Recensione su De reditu (Il ritorno)

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De reditu (Il ritorno)

Elegante e non noioso / 20 Giugno 2018 in De reditu (Il ritorno)

Che aspettarsi da un film tratto dal poema di Rutilio Namaziano, e che si ispira per le ambientazioni e la fotografia ai film storici di Rossellini, o meglio ancora all’Eneide di Franco Rossi? «Elegante, ma leggermente noioso», sarebbe la risposta educata. E invece no: il film non annoia, grazie all’espediente di trasformare la vicenda in un intrigo politico, con tanto di caccia all’uomo; anche se Rutilio sarebbe rimasto alquanto sorpreso dall’innovazione, visto che nel suo poema queste cose proprio non ci sono. Rinfrescante la visione positiva dell’anti-cristianesimo del protagonista, anche se il regista ha comunque la finezza di temperare la sua simpatia quando mostra, nella scena del duro congedo agli schiavi, come anche gli ultimi difensori del paganesimo non fossero eroi senza macchia.
Da dimenticare il personaggio del brigante toscano; Xhilda Lapardhaja (la sacerdotessa di Iside) riesce nella difficile impresa di pronunciare la battuta «Io sono l’impudicizia!» senza far scoppiare a ridere lo spettatore.

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