“Breaking Bad”, la rivoluzione continua

La serie tv 'Breaking Bad' ha debuttato nel 2008 e ha cambiato la storia della televisione. Come ha influito sulle altre serie tv? Resiste al passare del tempo?

Anniversariserie tv , di
“Breaking Bad”, la rivoluzione continua

“Breaking Bad”, serie tv rivoluzionaria

Il 20 gennaio 2008, sulla rete televisiva statunitense AMC, andava in onda il primo episodio di una serie tv destinata a cambiare la storia del piccolo schermo [1].
Si trattava di BREAKING BAD, una serie tv ideata da Vince Gilligan e terminata nel 2013, dopo cinque stagioni, un numero notevole di premi (fra cui, 16 Emmy Awards e 2 Golden Globe) e un pubblico cresciuto in maniera esponenziale [2].
Questa produzione televisiva è considerata un punto di riferimento per scrittura, regia e caratterizzazione dei personaggi [3]. È il modello esplicito di altre produzioni tv (l’ultima, in ordine di tempo, è OZARK) e ha generato un eccellente spin-off come BETTER CALL SAUL [4].
Nonostante il livello qualitativo molto alto raggiunto dalla serialità televisiva contemporanea, BREAKING BAD sembra non risentire del passare del tempo. La serie che racconta la parabola discendente di Walter White non è invecchiata. A distanza di anni dalla messa in onda del pilot, BREAKING BAD è ancora una serie molto contemporanea.

  • Breaking Bad - Reazioni Collaterali
    8.9/10 1086 voti
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    Walter White, l’everyman di “Breaking Bad”: da Mr. Chips a Tony Montana

    Già nel 2013, Vince Gilligan parlava del successo degli antieroi, nuovi protagonisti della serialità televisiva: «Fra cinque anni forse ci chiederemo “ti ricordi quando a tutti piacevano gli antieroi?”» [5]. Gli antieroi sono ancora tra i personaggi più esplorati nelle serie tv.
    Frank Underwood (HOUSE OF CARDS), Elliot Alderson (MR. ROBOT), Thomas Shelby (PEAKY BLINDERS) sono personaggi cattivi o profondamente divisi nel proprio intimo, con una morale dubbia o del tutto assente.
    Il protagonista di BREAKING BAD, Walter White/Heisenberg (Bryan Cranston), si pone ai vertici di questo antieroismo tragico [6].

    Breaking Bad: la svolta di Walter White

    Breaking Bad: la svolta di Walter White.

    All’inizio della prima stagione di BREAKING BAD, White è il classico everyman (l’uomo qualunque), un padre di famiglia dal carattere mite e remissivo, che svolge un lavoro comune.
    Walter è un professore di chimica che dispone di uno stipendio misero e di un’assistenza sanitaria che non gli permettono di sostenere le spese necessarie a curarsi e di mantenere economicamente la moglie Skyler, incinta, e il figlio Walter Jr., gravemente disabile.
    Con il procedere della serie, Walter diventa il più potente e temuto trafficante di metanfetamina degli Stati Uniti del Sud, uno spietato criminale e assassino, pronto a tutto per ottenere ciò che vuole.
    Quello di Walter White è un viaggio di formazione al contrario. La parabola discendente di White descrive perfettamente l’arco di trasformazione di un personaggio [7].
    L’obiettivo di Gilligan era trasformare Mr. Chips in Tony Montana [8], creando il Pericolo in persona [9]. E ci è riuscito.

  • Mr. Robot
    8.1/10 247 voti
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    La rivincita dei nerd: da “Breaking Bad” a “Mr. Robot”

    Lentamente, Walter White passa dallo status di buono a quello di antieroe e, infine, di villain indiscusso di BREAKING BAD. Contemporaneamente, la sua vicenda rappresenta anche la rivincita dei nerd, un altro tema centrale delle serie tv di oggi. Pensiamo alle sit-com THE BIG BANG THEORY e SILICON VALLEY o al thriller-drama MR. ROBOT.
    White è un professore di chimica insoddisfatto, una mente geniale che ha visto sfumare il sogno di una carriera brillante. Intanto, gli ex colleghi con i quali aveva fondato un’azienda sono diventati milionari. La scoperta di avere un cancro ai polmoni in fase terminale e la volontà di provvedere alla sua famiglia lo spingono verso il traffico di droga e il Male.
    Solo alla fine della serie, il personaggio ammette di avere una natura egoistica che lo ha portato a riprendersi, con tanto di interessi, ciò che aveva perso in passato e che, a suo dire, gli spettava di diritto.

