Recensione su Everything Sucks!

/ 20185.832 voti

Scontato / 19 Febbraio 2018 in Everything Sucks!

Prima stagione
Dopo Stranger Things e soci, il revival dedicato alla Generazione X tenta di arricchirsi di un nuovo filone televisivo made in Netflix, quello che ruota intorno agli anni Novanta.
La serie tv Everything Sucks! è ambientata nel 1996, in una cittadina di provincia dell’Oregon, Boring (nomen omen).
Quindi, un contesto fuori dagli 80’s, ma non ancora immerso nella nuova dimensione ultra-tecnologica e iperconnessa che avrebbe debuttato nel decennio successivo.
I protagonisti sono alcuni studenti del locale liceo (Beverly Hills 90210 è uno fra i mille esempi di riferimento dell’epoca). I topoi sono quelli tradizionali: freaks and geeks (cit.) la fanno da padrone.
Vengono tirati in ballo questioni non banali, come la scoperta della sessualità, l’accettazione di sé, la dislessia o -più in generale- i disturbi dell’apprendimento, le aspirazioni personali e, per estensione, artistiche.

A fronte di succulenti premesse e tante strizzatine d’occhio ai tormentoni e alle subculture del tempo, però, la serie non decolla.
Le situazioni mi sono sembrate abbastanza scontate e i personaggi un po’ noiosi (a dispetto delle varie “rivelazioni” sul loro conto).
Gli anni Novanta sono stati una bomba musicale, eppure la colonna sonora è praticamente incolore (mamma mia, quegli Ace of Base ripetuti ad libitum…).
Le parti che ho apprezzato di più riguardano la creatività dei protagonisti e, quindi, mi sono piaciute le sezioni dedicate alla preparazione del film, ai tentativi di superare intoppi tecnici e tecnologici (ricordandomi Be Kind Rewind di Gondry e, soprattutto, nella realizzazione del videoclip artigianale, il più recente Sing Street di John Carney).

Per me, storia e produzione potrebbero fermarsi qui.

Voto prima stagione: 5

5 commenti

  1. Lily_Chan / 19 Febbraio 2018

    Sono d’accordo con te: questa serie è scontata. Ed è un peccato perché, essendo stata adolescente proprio in quegli anni, devo dire che l’aspettavo con una certa impazienza; purtroppo alla fine sono rimasta abbastanza delusa.
    Le tematiche erano interessanti, ma non sono state sviluppate al meglio. Nemmeno i personaggi mi hanno colpita in modo particolare, nessuno di loro. Ho dato anch’io 5 come voto e, malgrado il finale abbastanza aperto, per me questa serie si chiude qui.

    • Stefania / 20 Febbraio 2018

      @pucca83: spero che Netflix investa denaro e “fatica” in produzioni più interessanti 🙂 (per ora, non ci sono ancora notizie ufficiali su una seconda stagione, ma pare che la serie stia ottenendo buoni ascolti)

  2. Noloter / 20 Febbraio 2018

    D’accordo anche io. Scontata e a tratti noiosa, fa buone promesse ma non le mantiene.
    E i ’90s, qui, si respirano pure poco ad eccezione di un paio di poster, le vhs, l’insegna blockbuster e il cammeo di un tamagochi.

    • Stefania / 20 Febbraio 2018

      @noloter: il cammeo del Tamagotchi XD è vero, è proprio una comparsata: se non si voglie l’attimo quando lo tira fuori, non si capisce neppure cosa stia facendo la ragazzina…

  3. Stefania / 20 Febbraio 2018

    Ecco, un dettaglio che non mi è dispiaciuto, ma che ho dimenticato di citare nel commento è l’eterogeneità che contraddistingue l’abbigliamento di Emaline, “l’attrice”: una volta è dark, un’altra è grunge, un’altra è post-punk… Più o meno, a seconda del suo umore. Secondo me, questa non è una brutta idea: gli anni Novanta sono stati ricchi ma “veloci”, mutevoli, prodighi di stili, inflessioni e tendenze estetiche e, in questo caso, secondo me, quel personaggio vi fa cenno.

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