“True Detective 3”: com’è la terza stagione della serie tv HBO?

Leggi la nostra recensione della terza stagione di True Detective sul sito di Nientepopcorn.

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“True Detective 3”: com’è la terza stagione della serie tv HBO?

Il ritorno di “True Detective”

Il 13 gennaio, la HBO ha trasmesso i primi due episodi della terza stagione della serie tv antologica TRUE DETECTIVE, fra i ritorni più attesi del 2019.
In Italia, sono andati in onda in contemporanea, in lingua originale con sottotitoli, a notte fonda, su Sky Atlantic.
Attualmente, sono visibili in streaming sulle piattaforme SkyGo e NowTv. La versione doppiata di TRUE DETECTIVE 3 andrà in onda su Sky Atlantic ogni lunedì, alle 21:15, a partire dal 28 gennaio.

  • True detective
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    Una nuova sceneggiatura di Nic Pizzolatto

    La terza stagione della serie tv è composta da 8 episodi della durata di circa 55 min./cad.
    La sceneggiatura di TRUE DETECTIVE 3 è stata scritta interamente dal suo creatore, Nic Pizzolatto, con l’apporto di David Milch e Graham Gordy a due episodi.
    La regia, invece, è stata affidata a persone diverse. I primi due episodi sono stati firmati da Jeremy Saulnier che, però, ha lasciato la produzione poco dopo. Il suo posto è stato preso da Daniel Sackheim. Lo stesso Pizzolatto ha diretto due episodi della stagione.

“True Detective” e i misteri della Louisiana

"True Detective 3": com'è la terza stagione della serie tv HBO con Mahershala Ali?

Woody Harrelson e Matthew McConaughey nella prima stagione di “True Detective” (2014)

Rispettando la natura autoconclusiva del progetto seriale, la trama di TRUE DETECTIVE 3 è completamente slegata dalle due stagioni precedenti.
La prima, andata in onda nel 2014, ha rappresentato un vero caso mediatico, portando alla ribalta Pizzolatto e il suo regista, Cary J. Fukunaga, e vincendo 5 Emmy 2014. La coppia di detective protagonisti formata da Rust Cohle (Matthew McConaughey) e Marty Hart (Woody Harrelson) alle prese con una serie di omicidi nella profonda Louisiana ha conquistato subito il pubblico e la critica internazionale con un mix di ottime musiche (curate da T Bone Burnett), una sigla di apertura che ha fatto storia, efferati assassinii avvenuti in un passato non troppo lontano che hanno effetti anche nel presente, ottime caratterizzazioni, tormenti personali e affascinanti richiami letterari.

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La California di “True Detective 2”

"True Detective 3": com'è la terza stagione della serie tv HBO con Mahershala Ali?

Rachel McAdams e Colin Farrell in “True Detective 2” (2015)

Oltre che afflitta da qualche incertezza in fase di sceneggiatura, dall’assenza di Fukunaga alla regia e vittima della grande notorietà della stagione d’esordio, TRUE DETECTIVE 2 (2015) non è riuscita a mantenere le alte aspettative maturate nei suoi confronti e non ha ricevuto gli stessi felici riscontri.
La seconda stagione della serie HBO è ambientata a Vinci, una immaginaria città della California, in cui si muovono diversi personaggi: l’imprenditore Frank Seymon (Vince Vaughn), il detective Ray Velcoro (Colin Farrell), la collega Ani Bezzerides (Rachel McAdams), il poliziotto reduce di guerra Paul Woodrugh (Taylor Kitsch).
Anche in questo caso, i destini dei protagonisti si intrecciano per via di un’indagine legata a un omicidio che ha origini temporali lontane.

“True Detective 3”: ai piedi degli Ozark

"True Detective 3": com'è la terza stagione della serie tv HBO con Mahershala Ali?

Stephen Dorff e Mahershala Ali in “True Detective 3” (2019)

TRUE DETECTIVE 3 cambia ancora le carte in tavola e sposta la location ai piedi dei monti Ozark, fra Arkansas, Oklahoma e Missouri, segnando un ritorno alle ambientazioni rurali del ciclo d’esordio che hanno contribuito indubbiamente al successo della serie tv.
I nuovi episodi, però, conservano un altro tratto narrativo fondamentale in comune con entrambe le stagioni precedenti. Anche in questo caso, infatti, il racconto si dipana su più piani temporali, mostrando agli spettatori eventi che si svolgono nell’arco di 30 anni, in tre precisi momenti: 1980, 1990, 2015.
Il protagonista è il detective Wayne Hays (Mahershala Ali). Al suo fianco, ci sono il collega Roland West (Stephen Dorff) e l’insegnante, moglie e scrittrice Amelia (Carmen Ejogo).
Hays, reduce dal Vietnam, viene coinvolto nelle indagini sulla scomparsa di una coppia di bambini caratterizzata da elementi decisamente inquietanti. Il caso segna indelebilmente la sua vita privata e quella delle persone che collaborano con lui.

“True Detective”: ritorno alle origini?

"True Detective 3": com'è la terza stagione della serie tv HBO con Mahershala Ali?