  • MINDHUNTER
    7.8/10 182 voti
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    La trama di “Breaking Bad”: corrompere il Bene e scatenare il Male

    Dopo l’avvento di BREAKING BAD, molti telefilm hanno iniziato a prediligere personaggi complessi e sfaccettati, afflitti da dubbi etici e morali, in azione in un mondo corrotto e caotico, impregnato di pessimismo. Fra le tante serie tv, ne sono un esempio ancora il thriller psicologico MR. ROBOT e MINDHUNTER.
    La corruzione del Bene è uno dei temi cardine di BREAKING BAD.
    Walter White decide di abbracciare il Male e diventa Heisenberg. La sua vita precipita in un vortice di sangue e violenza.

    Breaking Bad: Jesse Pinkman e Walter White

    Breaking Bad: Jesse Pinkman e Walter White.

    Il centro della storia risiede nella incredibile metamorfosi del protagonista e nella contorta relazione padre-figlio instaurata con il suo partner criminale, Jesse Pinkman (Aaron Paul), un ex alunno con il quale costruisce il business della droga sintetica chiamata blue meth [10].
    Sullo sfondo, c’è un mondo al collasso emotivo ed economico [11]. La società è in crisi, poiché si basa su un sistema che non premia il talento. Piuttosto, spinge un uomo comune come Walter a liberare il lato più oscuro di sé, a scatenare il Male, to break bad [12], come ricorda il titolo della serie.

    Jesse Pinkman, il cuore pulsante della serie tv “Breaking Bad”

    Lo show racconta due modi diametralmente opposti di reagire agli orrori del mondo e a una società cinica governata dal dio denaro. BREAKING BAD è un’autentica tragedia americana, di cui Walter è ovviamente l’eroe, nel senso classico del termine.
    Mr. White è la personificazione e il simbolo del crollo dei valori tradizionali, un uomo disilluso che mente a tutti, anche a se stesso. Con il procedere della storia, diventa sempre più difficile empatizzare con lui, a causa degli atti meschini e brutali che commette.

    Breaking Bad: in più di un'occasione, Jesse deve fare scelte molto drammatiche

    Breaking Bad: in più di un’occasione, Jesse deve fare scelte molto drammatiche.

    Jesse è una delle tante vittime di White e di un mondo pieno di contraddizioni, ingiustizie e disuguaglianze sociali. Il partner criminale di Heisenberg è l’emblema dell’uomo complesso che collassa sotto il peso dei suoi peccati, interiormente lacerato e straziato dal senso di colpa. Ma, a sua volta, Jesse è protagonista di una crescita positiva.
    La lenta presa di coscienza del Male compiuto lo porta a riscoprire il lato più umano di sé. Egli è l’anima sanguinante e il cuore pulsante di BREAKING BAD.

    Lo stile di “Breaking Bad”

    Negli ultimi anni, le fiction seriali hanno alzato notevolmente l’asticella della qualità delle produzioni tv. Le protagoniste della scena televisiva sono produzioni complesse, originali, sperimentali nei contenuti e nella forma (WESTWORLD, LEGION, THE OA).
    In particolare, BREAKING BAD deve gran parte del suo successo a una messa in scena impeccabile e mai convenzionale [13].
    Sin dai suoi primi episodi, la serie AMC si è subito distinta per uno stile coraggioso e originale. Il suo obiettivo era raccontare una storia attraverso le immagini [14].
    Punti di vista inusuali, inquadrature strette su oggetti e dettagli, il frequente uso di flashforward e ralenti: lo stile unico e riconoscibile della serie si basa anche su queste scelte estetiche e tecniche, poi riproposte -se possibile, con ulteriore maturità- nella serie tv BETTER CALL SAUL.

    Breaking Bad: niente è lasciato al caso

    Breaking Bad: niente è lasciato al caso.

    Il primo episodio della seconda stagione di BREAKING BAD è molto significativo. Si apre con una cold open (letteralmente, una apertura fredda) che mostra una sequenza fotografata in bianco e nero.
    In scena, compare solo un peluche rosa privo di un occhio che galleggia in una piscina. Il suo significato verrà svelato solo in seguito, ma diventerà uno dei leitmotiv della narrazione.
    Nella terza stagione, per esempio, un intero episodio è stato dedicato alla caccia grossa di una mosca, senza che la narrazione generale proceda significativamente.
    Quell’insetto fastidioso tornerà in un’altra occasione (la morte del “tuttofare” Mike), ribadendo la sua natura simbolica e affatto casuale.

