Amazon acquista “Ronja”, la prima serie tv dello Studio Ghibli

Il servizio on demand Amazon Video trasmetterà i 26 episodi della serie tv animata ispirata all'omonimo romanzo di Astrid Lindgren. Scopriamo insieme di cosa parla e quali sono i precedenti seriali firmati dai co-fondatori dello Studio Ghibli, Takahata e Miyazaki.

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Amazon acquista “Ronja”, la prima serie tv dello Studio Ghibli

“RONJA”, LA PRIMA SERIE TV FIRMATA GHIBLI

La prima serie tv realizzata dallo Studio Ghibli di Takahata Isao e Miyazaki Hayao è Sanzoku no musume Rônya, una serie a cartoni animati ispirata al romanzo per ragazzi Ronja. La figlia del brigante pubblicato dalla scrittrice svedese Astrid Lindgren nel 1981 e diretta dal figlio d’arte Miyazaki Gorô (I RACCONTI DI TERRAMARE, 2010): dopo essere stata trasmessa in Giappone a partire dall’autunno 2014, ricevendo responsi positivi, la serie tv non è mai stata distribuita nel resto del mondo.
Nei giorni scorsi, Variety ha diffuso la notizia che i diritti del cartone animato Ghibli sono stati appena acquisiti da Amazon, che ne prevede la distribuzione negli Stati Uniti attraverso la piattaforma di contenuti on demand Amazon Video.
La serie tv sarà distribuita con il titolo RONJA THE ROBBER’S DAUGHTER: stando ai progetti di Amazon, l’anime targato Ghibli dovrebbe essere disponibile su Amazon Video a partire da novembre.
Il servizio Amazon Video non è ancora arrivato in Italia, ma alcune serie tv prodotte dagli Amazon Studios sono già state distribuite nel nostro Paese da altre piattaforme (MOZART IN THE JUNGLE, TRANSPARENT): perciò, nell’attesa che Amazon Video approdi ufficialmente anche dalle nostre parti, è lecito confidare nell’acquisizione dei diritti di distribuzione di questa serie tv da parte di altri servizi di programmazione on demand che già operano sul territorio nazionale.

Un bozzetto di 'Ronja' (fonte: Tumblr)

Un bozzetto di ‘Ronja’ (fonte: Tumblr)

IL MEDIOEVO FANTASTICO DI “RONJA” E L’USO DELLA CGI

Composto da 26 episodi, il cartone animato è ambientato in un Medioevo fantastico e racconta la storia di Ronja, una bambina figlia di un pittoresco brigante. La ragazzina vive in un grande castello diroccato abbarbicato su uno sperone roccioso che domina una buia foresta abitata da innumerevoli creature fantastiche, talune anche pericolose, di cui Ronja ha imparato il linguaggio e con cui comunica.
La voce narrante anglofona sarà quella dell’attrice Gillian Anderson (X-FILES), che ha già collaborato a distanza con lo Studio Ghibli, prestando la sua voce a Moro, la gigantesca lupa bianca di PRINCIPESSA MONONOKE (Mononoke Hime, 1997).
RONJA rappresenta il primo progetto Ghibli realizzato interamente con l’ausilio della computer graphic (CGI): benché l’uso delle tecnologie di questo tipo sia in uso fin dai tempi di PRINCIPESSA MONONOKE, finora l’ausilio della computer graphic nei lungometraggi Ghibli era rimasta pressoché limitata alla creazione degli sfondi e all’animazione di particolari dettagli. La filosofia che ha sempre mosso le creazioni Ghibli è quella di integrare armonicamente il disegno digitale con quello realizzato a mano, la cui qualità rappresenta uno dei marchi di fabbrica dello Studio.
Stando alle impressioni postate sul web da chi ha già avuto l’opportunità di vedere la serie tv, però, la resa estetica finale della CGI ha lasciato perplessa parte del pubblico che, pur apprezzando la rappresentazione estremamente realistica degli elementi naturali, ha storto un po’ il naso di fronte all’animazione dei personaggi, giudicata troppo poco fluida, a fronte di un’eccellente character design in pieno stile Ghibli.
Curiosità: all’inizio degli anni Settanta, quando lo Studio Ghibli non era neppure nei progetti dei suoi co-fondatori, Miyazaki e Takahata avevano già pensato di dedicarsi all’adattamento di un altro classico della Lindgren. Si trattava del celeberrimo Pippi Calzelunghe, ma, all’epoca, la scrittrice non concesse i diritti sull’opera.

I PRECEDENTI SERIALI DI MIYAZAKI E TAKAHATA

Abbiamo detto che RONJA THE ROBBER’S DAUGHTER è la prima serie tv animata prodotta dallo Studio Ghibli, ma i fan di Miyazaki e Takahata ricorderanno bene che i cineasti giapponesi, co-fondatori nel 1985 dello Studio, hanno già avuto a che fare con la serialità televisiva e che, in ogni occasione, la matrice dei loro anime è stata la letteratura di origine occidentale.
L’esordio in tv di Miyazaki risale al 1963, quando Hayao inizia a lavorare alla Toei Doga come intercalatore (cioè, come realizzatore di sequenze intermedie) per la serie animata OKAMI SHOUNEN KEN. Già nel ’68, fa un avanzamento di carriera, con la promozione a key animator (capo animatore). In questo periodo, collabora alla realizzazione di altre serie animate, come SALLY LA MAGA (Mahô tsukai Sarî), HELA SUPERGIRL (Sarutobi ecchan) e SAM IL RAGAZZO DEL WEST (Kôya no Shônen Isamu).

