“Keeper” vince al Torino Film Festival 2015

Il film del regista francese Guillaume Senze ha vinto il premio più importante del concorso principale del TFF 2015 la cui giuria era guidata da Valerio Mastandrea. L'elenco di tutti i premi delle sezioni principali e di quelle collaterali.

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“Keeper” vince al Torino Film Festival 2015

“KEEPER” VINCE IL TFF 2015

Ieri (28 novembre), si è conclusa la 33ma edizione del Torino Film Festival: la giuria presieduta dall’attore e regista italiano Valerio Mastandrea ha incoronato vincitore la coproduzione franco-belga-svizzera KEEPER del regista francese Guillaume Senze che, oltre al titolo di miglior film, ha ricevuto un premio di quindicimila euro.
Il film di Senze affronta un tema delicato come quello della maternità e della paternità precoce senza incedere in toni melodrammatici, lasciando che a prevalere sia la dolcezza.
Ecco il trailer di KEEPER:

TFF 2015: I PREMI UFFICIALI

A seguire, l’elenco di tutti i premi ufficiali del TFF 2015:

TORINO 33 (Concorso Internazionale Lungometraggi): giuria composta da Valerio Mastandrea, Marco Cazzato, Josephine Decker, Jan-Ole Gerster, Corin Hardy.

Miglior Film
KEEPER di Guillaume Senez (Belgio/Svizzera/Francia)

Premio Speciale della giuria – Fondazione Sandretto Re Rebaudengo
LA PATOTA di Santiago Mitre (Argentina/Brasile/Francia)

Miglior attrice
Dolores Fonzi per LA PATOTA

Miglior attore
Karim Leklou per COUP DE CHAUD di Raphaël Jacoulot (Francia)

Miglior sceneggiatura (ex-aequo)
A SIMPLE GOODBYE di Degena Yun (Cina)
SOPLADORA DE HOJAS di Alejandro Iglesias Mendizábal (Messico)

Premio del Pubblico
COUP DE CHAUD di Raphaël Jacoulot (Francia)

PREMIO FIPRESCI: giuria composta da Kerem Akca, Gyözö Miklos Mátyás, Luca Pellegrini.

LES LOUPS di Sophie Deraspe (Canada/Francia)
Con la seguente motivazione: “‘Les loups’ è un viaggio terso e vero in territori che ci appaiono ancora sconosciuti. Sophie Deraspe disegna i rapporti umani e ambientali con grande forza drammatica, trasforma la gelida metafora ecologista in un caldo dramma familiare, senza forzature ma con sensibilità di donna e d’autrice, sigillando così un cinema essenziale ed emotivo insieme”.

FFdoc INTERNAZIONALE.DOC: giuria composta da Maja Bogojevic, Leonardo Di Costanzo, Marie Losier.

Miglior Film
FI RASSI ROND-POINT di Hassen Ferhani (Algeria/Francia)
Con la seguente motivazione: “Per la precisione, il rigore, la pertinenza delle scelte che permettono di trasformare un luogo di lavoro duro e di morte in una serie di tableaux vivants colmi di delicatezza, ironia e calore umano”.

Premio Speciale della Giuria
GIPSOFILA di Margarida Leitão (Portogallo)
Con la seguente motivazione: “Un ritratto toccante e affettuoso della nonna dell’autrice e del suo rapporto con la nipote, che illustra, con un umorismo superbamente sfaccettato, storie di contrasti, avventure, legami e incomprensioni tra donne di tre generazioni diverse e trasferisce, con candida sincerità e attraverso un approccio documentaristico minimalista da cinéma verité da parte della matura cineasta Margarida Leitão, i momenti emotivamente intensi di felicità e di tristezza nella vita delle donne”.

ITALIANA.DOC: giuria composta da Jonas Carpignano, Minnie Ferrara, Giovanni Giommi, assegna i seguenti premi.

