Recensione su Dorian Gray

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Un dandy oscuro, ma solo in copertina, che regge i contorni ma non la centralità del personaggio. / 20 Febbraio 2015 in Dorian Gray

Quando ci si appresta a trasporre un’opera così maestosa, pregevolissimo intaglio di sentimenti ed aspirazioni, nonché avido ritratto di bellezza, nel suo più estetico decadentismo, pur volendosi discostare da alcuni tratti distintivi, non si può snaturarne gli aspetti, realizzando una sorta di viaggio edonico fine a se stesso, che non rimarca l’attento declivio amorale narrato nel libro.
Qui non c’è equilibrio, non c’è misura, solo banale ostentazione del piacere, nella sua più comune forma.
E’ un ritratto pragmatico, materiale, che non lascia spazio all’introspezione dei caratteristi, configurandosi come antitesi del capolavoro di Wilde, pur avendo la pretesa di definirsi trasposizione.
Un dandy oscuro, ma solo in copertina, che regge i contorni ma non la centralità del personaggio.

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