Recensione su American Pastoral

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Esordio dignitoso / 30 Novembre 2017 in American Pastoral

Del romanzo di Roth, letto davvero tanto tempo fa, ricordavo così pochi (ma indelebili) dettagli che è come se non l’avessi mai letto, quindi non mi propongo neppure alla lontana un confronto fra libro e film.

A prescindere da questa (superflua) premessa, il lavoro di McGregor mi è parso quantomai dignitoso, pur a fronte di qualche problema a livello di sceneggiatura.
Per esempio, benché complessi, i protagonisti mi sono parsi particolarmente impalpabili e il conflitto lacerante che conduce la giovane Merry (una Dakota Fanning abbastanza incolore) a contestare la propria famiglia e ciò che essa rappresenta compare in scena senza una premessa, né uno sviluppo quantomeno aleatorio. In lei, si mischiano naturale ribellione giovanile e una presa di coscienza sociale che restano evidentemente troppo in superficie per poter essere assimilati e apprezzati.

Anche la rappresentazione della frantumazione del sogno americano galleggia pigramente fra un’ottima fotografia e una bella ricostruzione d’ambiente.
Inutile la presenza del “narratore” che non evoca alcun vero rimpianto, né è davvero funzionale allo svolgimento del racconto.

Non boccio il film, ma lo promuovo con riserva, lieta di aver visto sullo schermo un racconto comunque interessante: aspetto una seconda prova registica di McGregor più matura e confido in una sceneggiatura ben più solida.

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