“Searching for Sugar Man”, in memoria di Bendjelloul.

Malik Bendjelloul, regista del documentario premiato con l'Oscar nel 2013, è scomparso pochi giorni fa. Stasera, Rai 5 dedica la prima serata al racconto della vita del musicista Sixto Rodriguez.

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“Searching for Sugar Man”, in memoria di Bendjelloul.

Stasera (16 maggio), alle 21:10, Rai 5 proporrà il documentario premio Oscar 2013 Searching for Sugar Man.

Il regista, il trentaseienne svedese Malik Bendjelloul, è recentemente scomparso: il suo corpo privo di vita è stato ritrovato nel suo appartamento di Stoccolma nella notte tra il 13 ed il 14 maggio scorso. Le poche voci circolate escludono un evento criminoso: si è trattato, forse, di suicidio.
Prima di diventare regista e di realizzare alcuni documentari musicali su artisti come Elton John e Bjork, Bendjelloul aveva studiato giornalismo e si era dedicato ad una breve carriera come attore in alcune produzioni televisive svedesi.
Durante un viaggio in Sudamerica, Bendjelloul venne a conoscenza della curiosa storia di Sixto Rodriguez, cantautore folk nato a Detroit nel 1942, grazie all’incontro con due fan sudafricani del musicista.

Girato parzialmente con un iPhone, il documentario richiese quattro anni di ricerca e di realizzazione e condusse Bendjelloul fino in Sudafrica, dove Rodriguez è tuttora considerato un vero mito.
Dopo essere stato scoperto e prodotto dalla Motown Records ed aver realizzato un paio di album agli inizi degli anni Settanta, apprezzati dalla critica ma snobbati dal pubblico, Sixto venne abbandonato dalla sua etichetta discografica.
Rodriguez, su cui iniziarono a girare voci incredibili, come quella secondo cui pare si fosse ucciso dandosi fuoco su un palco, durante un concerto, si ritirò dalla scena musicale, diventando operaio edile.

A partire dalla metà degli anni Settanta, i suoi dischi iniziarono a circolare con grande successo in Rwanda, Botswana e Sud Africa. Un’etichetta australiana acquistò a sua insaputa i diritti dei suoi lavori e iniziò a distribuirli anche in Oceania: nel 1979, venne chiamato prima dalla Mark Gillespie Band e poi dai Midnight Oil affinché li affiancasse nelle loro tournée.
La raccolta dei suoi migliori brani, At his best, divenne inaspettatamente un simbolo della lotta all’apartheid in Sud Africa, ma Rodriguez venne realmente a conoscenza della propria notorietà all’estero solo nei tardi anni Novanta.

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