Miglior Film (in collaborazione con Persol)
IL SOLENGO di Alessio Rigo de Righi e Matteo Zoppis (Italia)
Con la seguente motivazione: “Il rincorrersi di ‘voci di paese’ costituisce la struttura narrante di questo film perfettamente riuscito. La rivincita nel documentario creativo delle “teste parlanti” che, come un coro tragico, ci introducono alla storia di un uomo solitario e misterioso, scomparso chissà dove. Fondamentale l’apporto della fotografia e della cura del suono, per la riuscita dell’intera opera. Imprevisto e delizioso il finale a sorpresa, cardine intorno al quale ruota l’equilibrio della narrazione”.

Premio Speciale della Giuria
LA GENTE RESTA di Maria Tilli (Italia)
Con la seguente motivazione: “Per la capacità di raccontare la storia della famiglia Resta, la meravigliosa spontaneità dei bambini, la vita delle donne, il lavoro degli uomini ed insieme una città che vive intensamente il dibattito intorno alla fabbrica e al mare. Un film contestualizzato e convincente che trasporta lo spettatore nei luoghi più nascosti di Taranto e che trasmette con sobrietà le paure e le speranze di coloro che restano”.

ITALIANA.CORTI: giuria composta da Dente, François Farellacci, Tiziana Lo Porto.

Premio Chicca Richelmy per il Miglior Film
LE DOSSIER DE MARI S. di Olivia Molnàr (Belgio)
Con la seguente motivazione: “Per aver trasformato la molteplicità dei supporti e delle tecniche in un punto di forza e non di dispersione. Per la riconoscibilità e personalità dello sguardo e l’utilizzo espressivo di suoni e musiche. Perché ha dimostrato fiducia nella capacità del cinema di trasmettere emozioni e raccontare storie”.

Premio Speciale della Giuria
LA DOLCE CASA di Elisabetta Falanga (Italia)
Con la seguente motivazione: “Per la sua capacità di ascolto e di dialogo con la realtà. Perché ha capito che la ‘prise de risque’ ė la premessa necessaria a qualsiasi sguardo documentaristico”.

SPAZIO TORINO (cortometraggi realizzati da registi nati o residenti in Piemonte)

Premio Achille Valdata per il Miglior Cortometraggio (in collaborazione con La Stampa – Torino Sette)
TRAM STORIES di Leone Balduzzi (Italia)
Con la seguente motivazione: “Per la modernità e l’ironia della messa in scena e la particolarità del montaggio”.

PREMIO CIPPUTI: giuria, composta da Francesco Tullio Altan, Mariano Morace, Costanza Quatriglio.
IL SUCCESSORE di Mattia Epifani (Italia)

TFF 2015: I PREMI COLLATERALI

Ecco l’elenco dei premi collaterali del TFF 2015:

PREMIO SCUOLA HOLDEN – Storytelling & Performing Arts: giuria composta dagli allievi e dalle allieve del secondo anno del College di Cinema assegna il premio Miglior sceneggiatura di Torino 33.
SOPLADORA DE HOJAS di Alejandro Iglesias Mendizábal (Messico)
Con la seguente motivazione: “Chiavi sotto foglie secche. Adolescenti che perdono l’infanzia. Desideri malinconici. Belle gambe. Un film irriverente, sincero, delicatamente ironico, profondamente semplice. Poi, que será será”.

PREMIO ACHILLE VALDATA: giuria composta da 10 lettori di “Torino Sette”.
LA PATOTA di Santiago Mitre (Argentina/Brasile/Francia)
Con la seguente motivazione: “Per la tecnica narrativa, l’argomento forte e provocatorio trattato e la psicologia dei personaggi”.

PREMIO AVANTI (Agenzia Valorizzazione Autori Nuovi Tutti Italiani): giuria composta da Danilo Monte (regista), Alessandro Uccelli (Cineforum), Andrea Zanoli (Lab 80 Film) propone, per la distribuzione nel circuito culturale curata da Lab 80 film, il seguente film:
DUSTUR di Marco Santarelli (Italia)
Con la seguente motivazione: “Per la capacità di raccontare il fondamento umanistico delle costituzioni moderne e le contraddizioni del processo democratico, con una forma cinematografica solida e coerente, che riesce a superare limiti fisici e culturali, come il carcere, le sovrastrutture linguistiche e quelle religiose”.