    “Breaking Bad”: un progetto sulla lunga distanza

    Un altro tratto distintivo di BREAKING BAD è la lenta progressione della storia.
    La vicenda raccontata si svolge in un periodo di circa due anni. In questo lasso di tempo, lo spettatore vede cambiare gradualmente Walter White. Da marito e padre mite con una vita ordinaria, l’uomo diventa re incontrastato della droga.
    La serie è stata accusata di essere eccessivamente lenta e di annoiare [15]. Ma è proprio la lentezza con cui procede a renderla credibile e verosimile. Non sorprende che la possibilità di recuperare l’intera serie tv su piattaforme di contenuti on demand come Netflix [16] rafforzi questa cadenza efficace del racconto.
    Senza dubbio, Netflix ha contribuito a cambiare il modo di guardare le serie tv e di costruire la narrazione televisiva.

    Breaking Bad: un'evoluzione a doppia velocità

    Breaking Bad: un’evoluzione a doppia velocità.

    Rilasciare in blocco tutti gli episodi di una serie tv dà al pubblico la possibilità di vedere praticamente senza interruzioni e in tempi estremamente concentrati tutti gli episodi di una stagione (binge watching).
    Però, influisce anche sull’interpretazione dei contenuti.
    Seguita con i tempi suggeriti dalla messa in onda della AMC, la storia di Walter appare rallentata. Vista pressoché senza interruzioni da un binge watcher su una piattaforma di streaming, l’evoluzione del protagonista è molto più veloce e suggerisce che il mostro è presente da tempo dentro Walter White [17].
    Entrambe le modalità di visione sono accettabili. Ciò conferma l’innovazione apportata da BREAKING BAD, una serie tv pensata sulla lunga distanza e non sul singolo episodio.
    Tale inclinazione è diventata evidente nelle serie più recenti di Netflix e, ormai, è una costante di tutte le produzioni seriali realizzate per essere fruite in streaming.

  • Better Call Saul
    8.2/10 235 voti
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    Altre serie tv come “Breaking Bad”: “Better Call Saul”

    L’eredità di BREAKING BAD è presente anche nelle produzioni televisive più insospettabili.
    Ne è un esempio THIS IS US, uno dei tanti show che, nel suo arco narrativo, opta spesso per cold open non immediatamente correlate alla storia principale [18].
    Lo spin-off e prequel di BREAKING BAD, BETTER CALL SAUL, ha espanso l’universo originario della famosa serie tv, focalizzandosi sull’avvocato Saul Goodman.
    Saul è un antieroe molto diverso da Walter White. È un personaggio più umano di White, è un uomo ordinario e incredibilmente solo. Perciò, lo spettatore è portato a un maggior coinvolgimento emotivo verso questo protagonista e la sua vicenda.
    Non è sbagliato dormandarsi addirittura se, vista la sua qualità, BETTER CALL SAUL non sia persino meglio di BREAKING BAD [19].

  • I Soprano
    8.3/10 135 voti
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    Prima di “Breaking Bad”: “I Soprano” e “The Wire”

    A sua volta, BREAKING BAD è una serie debitrice nei confronti di altri acclamati crime-drama.
    In particolare, de I SOPRANO (HBO, 1999-2007), la serie tv pioniera dell’antieroismo seriale, e di THE WIRE (HBO, 2002-2008), che ha aperto la strada a una serialità completamente orizzontale, cioè a trame che si estendono senza interruzioni e che richiedono allo spettatore un certo grado di fedeltà e pazienza.
    BREAKING BAD deve molto a entrambi questi famosi telefilm, ma, rispetto a essi, la serie AMC ha fatto un passo in avanti.
    Walter White compie un percorso completo, sviluppato in cinque stagioni e 62 episodi della durata di un’ora ciascuno. L’evoluzione che lo caratterizza è del tutto assente in Tony Soprano e nei personaggi di THE WIRE. Nessuno di essi, infatti, cambia mai veramente e in maniera tanto radicale quanto Mr. White.

  • Mad Men
    8.3/10 144 voti
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    “Breaking Bad” e “Mad Men”

    BREAKING BAD ha debuttato quasi in contemporanea con un’altra pluripremiata serie tv AMCMAD MEN (2007-2015). È stato anche grazie al successo della creazione di Matthew Weiner, se BREAKING BAD ha visto la luce. Le due serie, infatti, hanno molti punti in comune.
    Pure MAD MEN racconta la caduta verso il baratro di un uomo, il pubblicitario newyorkese Don Draper (John Hamm), attivo nella New York dei primi anni Sessanta del Novecento.
    Draper è un soggetto complesso, un’icona di stile, è affascinante, ma è un uomo difficile da amare che nasconde molti segreti. La storia di Draper, come quella di Walter White, è contraddistinta da un ritmo lento. Ma MAD MEN ha una trama più rarefatta rispetto a BREAKING BAD. La storia del protagonista, infatti, si intreccia con quelle delle agenzie in cui lavora e dei numerosi comprimari che lo circondano.
    Pur essendo diventata un fenomeno culturale [20], la serie di Weiner ha diviso molto gli spettatori.

