Esce “The Lobster”: il timore dell’estinzione umana in 5 sci-fi distopici

Arriva nei cinema italiani l'ultimo lavoro di Lanthimos: ambientato in un futuro prossimo in cui trovare un partner è imperativo, il film riporta in auge un tema caro al cinema, quello del timore del genere umano di non sopravvivere a se stesso.

Esce “The Lobster”: il timore dell’estinzione umana in 5 sci-fi distopici

IL RITORNO DI LANTHIMOS: UN CAST INTERNAZIONALE PER “THE LOBSTER”

THE LOBSTER arriva nei cinema italiani: l’ultimo lungometraggio del regista greco Yorgos Lanthimos raggiunge le nostre sale forte dell’apprezzamento ricevuto nei vari festival internazionali a cui ha partecipato negli ultimi mesi.
Con l’eccezione di Angeliki Papoulia, una delle attrici più amate dal cineasta ellenico, già protagonista di due dei suoi lavori precedenti, gli scioccanti ALPS (2011) e KYNODONTAS (2009), per la prima volta nella sua carriera Lanthimos si affida ad un cast composto pressoché esclusivamente da rinomati attori stranieri tra cui spiccano Colin Farrell, Rachel Weisz, Léa Seydoux, Ben Whishaw e John C. Reilly.
Benché THE LOBSTER si discosti dalle atmosfere espressamente disturbanti dei film realizzati finora da Lanthimos, questo nuovo lavoro mantiene vivo un forte senso del disagio affidandosi ad un contesto apertamente distopico: in un futuro decisamente prossimo, la popolazione di una fantomatica Città soggiace ad una legge imprescindibile quanto curiosa. Ogni individuo adulto che non abbia un compagno deve trascorrere 45 giorni in una struttura chiamata L’Hotel, al fine di trovare un partner. Qualora ciò non accada, lo scotto da pagare è doloroso e particolarmente grottesco, poiché consiste in una radicale trasformazione fisica.

LA PAURA DELLA FINITEZZA UMANA IN 5 FILM DISTOPICI

Fantascienza distopica e cinema vanno a braccetto fin dagli albori della Settima Arte, con consistenti influenze mutuate dalla letteratura di genere prodotta da autori del calibro di Ray Bradbury (FAHRENHEIT 451, 1966), Robert Shackley (LA DECIMA VITTIMA, 1965) e Philip K. Dick (BLADE RUNNER, 1982). Benché le innovazioni tecnologiche proposte in queste pellicole siano teoricamente volte al benessere umano, una tendenza innata dell’uomo alla tecnocrazia e l’abuso delle risorse tecnologiche porta pressoché puntualmente ad un’aberrazione delle loro potenzialità positive. Non è un caso che la fantascienza distopica, sia essa letteraria che cinematografica, descriva una società al collasso o portata ad esso in cui l’ingerenza negativa della tecnologia è preponderante.
Proponendo l’obbligatorietà di una relazione tra due individui, THE LOBSTER affronta in maniera quasi dissacrante il tema della prosecuzione della specie in una società improntata sul rispetto assoluto di regole e convenzioni arbitrarie, ma non si tratta ovviamente del primo titolo che affronta con diverse declinazioni tale questione.
Abbiamo scelto come lontano pretesto THE LOBSTER per proporvi 5 film di fantascienza distopica che trattano l’argomento, premendo l’acceleratore sul desiderio di immortalità dell’uomo: preparatevi a profonde introspezioni e a riflessioni sulla civiltà attuale (e occhio agli spoiler!).

  • Non lasciarmi
    7.1/10 444 voti
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    NON LASCIARMI

    Ispirato all’omonimo romanzo dello scrittore giapponese Ishiguro Kazuo, NON LASCIARMI (2010) è il secondo lungometraggio cinematografico diretto da Mark Romanek, noto per i suoi videoclip musicali, dopo l’inquietante ONE HOUR PHOTO (2002). Adattato per il grande schermo da Alex Garland (EX_MACHINA, 2015), il film è ambientato in un futuro indefinito: giovani individui orfani vengono cresciuti in una struttura collegiale situata nella suggestiva campagna inglese, completamente isolati dal resto del mondo ed educati ad esprimere la propria creatività attraverso lo studio delle arti e della storia. Una volta cresciuti, i ragazzi vengono allontanati dal collegio e mandati a vivere da soli in appositi cottage, mantenuti dallo Stato. Il loro compito è uno solo: fornire organi vitali agli esseri umani che ne hanno necessità. I ragazzi, infatti, sono dei cloni nati e cresciuti in laboratorio e, sostanzialmente, sono stati creati per permettere una sicura sopravvivenza del genere umano attraverso la donazione di organi sani perfettamente compatibili dal punto di vista genetico con gli organismi malati.
    La vicenda si concentra in particolare su tre ragazzi: Kathy (Carey Mulligan), Tommy (Andrew Garfield) e Ruth (Keira Knightley), destinati a diventare donatori. Come tutti gli adolescenti, anche i tre protagonisti maturano, sognano e si innamorano: pur essendo stati concepiti con uno scopo utilitaristico, saranno in grado di cambiare il proprio avvenire?

