Recensione su Collateral

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Darwin a mano armata / 19 Agosto 2017 in Collateral

Mann gira come un documentarista, cercando di riprendere la L.A. notturna attraverso gli occhi di un umile tassista, Max (un Jamie Foxx non eccelso), che con i suoi sogni e le sue speranze cerca di portare avanti la propria vita.
La vita è però una “roulette”, non sai mai quando potrà girarti le spalle, magari proprio ad un passo dalla meta.
Max è schematico, ha programmato la sua vita come l’ingranaggio di un orologio, dimenticando che qualche volta anche il più perfetto di questi può segnare l’ora sbagliata. Vincent (un buon Tom Cruise) è l’ora sbagliata di Max.
A tal punto è lecito chiedersi, ha senso programmare il futuro? Per Mann probabilmente no, quindi tanto vale cogliere ogni attimo a disposizione, giacché potrebbe essere l’ultimo (aneddoto sul Jazz).
Viviamo in una società, specie quell’americana, estremamente cinica, priva di qualsiasi etica o sentimento (anche la mamma di Max è cosi, pensare che ritiene i fiori un orpello inutile), fondata esclusivamente sul denaro e pronta a tutto per questo, probabilmente anche ad ammazzare.
Infatti se non sbagli tu, qualcun’altra sbaglierà per te (rapina a Max).
Allora è importante chiedersi l’origine del denaro? “Pecunia olet o no”?
Darwin ha dimostrato come l’essere umano si adatti perfettamente all’ambiente in cui vive, inevitabilmente assumendo le caratteristiche più consone a ciò che lo circonda. E cosi sta accadendo anche oggi.
Max nonostante tutto, si adatterà alla società in cui vive, traendo inconsciamente sia gli aspetti postivi che gli aspetti negativi di quest’ultima.
Nel complesso quindi Collateral è un buon film d’azione, con numerosi buchi narrativi (il passato di Vincent a cui talvolta fa riferimento? il processo?), oltre che personaggi poco riusciti ( tutti i poliziotti), che ambisce ad essere una “fotografia” della realtà contemporanea senza riuscirvi mai però appieno.

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