Recensione su DARK

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Mosche e tele di ragno / 17 Dicembre 2017 in DARK

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Prima stagione

Per essere un posto in cui non succede niente, Winden è un posto in cui capitano un sacco di cose (anche se ogni 33 anni).
Nel complesso, la prima serie tv tedesca prodotta da Netflix è un’interessante (e un po’ estenuante) matrioska narrativa basata sulla sovrapposizione di piani temporali diversi e di svariati paradossi fisici.
Il contesto generale della comunità rifulge di isolamento e alienazione, di distacco da qualsiasi evento o comunità al di fuori dei confini naturali (ma antropizzati) di un fitto bosco che circonda il centro abitato, un luogo diffuso, esploso, parcellizzato in unità come la stazione di polizia, la scuola, l’ospedale e qualche casa, e affatto identificabile nel suo complesso: lo spettatore non ha mai idea di quanto sia grande la cittadina, di quali siano i suoi luoghi di aggregazione, se la popolazione svolge attività comunitarie, se qualcuno riesce davvero a uscire dal territorio comunale (per studio, per lavoro, per sport, per piacere…). Chi entra a Winden, a prescindere dall’epoca, ci resta dentro, come una mosca nella tela di un ragno.
Piove spesso, tanto e all’improvviso, non si (sor)ride mai: Winden è un luogo triste e, come ripetono spesso i protagonisti, malato, pieno di segreti.
Questa altissima concentrazione di negatività contribuisce alla rappresentazione di Winden e della sua centrale nucleare come un bubbone pronto a scoppiare sulla faccia della Terra.
L’epilogo della stagione, non a caso, suggerisce sviluppi apocalittici.

Sinceramente, a fronte di alcune tracce narrative lasciate aperte, non so se sento davvero il desiderio di vedere un altro ciclo di episodi incentrati sulla questione.
Dopo qualche episodio, il gioco del paradosso risulta chiaro: per quanto esso sia intrigante, mi pare sia stato adeguatamente sviscerato e del destino (televisivo) di questi personaggi, in questo momento, non mi interessa molto. Vedremo.

Musiche interessanti, cupe ed eleganti quanto la fotografia.

Voto prima stagione: 7

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