Mahershala Ali nella versione invecchiata del detective Wayne Hays, in “True Detective 3” (2019)

Guardando l’esordio di TRUE DETECTIVE 3, ci si sente portati a nutrire molte speranze nei confronti di questo nuovo racconto autoconclusivo.
È inutile reclamare a gran voce il fascino della prima, irripetibile, stagione.
Però, grazie anche all’interpretazione di Maherhsala Ali, credibilissimo anche nella versione più invecchiata, l’impressione che deriva dalla visione delle prime due puntate è che Pizzolatto abbia imboccato la strada giusta per creare un altro interessante universo criminale con personaggi in chiaroscuro e una trama accattivante in cui il valore della memoria e della percezione dei ricordi potrebbe assumere un ruolo molto importante.

Gli ascolti dei primi due episodi di “True Detective 3”

"True Detective 3": com'è la terza stagione della serie tv HBO con Mahershala Ali?

Mahershala Ali in “True Detective 3” (2019)

Negli Stati Uniti, gli ascolti degli episodi andati in onda pochi giorni fa sono molto buoni, ma si attestano ben al di sotto di quelli raggiunti dalle premiere delle due prime stagioni. Stando ai dati riportati in Rete, la prima puntata di TRUE DETECTIVE 3 è stata vista da 1,4 milioni di telespettatori (la seconda, da 1,2). Nel 2014, in occasione del debutto assoluto della serie tv, le persone davanti allo schermo erano 2,3 milioni. Nel 2015, per la premiere della seconda stagione, erano addirittura 3,2 milioni.
In termini di ascolti, l’esordio della terza stagione di TRUE DETECTIVE, però, è il migliore fra quello delle più recenti produzioni HBO. La premiere statunitense di SHARP OBJECTS, per esempio, una delle migliori serie tv del 2018, è stata vista da 1,3 milioni di persone.

“True Detective 3”: le prime reazioni

"True Detective 3": com'è la terza stagione della serie tv HBO con Mahershala Ali?

Un frame dei titoli di apertura di “True Detective 3” (2019)

Intanto, in Rete, compaiono le prime reazioni a TRUE DETECTIVE 3 e, nel complesso, sembrano entusiaste.
Il sito statunitense Metacritic, che aggrega recensioni e valutazioni provenienti da più fonti, mostra in questo momento una buona media fra critica e pubblico. A sua volta, RottenTomatoes mostra addirittura un gradimento del 100% nei confronti del secondo episodio, Kiss Tomorrow Goodbye.
E voi cosa ne pensate? Di episodio in episodio, su NientePopcorn.it, aspettiamo i vostri commenti a TRUE DETECTIVE 3, per scambiarci le impressioni sulla nuova stagione della serie tv HBO.
Prima di tutto, che ne dite del brano Death Letter di Cassandra Wilson, tema musicale della nuova sigla?

[Photo credit: HBO]

10 commenti

  1. Stefania / 16 Gennaio 2019

    Non voglio farmi prendere da prematuro entusiasmo, ma i primi due episodi di True Detective 3 mi sono piaciuti abbastanza.
    A questa stagione manca (solo per ora, spero) qualcosa (forse, è una questione di atmosfera… Forse, manca un che di torbido nei personaggi e nelle situazioni…) e, prima di pronunciarmi un po’ meglio, vorrei aspettare almeno il terzo episodio, il primo non diretto da Saulnier che, comunque, è un regista interessante.
    Nel complesso, mi sembra una storia accattivante che potrebbe trovare un quid significativo nella [SPOILER] malattia invalidante di Hays (Mahershala Ali) che, a quanto pare, ha cominciato ad affliggerlo già nel 1980, all’epoca dell’omicidio del bambino, Will.
    A tratti, lo sviluppo narrativo si dilunga un pochino troppo e tende a enfatizzare passaggi superflui (es. Hays che sale sulla torretta di avvistamento: musica e montaggio suggeriscono che debba succedere chissà che e, poi, ciccia), come se cercasse dei riempitivi a effetto.
    Non vedevo Dorff da qualche tempo e, qui, complice la pettinatura (o la parrucca di scena, non so), mi pare somigli un bé a Ewan McGregor! Spero che il suo personaggio si faccia vivo presto, perché, finora, mi sembra un po’ “non pervenuto”: per esempio, mi sembra troppo accondiscendente con il collega, nessun contrasto, accetta tutto quel che fa non si sa bene in virtù di cosa.
    A proposito di cose “non pervenute”: per ora, la canzone della Wilson non mi piglia.

  2. Stefania / 22 Gennaio 2019

    Ahia, il terzo episodio mi è sembrato abbastanza banale e poco “centrato”. Mi pare che la trama criminale sia svaporata a favore del rapporto di Hays con i famigliari, moglie in primis. Spero che le due cose si equilibrino meglio con il procedere della stagione.
    In questo episodio, è stato dato un po’ più di spazio a Dorff, ma continua a… non pervenire. In compenso, nella versione 90’s, l’attore non somiglia più a Ewan McGregor, ma a Luke Perry (oggi, non in versione Beverly Hills 90210).

