Recensione su Il cigno nero

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6 Luglio 2013

Non ho mai visto un balletto in vita mia, né, tantomeno, sono ferrato in psicologia (anche se, in tal caso, sarebbe forse meglio parlare di psichiatria). Così, come premessa.
E ammetto anche di aver avuto fin dal principio ben chiaro “cosa” Aronofsky volesse portare in scena, quale la strada che il personaggio della Portman avrebbe percorso, e quale la fine dell’intera faccenda. E con ciò?
No, perché non è “il cosa”, ma “il come” a rendere questa pellicola estremamente coinvolgente.
La tensione è palpabile, in un delirante crescendo fino agli ultimi quindici minuti di riprese, quando l’entrata in scena del cigno nero non può che mozzare il fiato.
L’ossessione convince e la violenta lotta interna al centro della sceneggiatura è tanto dilaniante per la protagonista quanto affascinante, nella resa, per lo spettatore. E il merito è tutto della Portman, ovviamente. Eccezionale. Veramente.

1 commento

  1. michidark / 7 Luglio 2013

    L’ho visto ieri sera per la prima volta e concordo su tutto.

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