Recensione su Another Year

/ 20106.994 voti
Another Year
Regia:

Il fascino discreto della normalità. / 5 Novembre 2013 in Another Year

Al termine della visione di questo film, mi sono sentita divisa intimamente: da una parte, ho compreso ed apprezzato la linearità dei comportamenti dei protagonisti, placidi, saggi e, soprattutto, misurati; dall’altra, ho mal sopportato gli stessi atteggiamenti, perché praticamente impermeabili a ciò che accade loro intorno, in una maniera così realistica e riconoscibile da far male.
Come dire: degli “altri” è difficile amare ciò che notiamo appartenere (negativamente) anche a noi.

La vita di Gerri e Tom, i loro atteggiamenti nei confronti dell’esterno, di ciò che esula dal nido famigliare, nella loro semplicità, suscitano invidia, desiderio e sentimento di emulazione.
Per preservare questa struttura idilliaca, i protagonisti hanno costruito un velo impalpabile, ma percepibile, che respinge i fattori di disturbo. E’ un atteggiamento comune pressoché a tutti. Ed è perciò che la sua rappresentazione sconcerta lo spettatore.

Il dolore che avvolge come un’aura gli amici della coppia presentati nel film non è loro estraneo, poiché lo percepiscono, lo affrontano e lo assecondano, ma riescono a mantenersene lucidamente distanti, essendo consapevoli del fatto che solo chi ne è afflitto può liberarsene.

Leigh mostra una sensibilità non comune nel rappresentare questo sottile, quasi chirurgico approccio alla vita, tanto comune, ma difficilmente messo in scena con tale dolorosa sincerità.

2 commenti

  1. paolodelventosoest / 20 Agosto 2021

    Magnifica recensione e condivido appieno la tua visione di questa coppia, che da un lato apprezzi e dall’altro guardi con un po’di sospetto. Gran film

    • Stefania / 20 Agosto 2021

      @paolodelventosoest: ehi, bentornato! Che bello vederti da queste parti! ^_^
      Ho un ottimo ricordo di questo film, apparentemente semplice e, invece, profondo e complesso: senza consultare le note di visione, so che, dopo averlo visto su LaEffe, eoni fa, non mi è più capitato di incrociarlo!
      En passant, uno dei piccoli dettagli che ricordo con più “piacere” è quello di Lesley Manville che annuncia di aver comprato una macchina: “Che marca è?”, le viene chiesto. E lei: “è rossa” 🙂

Lascia un commento