Recensione su Annientamento

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Identità/Alterità – Cambiamento/Distruzione / 19 Marzo 2018 in Annientamento

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Il nuovo film di Alex Garland esplora il concetto di cambiamento e la percezione negativa che l’uomo ha di esso, in quanto potenziale minaccia per la propria identità.
Il tema dell’identità, e del suo rapporto con l’alterità erano già alla base del precedente Ex-Machina, in cui il diverso da sé era comunque opera dell’essere umano. Al contrario in Annihilation l’elemento estraneo è del tutto “alieno” all’uomo, e per questo è da esso percepito come una minaccia ancora maggiore. Se in Ex-Machina si parla di sostituzione della componente umana, qui si parla invece di distruzione, a partire dal titolo.
Ma la distruzione è davvero negativa? Ed è davvero distruzione? Garland sembra suggerire più la visione di essa come parte di un processo assolutamente naturale di cambiamento. La morte, descritta come difetto di progettazione dalla protagonista, lo sarebbe soltanto dal punto di vista puramente umano. Allo stesso modo, la modificazione strutturale delle piante, analizzata dal personaggio della Portman non è classificabile come malattia, ma lo sarebbe se applicata ad un essere umano (come afferma lei stessa). Questo perché l’essere umano applica due metri di misura completamente differenti per identificare i fenomeni, uno per sé e uno per tutte le altre cose. Quando il cambiamento riguarda altro da sé allora è semplice evoluzione, ma nel momento in cui lo interessa direttamente, viene identificato come una minaccia alla propria identità.
Il bagliore non è altro che una zona in cui i processi di trasformazione risultano accelerati: lo stesso tatuaggio passa a più persone, così come nel mondo reale il contatto con qualcuno lascia qualcosa di esso in noi; e i personaggi perdono parte dei propri ricordi, così come spesso nel corso della vita eliminiamo i nostri, diventando di fatto persone diverse (un dialogo tra la biologa e la geomorfologa evidenzia proprio la connessione tra memoria e costruzione dell’identità).
La metamorfosi è inevitabile, dice Garland, ma non è assolutamente negativa. Il Bagliore ha una volontà aggregativa, non distruttiva. Smonta e rimonta ma non distrugge. Anzi, se fosse vero che tutte le forme di vita della Terra derivano dalla stessa cellula -e infatti molte cosmogonie partono proprio dalla divisione di una Sostanza unica in più parti- allora l’operato del Bagliore sarebbe in qualche modo ammirevole. Esso vorrebbe riportare tutte le cose ad una unica, unire tutte le diversità, superando definitivamente il contrasto tra identità e alterità, tipico invece dell’essere umano.
Il finale può essere letto anche in quest’ottica. Sia il personaggio di Isaac sia quello della Portman sono andati incontro ad un cambiamento, tanto biologico quanto allegorico, che li ha portati ad avere una sorta di “parte comune”, ed è proprio grazie a questo che sono in grado di ricostruire il proprio rapporto.

5 commenti

  1. Stefania / 20 Marzo 2018

    Quanti spunti interessanti! Ecco, anche se il film non mi è piaciuto, questa storia della mutazione che aiuta la protagonista e il clone del marito a ricostruire il rapporto mi intriga. Ma, secondo te, il clone sa del tradimento?:)
    Poi, ti domando due cose:
    – non si parla anche in questo film di “sostituzione della componente umana”? Però, un po’ à la Carpenter, per intenderci;
    – il tatuaggio: ok, è un uroboro, l’infinito, la rigenerazione, ecc. Ma quello del serpente che si morde la coda non è, prima di tutto, come ci insegna Arma letale, un tatuaggio che si fanno i marine? 😀

    • Sgannix / 20 Marzo 2018

      Non ci avevo pensato! Se non sbaglio il clone ha una memoria pressoché azzerata, ricorda la moglie ma tutto il resto è vago, si ripresenta a casa quasi guidato dall’istinto. È come se il tradimento fosse cancellato/superato, da qui la possibilità di costruire il rapporto, possibilità univoca fino a quando la Portman non termina il suo viaggio (distruggendo quella che può essere definita la manifestazione del suo senso di colpa).
      Sì, anche qui è una sostituzione, ma sinceramente la trovo meno drastica. Nel senso che in Ex-Machina il destino dell’essere umano è l’estinzione, qui anche ma non del tutto, gli uomini sarebbero inglobati, scomposti e ricomposti. Mi pare un destino più “felice” a livello biologico, anche se percepita come l’opposto.
      Per il tatuaggio invece non sapevo fosse tipico dei marine (ahimè devo recuperare Arma Letale), però è plausibile. La prima volta che si vede è sul braccio che sbuca dal muro, in quella sorta di macabra composizione con un teschio di cervo. Presumibilmente il braccio era di un marine di qualche spedizione precedente, dopodichè il tatuaggio appare sulla ragazza omosessuale e infine sulla Portman.

      • Stefania / 20 Marzo 2018

        @sgannix: non so se sia un tatuaggio davvero tipico dei marine, ma, se la memoria non mi tradisce (come, al contrario, fa troppo spesso), Riggs/Gibson esibisce un tatuaggio sulla spalla (fatto quando era marine in Vietnam) con un teschio, un pugnale e, se non sbaglio, appunto, un serpente (verde? Uhm!) tutto attorcigliato.
        A latere: Arma letale è uno degli action anni ’80 che mi diverte ancora tanto e che rivedo con più piacere. Non so proprio come sarebbe vederlo ora, senza averlo mai visto prima! 🙂

        • Sgannix / 20 Marzo 2018

          Sono fiducioso al riguardo! L’hanno scorso ho recuperato i vari Die Hard (fino al terzo in realtà) e li ho adorati.

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