Recensione su Andrey Rublyov

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22 Agosto 2014

Una pellicola superba, nella quale sacro e profano si incontrano. Un’opera nella quale barbarie e civiltà, arte e caos, distruzione e creazione convivono alla perfezione. Un film sporco, sudato, che sa di fatica (l’episodio del giovane realizzatore di campane) in cui grande spazio è lasciato non solo alla meditazione ma anche all’intrattenimento. Prendete il capitolo dedicato alle razzie del gruppo di Tartari. L’invasione è a dir poco spietata. Girata in modo superbo, l’alternanza campi totali/ campi lunghi, porta lo spettatore nel bel mezzo della lotta. Una lotta più che violenta, atroce. Nessuno viene risparmiato e quasi assistiamo ad uno stupro (impedito da Andrej stesso). E ancora, scene di nudo, scorrerie, torture, colloqui dall’oltretomba..

In una parola: epifanico.

DonMax

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