Menzione speciale
VINCENZO DA CROSIA di Fabio Mollo (Italia)
Con la seguente motivazione: “Per aver portato alla luce una storia accantonata del nostro passato recente, dagli inattesi risvolti umani, politici e poetici. Trattando con delicatezza un’imponente mole di materiale di repertorio, il film trascina lo spettatore in uno stato di sospensione, a suo modo magica, circa la veridicità dei fatti testimoniati”.

PREMIO GLI OCCHIALI DI GANDHI assegnato dal Centro Studi “Sereno Regis” (Torino): giuria composta da Eliana Cantone, Teodoro Cavalluzzo, Angela Dogliotti, Pierandrea Moiso, Carlo Griseri.
DUSTUR di Marco Santarelli (Italia)
Con la seguente motivazione: “Citando dal film: ‘Per creare una società buona gli individui devono essere in relazione, consultarsi tra loro e agire in base ai propri accordi. Non si faccia discriminazione in base a posizione sociale, ricchezza, fama, religione. Affinché la società si sviluppi culturalmente, moralmente e sia coesa, è necessario che si proceda in accordo con l’opinione della maggioranza, e che si avvicini alla classe dei più deboli e poveri, dialoghi con loro e prenda in considerazione le loro richieste’.

Menzioni speciali
LA PATOTA di Santiago Mitre (Argentina/Brasile/Francia)
Con la seguente motivazione: “Per la rinuncia a una risposta violenta davanti ad una aggressione; benché risarcimento e vendetta vengano offerti da più parti, la protagonista li rifiuta in favore di un percorso personale di comprensione e di ricerca della verità, anche a costo di non essere sostenuta e compresa”.

IDEALISTEN di Christina Rosendahl (Danimarca)
Con la seguente motivazione: “Per l’esempio di giornalismo di pace applicato alla denuncia del rischio nucleare, spesso rimosso. Pur non compiendo atti clamorosi, il protagonista diventa un eroe nella sua normale e ostinata ricerca della verità”.

PREMIO INTERFEDI (Premio per il rispetto delle minoranze e per la laicità): giuria Interfedi, promossa dalla Chiesa Valdese e dalla Comunità Ebraica di Torino, con il patrocinio del Comitato Interfedi della Città di Torino, composta da Ada Treves (in rappresentanza della Comunità Ebraica), Marco Fraschia (Chiesa Valdese), Beppe Valperga (Comitato Interfedi).
COUP DE CHAUD di Raphaël Jacoulot (Francia, 2015)
Con la seguente motivazione: “Con occhio lucido e distaccato racconta le difficoltà di integrazione e la fragilità dei rapporti interpersonali all’interno di una piccola comunità rurale. La storia di un’estate anormale in cui la natura stessa è protagonista e fa emergere tensioni e conflitti in una vicenda dove menzogna, ipocrisia e pregiudizi convergono nella diffidenza verso un diverso, che non può essere altro che vittima o assassino”.

Menzione speciale
FLOTEL EUROPA di Vladimir Tomic (Danimarca/Serbia)
Con la seguente motivazione: “Film importante e meritevole per la sua forza e per come costringe a soffermarsi su cosa sia in realtà, in un contesto ed epoca particolari, la vita di migranti e profughi una volta raggiunto un paese sicuro. L’impossibilità di integrarsi, vivendo su una nave ormeggiata, e la realtà di una vita trascorsa ad attendere qualcosa che potrebbe non arrivare mai sono i temi di un documentario disperato che è anche sguardo sul passato e quasi percorso di iniziazione”.

[Nella foto, i due giovani protagonisti di KEEPER]

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