Recensione su Aelita

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Anta Odeli Uta / 17 Aprile 2013 in Aelita

Aelita è il primo film di fantascienza della storia. Tratto da un romanzo di Tolstoj (non il più famoso Lev, ma Aleksej Nikolaevič) narra del viaggio di due sovietici su Marte. Qui Aelita, abitante di Marte, farà innamorare Los, mentre l’altro russo Gusev, soldato che partecipò alla Rivoluzione d’Ottobre, cerca di rovesciare il potere tirannico del pianeta.
Al di là dei chiari intenti propagandistici, la bellezza del film sta nelle scenografie, nei costumi e nel trucco degli attori. In pieno periodo costruttivista l’artista non è più chudožnik (ovvero artista che si pone al di sopra in quanto trammite), ma diventa master, cioè artigiano. E infatti il tutto è realizzato materialmente da artisti come la Stepanova (compagna di Rodčenko) celebri per i loro manifesti sovietici, le foto a Majakovskij, Brik etc. e le locandine di film come quelli di Ejzenštejn. Chiaramente le forme sono quelle geometriche e squadrate tipiche di una tendenza che si poteva intuire fin dai quadri di Malevič di un periodo leggermente precedente.

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