Recensione su 28 settimane dopo

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20 Febbraio 2015

Si tratta del seguito di “28 giorni dopo” di Danny Boyle (che non ho visto). La suspense non manca, ma a una seconda visione il film mostra i suoi limiti: non ci sono personaggi o situazioni memorabili; la vicenda è lineare, senza colpi di scena o intrecci secondari. Uniche note di merito la rappresentazione di un’apocalisse zombie per una volta convincente (niente morti che camminano, ma solo infetti di una forma particolarmente acuta di rabbia), e la sempre incantevole Rose Byrne, nelle vesti di ufficiale medico.

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