Recensione su 10 Cloverfield Lane

/ 20166.5190 voti

sminchiare / 3 Giugno 2016 in 10 Cloverfield Lane

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Non sono mai stato bravo con i discorsi, sarò breve dunque: “Ma solo a me ha fatto abbastanza schifo?”

Faccio una confessione a cuore aperto, a me Cloverfield era piaciucchiato. L’ho visto, mi era passata la serata, ma la vita è continuata abbastanza tranquillamente.

Fino a due giorni fa almeno.
Partiamo dal fatto che 10 Cloverfield Lane non è propriamente il sequel del film con il mostro gigantesco. Il film lo potete vedere anche senza aver visto il suo predecessore cronologico, la cosa che disturba è che la pellicola funzionerebbe abbastanza bene se si chiudesse il film a quindici minuti dal finale (o se, semplicemente, non ci fosse il CLOVERFIELD in mezzo al titolo). La trama funziona bene fin quando siamo dentro il bunker, poi boh.

Il film si apre con la protagonista che vuole chiudere la sua storia d’amore, scappa, viene tamponata. Incidente grosso, buio, si risveglia in un bunker. Un John Goodman immenso la incatena e le dice che fuori c’è stato un attacco nucleare. Per Goodman l’aria è irrespirabile e finché rimarranno nel bunker tutto andrà bene. Goodman interpreta uno che ha come passione le cospirazioni. Avete presente le scie chimiche? I rettiliani? Focus? Mistero? Ecco, lui li segue tutti. È cintura nera in cospirazioni, quindi si costruisce un bunker in caso di attacco nucleare. Si è preparato per anni per questo momento e, guarda un po’, è arrivato. Probabilmente sono stati i Russi o i Nord Coreani. Esclusa l’ipotesi della Nord Corea, John Goodman è consapevole del fatto che la Corea del Nord ha l’arsenale che mio zio Remo usa quando va a caccia, John Goodman le dice che ci sono gli alieni dietro tutto ciò.
Lei però non è troppo convinta, a causa del fatto che lui è il classico tipo alla “Presidente non eletto; il 25 Aprile non festeggio; ecc.”.

Eppure in mezzo a loro due c’è un bifolco che ammette di aver visto le esplosioni. E fin qui il film è una bomba vera, perché si creano una serie di atmosfere, una serie di ambiguità che a me piacciono parecchio quando guardo un film. Ma poi Dan Tratchtenberg e gli sceneggiatori esagerano. La protagonista viene rapita, viene rinchiusa in un bunker, sta a contatto con un pazzoide, subisce quasi uno stupro, l’aria incontaminata, sopravvive a una pseudo apocalisse (tante cose, troppe cose) e poi quel finale.

Perché il film si chiama 10 Cloverfield Lane, non ce lo dimentichiamo, e arriva la batosta finale.

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