  • Gattaca – La porta dell’universo
    7.4/10 427 voti
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    GATTACA – LA PORTA DELL’UNIVERSO

    In un futuro abbastanza remoto, l’umanità è divisa tra individui validi e non validi: tale distinzione non viene effettuata sulla base di precisi meriti o attitudini, bensì sulla perfezione del codice genetico che consente di prevedere o -ancora meglio- di escludere eventuali malattie. I primi sono destinati a ricoprire i ruoli più importanti e prestigiosi all’interno della società, mentre i secondi sono costretti a vivere come dei paria, in una sorta di umiliante esilio. Per favorire la proliferazione di esseri umani biologicamente eccellenti, l’ingegneria genetica ha sviluppato tecniche tali da consentire di scegliere le cellule embrionali migliori all’interno del corredo genetico dei genitori del nascituro. Nonostante esista questa possibilità, però, la procreazione può avvenire ancora in modo naturale, con tutti i rischi del caso: Vincent (Ethan Hawke), per esempio, è stato concepito senza l’ausilio della genetica e soffre di una cardiopatia ereditata per via paterna. Al contrario, suo fratello Anthony (Loren Dean) è frutto della tecnologia ed è biologicamente irreprensibile, pronto ad occupare i vertici del sistema. Oltre che ad affermarsi all’interno di una società rigidamente classista che lo relega ai propri margini, Vincent riuscirà anche a vincere la sfida personale con Anthony?
    GATTACA (1997), film a tematiche biopunk diretto da Andrew Niccol (che tornerà al filone sci-fi con il poco convincente IN TIME, 2011), descrive una civiltà futuribile fondata su certezze artificiali, create ad hoc per colmare la paura della finitezza e dell’imperfezione.

  • I figli degli uomini
    7.0/10 339 voti
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    I FIGLI DEGLI UOMINI

    Ne I FIGLI DEGLI UOMINI, romanzo pubblicato da P.D.James nel 1992 diventato film con la regia di Alfonso Cuarón (GRAVITY, 2013) nel 2006, l’umanità è destinata inesorabilmente all’estinzione: siamo nel 2027, la specie umana è stata colpita da una diffusa infertilità e da quasi vent’anni non nasce alcuna nuova creatura. Nel frattempo, la civiltà è allo sbando: la popolazione mondiale è perlopiù un ammasso di profughi, molti di essi si riuniscono in estemporanei gruppi di ribelli supportati da gruppi terroristici armati. A capo di uno di questi c’è la coraggiosa Julian (Julianne Moore), ex-moglie di Theo (Clive Owen), un tempo attivista politico. La donna cerca improvvisamente Theo affinché trovi un lasciapassare che consenta ad una certa ragazza di superare indenne i confini presidiati. Julian mette nelle mani di Theo la vita di un’immigrata molto speciale: la ragazza, infatti, è incinta.

  • Moon
    Moon
    2009
    7.5/10 412 voti
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    MOON

    Diretto da Duncan Jones (SOURCE CODE, 2011) sulla base di un proprio soggetto originale poi sceneggiato da Nathan Parker (EQUALS, in concorso a Venezia 2015), MOON (2009) inizia come il racconto di una missione spaziale condotta sulla superficie lunare e volta all’estrazione di elio-3, un isotopo molto raro sulla Terra ma ampiamente diffuso sul satellite: esso rappresenta un’importante fonte energetica alternativa e la sua raccolta viene svolta dalla Lunar Industries, un’impresa specializzata in operazioni extraterrestri, che, sulla Luna, ha impiantato la base mineraria Sarang. Qui, opera Sam Bell (Sam Rockwell), un astronauta-operaio impegnato nell’estrazione del prezioso isotopo: l’uomo sta per terminare il proprio contratto di 3 anni ed è in attesa di essere recuperato da una squadra di soccorso. Durante tale periodo, non ha avuto quasi alcun contatto con la Terra, né tantomeno con la propria famiglia. La sua sola compagnia è rappresentata da GERTY (Kevin Spacey, nella versione originale), il sofisticato computer di bordo che interagisce con lui vocalmente e che supervisiona al corretto funzionamento delle attrezzature della base. Un piccolo incidente all’esterno di Sarang permette a Sam di scoprire la verità sulla reale gestione della base: essa, infatti, con la silente connivenza di GERTY, è stata affidata ad una serie di cloni del Sam Bell originario, da tempo tornato sulla Terra. Al termine di ogni triennio, il clone di turno viene ucciso e rimpiazzato da un nuovo, incosciente clone.

  • La città perduta
    6.9/10 50 voti
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    LA CITTÀ PERDUTA

    In un futuro e in luogo non meglio precisato, uno scienziato crea un essere in laboratorio, con l’intento di dare vita all’uomo più intelligente del mondo: Krank (Daniel Elmifork) si evolve in quanto tale, ma, contemporaneamente, invecchia molto velocemente. Egli imputa questo letale problema al fatto che la sua spropositata intelligenza gli impedisce di sognare. Aiutato dai suoi fratelli, tutti cloni identici del medesimo individuo (Dominique Piron) e da creature dotate di un occhio meccanico, inizia a rapire alcuni giovani orfani per sottrarre loro la propria preziosa materia onirica. Tra questi, capita anche il fratello minore di One (Ron Perlman), forzuto artista di strada che si mette immediatamente alla ricerca del ragazzino.
    Con LA CITTÀ PERDUTA (La cité des enfants perdus, 1995), Jean-Pierre Jeunet (IL FAVOLOSO MONDO DI AMÉLIE, 2001) e Marc Caro (DELICATESSEN, 1991) sfruttano una base cyberpunk per raccontare una oscura favola moderna che affonda le proprie radici nel mito del Prometeo moderno di Mrs. Shelley.

[Nella foto, Léa Seydoux in una sequenza di THE LOBSTER]

1 commento

  1. sempreassurda / 14 Ottobre 2015

    Questo film mi ispira parecchio e prendo spunto dai film consigliati a partire dalla città perduta per immergermi nella distopia

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