  3. Stefania / 30 Gennaio 2019

    Per il quarto episodio, confermo quanto detto per il terzo e confesso che sto iniziando ad annoiarmi 🙁
    Bravi tutti gli attori protagonisti e comprimari, ma la storia criminale sembra non avanzare. In compenso, tutti sembrano sospettati di quanto accaduto nel 1980. La confusione (narrativa) regna sovrana (immagino che sia voluta, per sollecitare la curiosità del pubblico, ma, nel complesso, non ci sono colpi di scena particolari, snodi essenziali, mah).

  4. Stefania / 11 Febbraio 2019

    Il quinto episodio mostra per una buona metà (la prima, più o meno) cosa potrebbe essere questa stagione se la sceneggiatura si concentrasse davvero seriamente sulla vicenda criminale. Per il resto, yawn.

  5. Stefania / 13 Febbraio 2019

    Sesto episodio, ormai ne manca solo un paio: il mistero si dipana e si infittisce contemporeaneamente. Lo sbadiglio, purtroppo, è sempre dietro l’angolo. Del personaggio interpretato da Ali, mi piace l’imperfezione sempre più evidente di puntata in puntata: è un uomo pieno di difetti, ombroso. La sua versione anziana è, se possibile, ancora più interessante, per via della malattia che gli apre e chiude porte della memoria in maniera inaspatteta.
    Non apprezzo i dettagli che piovono dal cielo e questa stagione tende ad avere un po’ troppi passaggi in cui lo spettatore deve fare appello alla propria memoria, senza molti altri appigli, per capire subito a cosa si riferiscono alcuni dialoghi e dinamiche.

  6. Stefania / 20 Febbraio 2019

    Settimo episodio, ci siamo quasi (meno male). Il mistero resta fitto fitto (a un episodio dalla fine, pochi nodi si sciolgono e, anzi, se ne aggiunge uno fondamentale). Nel complesso, la qualità tecnica è molto alta, ma, personalmente, sono poco soddisfatta dal ritmo (troppo dilatato) e dalla gestione dell’inviluppo criminale della storia. Spero che il finale di stagione mi stupisca.
    Chi, finora, ha agognato la ricomparsa “fisica” di Rusty e Cohle potrebbe trovare momentaneo appagamento in questa puntata 😉

  7. Stefania / 26 Febbraio 2019

    Ottavo episodio, True Detective 3 archiviato. Praticamente, mentre Mahershala Ali vinceva il secondo Oscar della sua carriera con Green Book, il suo detective “Purple” Hays provava definitivamente a trovare il bandolo della matassa di un caso lungo più di 30 anni.
    Purtroppo, il finale di stagione è stato abbastanza deludente. La tiritera è stata tirata tanto per le lunghe che, perfino la conclusione della storia è risultata blanda (e intuibile: non ho capacità intuitive particolari, ma, dopo il penultimo episodio, la situazione generale mi sembrava abbastanza chiara). Amplificati fino alla nausea i problemi e le dinamiche della vita di coppia fra Hays e la moglie (bella e brava Carmen Ejogo, ma il suo personaggio mi è sembrato molto contraddittorio, ci credo che ogni tanto Hays perdesse i riferimenti, con lei). Il personaggio di Ali mi è piaciuto di più in versione anziana: fragilità, difetti e malattia dell’uomo-Hays trovano perfetto compimento in una caratterizzazione misurata, supportata da un trucco credibile e da una buona immedesimazione.
    Dorff si è confermato una buona spalla (non è mai un vero protagonista), ma il detective West, pur dolente e umano, mi ha convinta poco.
    Visto il poco peso rivestito dal contesto, ambientare la storia ai piedi dei monti Ozark (un dettaglio su cui Pizzolatto contava tanto) o in un altro posto di provincia mi pare ininfluente.
    In sintesi, i tormenti dei personaggi erano amalgamati in maniera così incerta con la trama, già di per sé sbrindellata, che , alla fine, True Detective 3 mi è sembrato un altro buco nell’acqua, dopo la terribile seconda stagione.
    Però, c’è un aspetto narrativo positivo che, a suo modo, mi ha stupita.
    SPOILER SPOILER SPOILER SPOILER
    Il finale della terza stagione della serie tv HBO sembra aprire uno spiraglio di positività.
    La ragazzina scomparsa ha avuto una chance e ha saputo sfruttarla: nonostante le cose orrende che le sono capitate per colpa di una famiglia distratta, ha afferrato la possibilità di avere una vita diversa e migliore, diventando una donna (perlomeno apparentemente) amorevole e attenta come la sua non era mai stata. Insomma, c’è una strana speranza, in True Detective 3. Niente pedofili, niente riti satanici o simili, nessuna tratta di bambini. Solo (solo?) tanto desiderio di amore che devia nell’alveo della malattia mentale e della distruzione, propria e di terzi. Non dico che sia un buon finale, anzi. Però, mi ha colpito il fatto che si sia scelto di dare una svolta in meglio al destino della vittima.

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