plotto. “Reservoir Dogs”, prima fatica del regista che ha aperto le mie porte della percezione come pochi altri hanno saputo fare (citerei Kubrick, Leone, Mario Bava e probabilmente Scorsese), è un film assolutamente strepitoso, esaltante, innovativo, pur non avendo inventato nulla se non dei dialoghi magistrali assolutamente fuori sceneggiatura, attraverso i quali i protagonisti parlano con un linguaggio colto ma stradaiolo e “volgare” e non sempre di ciò che il film tratta, tutt’altro, molto spesso finiscono per discutere di cose assolutamente futili, inutili e divertenti, vale a dire il linguaggio dello spettatore, dell’uomo comune. Non importa che la storia sia probabilmente già vista, non importano i clichè, i quali se esistono e sono diventati tali, ca**o, è perchè infondo infondo funzionano, quel che Mr Quentin vuol mettere in luce è un linguaggio diverso, una nuova percezione di quei clichè, una nuova percezione del già visto, una nuova percezione della realtà cinematografica. E lui si che sa farlo abilmente. L’inizio è già una rivoluzione, i titoli di testa, memorabili, rappresentano uno stile che verrà portato alla sua sublimazione nel tarantino seguente, il resto è pura gioia, un’orgia di sangue e commedia nera unici nel genere nel gangster movie. Un film che ha fatto storia, che si voglia o no, un’opera che verrà sempre ricordata, uno spettacolo puro. “Le iene”, Mr White, Mr Blonde, Mr Pink, Mr Orange, Mr Brown e Mr Blue, “The Boss” Joe Cabot e suo figlio Eddie “Il bello”, una rapina finita male, il luogo dell’incontro, un magazzino, una spia e il magico SuperSound degli anni 70 di K-Billy ci catapultano dove non avremmo mai immaginato. Mettetevi comodi, benvenuti nel cinema dell’uomo che lo storico del cinema, Peter Bogdanovich, ha definito: “Il regista più influente della sua generazione”, Mr Quentin Tarantino.

7 commenti

  1. alex10 / 2 Giugno 2013

    sono d’accordo…a me succede con pulp fiction !!
    non riuscirei mai a fare una recensione di quel film…lo amo troppo…
    è troppo difficile spiegare perchè mi piace così tanto…non ci sono mai riuscito….
    quando lo guardo provo delle emozioni uniche !!!

  2. Bisturi / 2 Giugno 2013

    Per Pulp Fiction credo sia difficile anche per me fare una recensione, è stato difficile già per questo. Pulp Fiction ogni volta mi fà andare fuori di matto , mi esalta come un pazzo. Per molti Tarantino non è nessuno, ma cavolo se sà fare i film!

  3. alevenstre / 2 Giugno 2013

    @rodriguez86 e io aggiungerei anche che è un evidente omaggio a Stanley Kubrik (rapina a mano armata). E poi vorrei sottolineare la grandissima prova di un attore come Steve Buscemi (memorabile lo sproloquio sulle mance). Insomma mi trovi d’accordo sul fatto che siamo davanti a un film assolutamente memorabile. Capolavoro.

    • Bisturi / 2 Giugno 2013

      @alevenstre sicuramente, c’è un pò di rapina a mano armata e anche un pò di Il Colpo della Metropolitana con Walter Matthau e Robert Shaw (se non lo hai visto te lo consiglio). Su Buscemi, per me, in questo film è il migliore del cast, un’interpretazione strepitosa, “Un vero professionista”.

  4. Bisturi / 2 Giugno 2013

    @dovic no, io non guardo la tv! 😉

  5. yorick / 3 Giugno 2013

    “L’inizio è già una rivoluzione, i titoli di testa, memorabili, rappresentano uno stile che verrà portato alla sua sublimazione nel tarantino seguente.”

    Mi sa che hai un po’ le idee confuse sul significato di “sublimazione”.

Lascia un commento