    “BREAKING BAD” E L’UOMO POSTMODERNO

    Fra i tanti riconoscimenti ricevuti, MAD MEN ha ottenuto anche la copertina della prestigiosa rivista cinematografica francese Cahiers du Cinéma. Eppure, l’eleganza e la rara raffinatezza [21] di una serie colta per gente colta [22] non sono riuscite a convincere tutto il pubblico.
    Al contrario, affrontando temi difficili e attuali come il cancro e la droga, BREAKING BAD ha ricevuto consensi più unanimi e diffusi. Ha saputo unire intrattenimento e scelte d’autore.

    Breaking Bad: un western postmoderno

    Breaking Bad: un western postmoderno.

    Vince Gilligan ha definito la sua serie tv un western postmoderno [23]. Forse, non c’è definizione più adatta per descrivere una serie di fiction che mette da parte il dualismo di stampo manicheo buono/cattivo, tipico del western tradizionale, per raccontare tutte le sfumature dell’uomo postmoderno, caratterizzato da bugie, ambiguità e slanci umani.
    Ormai, la serialità televisiva contemporanea fa altrettanto: decostruisce i ruoli di genere, sia maschili che femminili, redifinendoili.
    È evidente che BREAKING BAD non invecchia. In realtà, non passa mai di moda.

Note, sitografia, bibliografia

[1] https://mic.com/articles/65683/breaking-bad-finale-4-ways-the-show-changed-television#.GwDVzXudc
[2] Il pilot venne visto da poco più di un milione di persone. La messa in onda dell’ultimo episodio della stagione finale ebbe oltre 10 milioni di spettatori.
[3] http://variety.com/2013/tv/news/breaking-bad-finale-bryan-cranston-amc-gilligan-1200671426/
[4] http://www.vulture.com/2017/06/better-call-saul-season-three-finale-review.html
[5] http://www.vulture.com/2013/05/vince-gilligan-on-breaking-bad.html
[6] Aldo Grasso, Cecilia Penati, La nuova fabbrica dei sogni, Il Saggiatore, 2016, p. 165
[7] Aldo Grasso, Cecilia Penati, Op. cit. p. 166
[8] http://www.vulture.com/2013/05/vince-gilligan-on-breaking-bad.html
[9] In una delle sequenze più celebri della serie tv, Walter White dice: “Non sono in pericolo. Io sono il pericolo”
[10] La metanfetamina creata da Walter e Jesse è purissima e si contraddistingue per il colore blu
[11] Aldo Grasso, Cecilia Penati, Op. cit. p. 165
[12] In un’intervista, Vince Gilligan ha spiegato il significato e l’origine del titolo della serie tv. BREAKING BAD è un’espressione che deriva da un regionalismo della zona meridionale della Virginia. In generale, significa infrangere la legge, avere un atteggiamento ribelle: http://entertainment.time.com/2013/09/23/breaking-bad-what-does-that-phrase-actually-mean/
[13] Documentario SHOWRUNNERS, disponibile in streaming legale e gratuito su: https://www.vvvvid.it/#!show/188/showrunners/174/461956/vince-gilligan-breaking-bad
[14] http://latimesblogs.latimes.com/showtracker/2010/05/breaking-bad-michael-slovis-a-visual-storyteller.html
[15] http://www.telegraph.co.uk/culture/tvandradio/10286409/Breaking-Bad-Breaking-Bored-more-like.html
[16] Anche in Italia, attualmente, BREAKING BAD compare nel catalogo Netflix
[17] Aldo Grasso, Cecilia Penati, Op. cit. p. 37
[18] https://www.vox.com/culture/2016/10/11/13181994/breaking-bad-cold-opens-influence
[19] http://uproxx.com/tv/better-call-saul-better-than-breaking-bad/
[20] Aldo Grasso, Cecilia Penati, Op. cit. p. 95
[21] Aldo Grasso, Cecilia Penati, Op. cit. p. 91.
[22] http://www.minimaetmoralia.it/wp/cera-una-volta-mad-men/
[23] http://www.vulture.com/2013/07/vince-gilligan-breaking-bad-exhibit-tour-guide.html

1 commento

  1. Federico66 / 18 Gennaio 2018

    Un’analisi molto puntuale ed interessante. Non avrei mai pensato ad un parallelo con “Mad Men”, che come sai ho apprezzato quanto BB. Grazie 🙂

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