Recensione su Eyes Wide Shut

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27 Novembre 2014

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Una storia che può sembrare banale, ma che dietro nasconde una miriade di significati, partendo da quello più evidente, ossia questa sorta di viaggio onirico tra le perversioni più spinte della società moderna, come se tutti noi ci avventurassimo, insieme al protagonista, in una specie di girone dantesco in cui, più si penetra dentro, più vengono fuori le perversioni più torpide(il sesso, il denaro, il potere, l’invidia, l’odio), salvo poi ritornare, una volta assaporate quelle sensazioni proibite, al proprio mondo…tutto questo accade in una sola notte, un’unica, lunga, solitaria, interminabile notte. La scena che più mi ha colpito, che ritengo la più significativa, la più inquietante, è quella dell’entrata di Bill nella casa orgiastica…le immagini esplicite di sesso, il martellante incedere di musiche gotiche hanno procurato in me una sorta di turbamento spirituale, come se mi trovassi in uno di quei sogni che ci sembrano reali, quasi se avessi sognato un luogo conosciuto, un personaggio conosciuto ma che non ho mai visto nella realtà. Cosa ha voluto dirci Kubrick con questo film? Le interpretazioni sono molteplici, dalla fragilità della mente umana alla psicanalisi di una crisi coniugale, dall’analisi dei sogni e delle paure che attanagliano da sempre l’essere umano alla vacuità di tutto ciò che ci circonda. Neanche nella sua ultima opera Kubrick ha voluto darci delle risposte, ha lasciato a ognuno di noi di trarre le proprie, come ha sempre fatto nella sua gloriosa carriera. E’ un film che colpisce duramente come un pugno nello stomaco, è come un buon libro, o lo si ama o lo si odia, non si riesce a rimanere indifferenti, è impossibile. Kubrick ci ha lasciato il suo testamento, ha mostrato a tutti noi, per l’ennesima volta, un arte che lui conosceva alla perfezione e di cui sapeva fare enorme sfoggio. Bisogna saperlo interpretare, bisogna saperlo capire, ma questo è indubbiamente l’ultimo capolavoro di uno dei pochi geni che il cinema ci abbia mai dato. Chapeau maestro.

1 commento

  1. verons / 27 Novembre 2014

    Infatti è tratto da “Doppio sogno” di Arthur Schnitzler. Se non lo hai ancora letto, te lo consiglio 🙂

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