Recensione su All is lost: Tutto è perduto

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14 Maggio 2014

Una perla di minimalismo con un Robert Redford fantastico che interpreta come forse pochi altri avrebbero saputo fare in un ruolo di questo genere.
Soggetto impegnativo, per quanto semplice, nella classica illustrazione della inanità dell’uomo di fronte alla Natura, padrona delle sorti del Pianeta.
“Io, la Natura, mi chiamano Madre, ma sono una tomba” diceva Alfred de Vigny.
Il navigatore solitario sperduto nell’oceano indiano e che lotta contro le intemperie, con attimi di relativa quiete, è metafora esistenziale neanche troppo velata.
Un finale ambiguo e non di pronta lettura chiude un’ora e mezza di silenzio, interrotto soltanto da qualche imprecazione e dal rumore dell’oceano e delle tempeste.

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