Recensione su Humandroid

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Nuova ma interessante rilettura sci-fi di Pinocchio / 17 Maggio 2017 in Humandroid

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

In sostanza, si tratta di una nuova rilettura sci-fi del Pinocchio collodiano. Eppure, il film di Blomkamp è riuscito ad appassionarmi e divertirmi, complice un uso sopraffino degli effetti visivi, perfettamente integrati con gli elementi reali.

La caratterizzazione di Chappie è ben modulata, riesce a far leva con facilità sullo spettatore, senza eccedere in sterili ciccipuccionerie.
Al contrario, ho trovato abbastanza incolori ed elementari quelle degli altri personaggi, i “genitori cattivi” in primis.
Benché Hugh Jackman sia inguardabile, con quello pseudo-mallet in testa, il suo personaggio è abbastanza emblematico, però ne ho colto la complessità e il vero apporto al racconto solo nel concitato ma riuscito finale: la sua ostinazione, dapprima imputabile solo al suo retorico fervore “da scienziato” assume connotazioni estreme, quando ne viene evidenziata in almeno un paio di occasioni la deriva religiosa (prima di “andare in missione”, Jackman si fa il segno della croce, quindi lascia presumere che il suo personaggio sia fortemente credente).
In un crescendo di efferatezze (corpi tranciati, schiacciati, crivellati di colpi…), Jackman mostra un uomo che prova piacere a uccidere e che, in un’estensione meccanica del suo corpo, ha trovato lo strumento adatto per soddisfare desideri che, come militare “normale”, non immaginava di avere o non aveva avuto la possibilità di esprimere.
Ho trovato interessante anche tutto il resto del versante filosofico del film, con la distinzione tra anima e coscienza e la “trasportabilità” della seconda.

Il finale aperto suggerisce un possibile sequel, con gli androidi in grado di “riprodursi” all’infinito e gli umani capaci di diventare immortali grazie a una “conchiglia” robotica.

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