Recensione su 10 Cloverfield Lane

/ 20166.5190 voti

Poteva essere meglio / 28 Agosto 2016 in 10 Cloverfield Lane

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Prima di tutto, questo film mi è piaciuto. Amo John Goodman e questo film è LUI almeno per il 50% e quindi come potrebbe non piacermi?

MA. Ma è solo un film carino. E forse poteva essere un GRANDE film.
Credo che il problema principale sia la durata: è composto da numerose parti, ma nel totale dura meno di due ore, non lasciando ad alcune parti il tempo di svilupparsi fino in fondo. Come in molti altri thriller psicologici, lo scopo di ogni parte è far vivere allo spettatore le stesse sensazione che sviluppa la protagonista lungo la storia, ma alcune di queste parti risultato troppo brevi per permettere il completo sviluppo di certe sensazioni.
Queste parti sono separate da colpi di scena e ognuna è presenza una situazione opposta a quella precedente, l’idea di base è sconvolgere continuamente lo spettatore, facendogli credere qualcosa e poi mostrargli che si sbagliava, ancora e ancora. Quindi ogni parte può essere efficacie solo se lo è la precedente.

La prima parte è sulla paura, è la parte “Oh mio dio, sono stata rapita da uno psicopatico, come posso scappare”.
Fin dall’inizio lo spettatore si identifica con Michelle e credo che sia probabilmente la parte meglio riuscita di tutto il film. Quando arriva il colpo di scena (e scopriamo che c’è DAVVERO l’apocalisse) non ce lo aspettiamo, rimaniamo sconvolti e pensiamo “me**a, avevo torto”
Dura circa 35 minuti (dall’incidente alla donna morente) e non è breve, ma mi sarebbe piaciuto vivere di più quell’emozione, raggiungere il punto in cui Goodman mi ha spaventato così tanto che non ho più dubbi. Ma va bene, ripeto, credo sia la parte migliore.

Il problema principale è la seconda parte. La seconda parte è sulla sicurezza e la fiducia. “Howard è un buona persona. E’ dannatamente strano e misterioso ma forse è solo perché ha avuuto una vita travagliata, possiamo fidarci di lui! Vieni qui John Goodman, lasciati abbracciare!”
E’ una parte decisamente difficile dal punto di vista emotivo, perché dobbiamo abbandonare i sospetti e i dubbi e invece creare una relazione positiva on Howard, lasciamo le paure e cominciamo a sentirci a nostro agio nell’ambiente.
Howard è sincero con noi, ci mostra fiducia prima emotivamente poi fisicamente e infine ci parla di sua figlia, tutto in 5 minuti di dialogo. Nei 5 minuti successivi, il dialogo con Emmet ci fa sentire a nostro agio, più al sicuro.
Ok, Howard ha mostrato buone intenzioni, il posto sembra carino, ora abbiamo bisogno solo del tempo per imparare fidarci di lui e prendere confidenza con l’ambiente. E il film ci da…un FOTTUTO MONTAGE DI 2 MINUTI. E qui c’è il principale terribile peccato di questo film. Non sono un montage-nazi, ma in quel momento il nostro legame con la protagonista si spezza. Lei sembra sicura e ambientata, noi siamo ancora spaventati e innervositi dall’ambiente claustrofobico e da Howard, perché il film non ci ha dato il tempo di passare da “SPAVENTATO A MORTE” a “TRANQUILLO E SERENO”.
Quindi quando arriva il colpo di scena pensiamo semplicemente “Si, lo sapevo”. Wow, Goodman non è buono, chi poteva immaginarselo? Fammici pensare…mhh…tutti quanti?

Il resto del film va bene. La terza parte (la cospirazione) è veloce e frenetica e capace di rimetterci a forza nei panni della protagonista, creando una tensione che raggiunge il suo picco in una scena estremamente lenta che termina col nuovo colpo di scena (“I forgive you”). Rimaniamo ancora nei panni di Michelle per tutta la quarta parte (la fuga) e ci separiamo da lei solo nell’ultimo colpo di scena, dopo avere pensato le stesse parole che dice lei: “You’ve gotta be kidding me”.
Piccola nota: ho letto che a molti il finale con gli alieni non è piaciuto ed è lecito, però credo che l’ultima parte sia assolutamente la meno importante e che non dovrebbe influenzare così tanto il giudizio sull’intero film. La parte più importante è quello che abbiamo vissuto dentro al bunker, non quello che c’è fuori.

Non so se sia stata colpa della produzione, degli sceneggiatori o del regista, ma sono molto deluso perché tutti i colpi di scena funzionano dannatamente bene, sono sconvolgenti e sconcertanti, tutti tranne QUELLO, incredibilmente debole e tutto avrebbe potuto funzionare alla grande con solo 10-15 minuti in più di film, di “Howard è una persona gentile, fidatevi”.

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