Recensione su Justice League

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Identità latitante / 15 Novembre 2017 in Justice League

Ed eccoci nel pieno della rincorsa ad opera della DC Comics sul cinematograficamente più navigato Marvel Universe. Con Justice League la Warner Bros raccoglie (come al tempo fu con The Avengers per la Marvel) i cocci sparsi nei film dedicati ai singoli eroi. Per la verità la DC non può ancora raccogliere molto, e di questo ne soffre. Sono fondamentalmente solo Batman, Superman e Wonder Woman a contare qualcosa per il momento. Nonostante ciò la WB non si dà per sconfitta, e aggiunge ben tre personaggi al corollario, di cui però non vi è traccia di storia sul grande schermo: Flash, Cyborg e Aquman. Questa scelta incide fortemente nel feeling con lo spettatore, che trovandosi di fronte tre eroi senza storia con difficoltà vi entra in empatia. È della sola simpatia che beneficia Flash, il classico ragazzino impanicato catapultato in un team di gente eccezionale, e allo stesso modo gioca Aquaman, che si può permettere qualche umorismo in meno, aiutato dalla fisicità di Jason Momoa che lo interpreta, bastante a farne un’icona di forza misteriosa e affascinante. Cyborg è uno degli sprechi più grandi del film: se ne percepiscono le potenzialità di una psiche travagliata, si annusa un’interessantissima bivalenza dell’uomo che cerca di (ma ancora non sa) convivere con la sua parte bionica, che ne cambia continuamente la percezione di sé. Tale tema è completamente assente, liquidato con facilità dalla stoica moralità di Wonder Woman che, come Superman, non combatterà mai con un” lato oscuro della forza” (cit.); per lei è tutto molto semplice, e per noi tutto molto noioso. Come avrete potuto capire, non c’è approfondimento psicologico dei personaggi. Un vero peccato, dato che dalla loro interazione potrebbero crearsi dinamiche ben più interessanti. A cosa punta quindi l’opera? Ad intrattenere, solamente a questo. Snyder (regista) è da sempre il giostraio degli effetti speciali e Whedon (sceneggiatore che si è trovato a metter mani alla regia) ha troppo poco controllo sul prodotto per farne qualcosa di brillante (come invece fece in The Avengers). Questa è forse la peculiarità da mettere in evidenza: come mai usare le stesse menti che già hanno incisivamente lavorato nel Marvel Universe? La DC non riesce a svincolarsi neanche un attimo dai rivali, ma anzi compone un quadro che ne scimmiotta le forme e ne vorrebbe assimilare anche il contenuto. A parte il fatto che non ci è minimante riuscita, non si capisce il perché non tentare di creare qualcosa di radicalmente diverso.

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