'Lupin e il castello di Cagliostro' (1979): la famosa 500 gialla usata da Lupin sia nell'anime che nel lungometraggio è stata voluta e inserita da Miyazaki

‘Lupin e il castello di Cagliostro’ (1979): la famosa 500 gialla usata da Lupin sia nell’anime che nel lungometraggio è stata voluta e inserita da Miyazaki

Il botto, però, arriva alla fine del 1971, quando Miyazaki e Takahata vengono chiamati da Otsuka Yasuo, direttore dell’animazione della Toei Animation, per lavorare a LE AVVENTURE DI LUPIN III (Lupin Sansei), adattamento seriale dell’omonimo manga di successo firmato da Monkey Punch a partire dal 1967, che, a sua volta, si basa sulle gesta di Arsenio Lupin, il ladro gentiluomo creato da Maurice Leblanc: subentrata con ottimi risultati in un progetto già avviato con scarso successo dalla Toei, alla coppia viene generalmente attribuita la paternità della prima serie a partire dal settimo episodio (Il segreto delle tre pergamene, conosciuto anche come La spada invincibile). Miyazaki, inoltre, ha partecipato come regista e sceneggiatore anche a due episodi della seconda stagione, Albatross, le ali della morte, e I ladri amano la pace, considerati tra i migliori dell’intero anime.
Nel ’74, Takahata viene chiamato dallo studio di animazione giapponese Zuiyo Eizo (la futura Nippon Animation) alla regia della co-produzione nippo-germanica HEIDI (Arupusu no shōjo Haiji) ispirata all’omonimo romanzo scritto nel 1880 dalla svizzera Johanna Spyri: qui, Miyazaki si occupa del layout (lo studio degli sfondi e delle scenografie).
Dopo il successo di HEIDI,  nel ’75,  la Nippon  realizza MARCO – DAGLI APPENNINI ALLE ANDE (Haha o tazunete sanzen ri), serie ispirata a uno dei racconti mensili del libro Cuore di Edmondo De Amicis, nuovamente diretta da Takahata: i layout  portano ancora la firma di Miyazaki che, per l’occasione (come viene raccontato anche in MIYAZAKI HAYAO TO JIBURI BIJUTSUKAN, il bel documentario diretto da Takahata nel 2005), si reca in Italia, a Genova, una delle location principali della storia, per studiare l’architettura locale e rappresentarla nella maniera più fedele possibile nell’anime.
L’impronta di Miyazaki è rimasta particolarmente vivida nelle produzioni Nippon realizzate tra gli anni Settanta e Ottanta, basti pensare al character design (l’aspetto dei personaggi) di anime come FLO LA PICCOLA ROBINSON (Kazoku Robinson hyôryûki fushigina shima no furône), LUCY MAY (Minami no niji no rûshî) e LE AVVENTURE DELLA DOLCE KATI (Makiba no shôjo Katori): Miyazaki ha abbandonato, in corsa, la supervisione ai layout della serie ANNA DAI CAPELLI ROSSI (Akage no An) per dedicarsi con Takahata al lungometraggio LUPIN E IL CASTELLO DI CAGLIOSTRO (Rupan sansei: Kariosutoro no shiro, 1979), ma la sua influenza risulta decisamente evidente anche in anime realizzati successivamente.

'Conan il ragazzo del futuro' (1978)

‘Conan il ragazzo del futuro’ (1978)

Senza Takahata, invece, Miyazaki si è dedicato alla sceneggiatura e alla realizzazione dei 26 episodi che compongono la serie animata distopica CONAN IL RAGAZZO DEL FUTURO (Mirai shônen Konan), basata sul romanzo The Incredible Tide di Alexander Key, programmata nel 1978 dalla NHK, la televisione di Stato giapponese, in occasione del suo venticinquennale.
Resta celebre la collaborazione tra Miyazaki e lo Studio Pagot di Torino, creatore del Calimero del Carosello: ideata da Marco Pagotto e da sua sorella Gina (Marco e Gi Pagot) e trasmessa nel 1984, la serie animata IL FIUTO DI SHERLOCK HOLMES (Meitantei Holmes) consiste in un adattamento in chiave canina delle avventure del detective vittoriano creato alla fine del XIX secolo da Sir Arthur Conan Doyle. Co-prodotta dalla RAI e dalla Tokyo Movie Shinsha (TMS), la serie ha visto entrare Miyazaki nel progetto con grande entusiasmo: dopo qualche tempo, però, la TMS ha dirottato il cineasta su un altro progetto (Little Nemo, mai realizzato), confinando il reale apporto di Miyazaki a soli 4 episodi completi e a 2 lasciati incompiuti nelle mani dei Pagot. A fronte della successiva rottura di Miyazaki con la TMS, l’amicizia tra i Pagotto e il regista giapponese, però, è rimasta immutata, tanto che i protagonisti del suo lungometraggio PORCO ROSSO (Kurenai no buta, 1992) si chiamano proprio Marco e Gina.

[Fonti: NME.com; Bencivenni Alessandro, Hayao Miyazaki. Il dio dell’anime, ed. Le Mani, 2005]


[Nella foto: un’immagine tratta dalla serie animata RONJA dello Studio Ghibli]

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