Recensione su Aspettando il re

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Aspettando il re
Regia:

L’Arabia sotto il velo / 16 Giugno 2017 in Aspettando il re

Niente male questo film di Tykwer, piccolo e strano al punto giusto. Ancora una volta viene cucito tutto su misura attorno a Tom Hanks, che incarna alla perfezione il personaggio uscito dal romanzo di Dave Eggers; l’uomo borghese che si avvicina alla mezza età con il suo vissuto di separazione, sensi di colpa paterni, ormai stanco di ogni progressione carrieristica si trova un po’ per caso a essere determinante per la sua azienda informatica, mandato in Arabia Saudita per strappare un contratto milionario al re. Il film di Tykwer si inserisce nel solco di quelle produzioni hollywoodiane che si lasciano “contaminare” un poco dall’anima europea (o dai suoi permanenti residui) del loro regista. Per fare un esempio, la lunga sequenza come quella del protagonista a casa della dottoressa saudita si sarebbe risolta nei canoni del “polpettone hollywoodiano” con poche scene ben sottolineate da un commento musicale ad hoc; Tykwer invece concede tutto il tempo necessario, anche qualcosa di più, mostrando gli interni, gli esterni, la panoramica, indugiando a più riprese sulle immersioni dei due in un silenzio subacqueo, trasmettendo così allo spettatore con efficacia la sensazione di un microcosmo dentro una bolla. Così è, di fatto, questo ignoto mondo dell’Arabia, oasi superlusso con attorno un deserto sconfinato; gente moderna e globale che vive le evidenti contraddizioni di una radicata tradizione morale religiosa con tutte le note carenze quanto a diritti umani e pari opportunità. Ed è nel cuore di questa tradizione che emerge l’amore salvifico di Alan Clay, come a sottolineare che le cose più vere sono nascoste sotto a un velo.

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