Recensione su Buongiorno, notte

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6 Agosto 2013

Un capitolo vergognoso della storia italiana visto attraverso gli occhi di Chiara, una giovane brigatista, che durante la ferocia della lotta comincia ad avvertire un dubbio morale che indebolirà le sue certezze.
Molto brava Maya Sansa.
Il film è impreziosito da immagini e filmati di repertorio.
Da vedere per non dimenticare.

7 commenti

  1. Io sono Gesù Cristo / 6 Agosto 2013

    Sì, che poi Aldo Moro e la Democrazia Cristiana abbiano praticamente devastato l’Italia come solo Berlusconi e Mussolini sono riusciti a fare, questo, forse, tanto vale dimenticarlo, così come Bellocchio dimentica di centrare il ruolo di Andreotti nel rapimento giusto per demonizzare un altro po’ (come se ve ne fosse bisogno!) le BR.

  2. Stefania / 6 Agosto 2013

    Le responsabilità di Andreotti emergono abbastanza chiaramente dal film e le immagini di repertorio che mostrano lui e gli altri papaveri della DC durante il “compianto”, dopo che durante il film viene evidenziato quanto (non) abbiano fatto per liberare Moro, spiega molto, a parer mio, a riguardo.
    Tra l’altro, non mi pare che il film demonizzi le BR: permette allo spettatore sensibile di formulare un giudizio critico sulla questione (ammetto, semplificando le dinamiche), ma non può neppure assolverle.
    I personaggi della Sansa e di Lo Cascio, a riguardo, così dualistici, sono emblematici.
    Credo che il film non sia esattamente una pellicola “sul” caso Moro (né tantomeno sia un’elegia della DC). Penso che l’intento di Bellocchio fosse quello di mostrare i dubbi che sorgono tra i militanti, di come l’Idea possa trasmutare in maniera insana, portando lontano dagli obiettivi primigenii e perfino condivisibili.

    • Io sono Gesù Cristo / 6 Agosto 2013

      Vedi, @stefania, laddove tu vedi una spiegazione abbastanza chiara della complicità andreottina nel caso Moro, io non ci vedo altro che un’assoluzione dello stesso Andreotti: la scena che tu citi, rapportata alle altre, che ricordo male, non mi pare valga a castigare o imputare Andreotti quanto, semmai, a discolparlo, cioè ad attribuirgli una colpa che non è quella del Giuda ma del Ponzio Pilato, è diverso. Per il resto, è ermeneutica, e son pareri: se vuoi fare un film non esattamente “sul” caso Moro (né, forse, un’elegia della DC) ma sui dubbi che sorgono tra i militanti, della trasmutazione di un’idea (anche se qui parlerei più di trasvalutazione) eccetera, non dai un taglio documentaristico al film.

      • Stefania / 6 Agosto 2013

        Mah, questo film mi sembra ben lontano dal documentarismo.
        La presenza degli inserti d’epoca o una corretta scansione temporale degli eventi non lo accosta ad un documentario.
        E’ una fiction, storicamente (ben) contestualizzata, questo sì. Il finale onirico, poi, dovrebbe allontanare ogni dubbio a riguardo.
        Ad ogni modo, se anche fosse (ma non è), non vedo perché il taglio documentaristico non potrebbe essere utile in un racconto di questo genere.
        Per quanto riguarda Andreotti, ribadisco che le sue responsabilità personali mi pare siano adeguatamente espresse, anche se ciò non viene fatto in maniera, come dire, puntuale.
        Da questa storia, non esce salvo nessuno, né le BR, né Andreotti, né Cossiga, né la DC tutta. E lo spettatore “sensibile” di cui parlavo prima comprende che non è un film di di guardie e ladri, coi buoni e i cattivi schierati in maniera antitetica. Secondo me, Bellocchio è stato bravo a mettere in scena le ombre morali e le ambiguità delle parti in gioco (ribadisco, semplificando perfino, ma in due ore di racconto…).

  3. francesca / 6 Agosto 2013

    Infatti la cosa che mi è piaciuta di più è vedere attraverso gli occhi di lei e i dubbi che la tormentano.
    Anche io non credo che ci sia nessun giudizio….quello è lasciato allo spettatore.

    • Stefania / 6 Agosto 2013

      Eh, sì! La vicenda, a mio parere, è un ottimo pretesto, peraltro ben articolato e rappresentato, per indagare “altro”.
      L’esito narrativo, secondo me, è pregevolissimo.
      Ben lontano da, non so, il mero elenco di nomi e fatti di Romanzo di una strage: quello di Giordana è un film che lascia solo dei gran dubbi, che non si espone come sembra promettere e che non aggiunge nulla a quel che è più o meno noto della vicenda.
      Va beh, sto scantonando 🙂

  4. signormario / 6 Agosto 2013

    È un film sublime, a mio parere, con una regia bellissima, che mi è rimasta molto impressa: l’uso costante di quei primissimi piani sfocati e quasi claustrofobici rappresenta una scelta stilistica azzeccatissima, a mio parere.

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