“Sto pensando di finirla qui”: una spiegazione del film Netflix di Charlie Kaufman

Alla filmografia di Charlie Kaufman, si aggiunge un altro complicato dramma psicologico. Ecco una spiegazione del film Netflix 'Sto pensando di finirla qui'.

“Sto pensando di finirla qui”: una spiegazione del film Netflix di Charlie Kaufman

L’ultimo film di Charlie Kaufman è su Netflix

Dal 4 settembre, sul catalogo Netflix, è disponibile STO PENSANDO DI FINIRLA QUI (I’m Thinking of Ending This, 2020), il nuovo film di Charlie Kaufman.
STO PENSANDO DI FINIRLA QUI è un dramma psicologico, un film originale Netflix scritto e diretto da Kaufman e ispirato all’omonimo romanzo dello scrittore canadese Iain Reid, che è anche tra i co-produttori del lungometraggio.
L’ultimo film dello sceneggiatore premio Oscar per SE MI LASCI TI CANCELLO (Eternal Sunshine of the Spotless Mind, 2004) è perfetto per la rubrica di NientePopcorn.it dedicata ai film che hanno per protagonista la psiche umana, Nel labirinto della mente.

A questo punto, decidete voi se proseguire o meno la lettura di questo articolo. C’è una valanga di spoiler in arrivo!

  • Sto pensando di finirla qui
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    La trama di “Sto pensando di finirla qui”

    Nel film di Kaufman, una ragazza (Jessie Buckley) parte per un viaggio in auto con il fidanzato Jake (Jesse Plemons). I due hanno programmato una visita ai genitori di Jake (Toni Collette e David Thewlis), che vivono in una fattoria isolata e che la ragazza incontrerà per la prima volta.
    Il viaggio in auto è lungo e, fuori dall’abitacolo, nevica sempre più forte. La ragazza rimugina continuamente sulla sua relazione con Jake. Nonostante i due stiano insieme da poche settimane, lei medita già di lasciarlo.

 

Un lavoro in linea con i migliori film di Kaufman

jessie buckley charlie kaufman set film

Jessie Buckley e Charlie Kaufman sul set del film.

Pienamente in linea con il resto della filmografia di Kaufman, la trama di STO PENSANDO DI FINIRLA QUI si basa su premesse abbastanza semplici, a cui il pubblico può sentirsi affine in diversa misura, e facilmente condivisibili. Fra le varie cose, il film parla di senso di inadeguatezza, timore e attrazione nei confronti del conformismo, paura del futuro e della solitudine.
Ma, come accade in tutti i lavori di Kaufman, anche STO PENSANDO DI FINIRLA QUI presenta sfumature psicologiche e psicanalitiche complesse che si riflettono sulla messinscena e che rendono difficoltoso raccontare e spiegare il film in maniera lineare.
Lo stesso Kaufman ne è consapevole. In una recente intervista telefonica al magazine Indiewire ha dichiarato: “Non sono molto bravo a spiegare le cose. Lascio che le persone facciano le loro esperienze (…). Sostengo l’interpretazione di chiunque”.

Una spiegazione del film “Sto pensando di finirla qui”

Se avete già visto l’ultimo film del regista di ANOMALISA (2015) e SYNECDOCHE NEW YORK (2008), sarete rimasti colpiti dalle tante “stranezze” che caratterizzano STO PENSANDO DI FINIRLA QUI: persone che invecchiano e ringiovaniscono nella stessa sequenza, nomi che cambiano, ballerini che irrompono in scena, la citazione di un film di Robert Zemeckis che non esiste…
Per fare un po’ di ordine nel caos malinconico e onirico dell’ultima opera di Kaufman, proviamo a fornire una spiegazione del film, attingendo anche a dichiarazioni dello stesso regista e sceneggiatore, consapevoli che questa interpretazione del lungometraggio possa non essere esaustiva.

Chi è il bidello? Le linee temporali del film

guy boyd bidello

Il bidello-Jake.

Eliminiamo subito ogni dubbio sull’identità del bidello del liceo (Guy Boyd).
L’uomo è Jake ormai anziano ed è lui il vero protagonista del film. Le sequenze che lo riguardano si svolgono in quello che possiamo definire “tempo presente”. Tutto il resto si è già svolto in passato. O, meglio, in una rielaborazione del passato formulata dalla mente del vecchio Jake.
Nel film di Kaufman, quindi, si intersecano varie linee temporali. Se ne contano almeno quattro:
1. l’infanzia di Jake (probabilmente, la fine degli anni Cinquanta o i primi anni Sessanta del Novecento), quando i suoi genitori sono ancora giovani;
2. l’adolescenza di Jake, quando si relaziona con coetanei che lo deridono, come le ragazze della gelateria, e, nel corso della quale, sua madre inizia a mostrare i segni di un possibile esaurimento nervoso;
3. la maturità anagrafica di Jake, in cui i genitori sono ormai vecchi. La madre non è più autonoma e la mente del padre non è più lucida. In seguito, la madre è allettata e il padre è scomparso. Forse, nel frattempo, è morto;
4. il presente, in cui Jake è un uomo solitario che lavora come bidello nello stesso liceo in cui ha studiato da ragazzo e che, per lui, è stato una gabbia e una sofferenza per quelli che definisce “tanti anni”. Qui, viene ancora deriso dagli studenti, in particolare dalle ragazze.

La rielaborazione del passato

tony collette david thewlis cena candele prosciutto

Jake rievoca il passato e lo manipola.

Per Jake, ovviamente, la rielaborazione dei ricordi avviene a livello mentale. Ciò che lo spettatore vede sullo schermo in riferimento alle prime 3 linee temporali non è la realtà, ma è il risultato delle manipolazioni dei ricordi di Jake.
Nel corso del film, infatti, il bidello-Jake riflette sulla propria vita ed evoca il passato, mischiandolo con fantasie, speranze e paure coltivate nell’arco della sua esistenza.
Jake ha superato la soglia della mezza età e sta entrando nel crepuscolo della vita. È un individuo stanco, sfatto (nella mente e nel corpo), disilluso e macerato dalla consapevolezza di non aver trovato un posto nel mondo e, forse, di non aver fatto (o non essere stato) abbastanza per meritarlo.

Jake riesce a leggere nella mente della ragazza?

jessie buckley macchina neveQuindi, tutte le scene in cui compaiono Jake e la sua ragazza sono frutto della mente dell’uomo.
È il motivo per cui, in diversi momenti del film, Jake dà l’impressione di poter leggere nella mente della compagna, tanto da interrompere il flusso dei suoi pensieri con domande o puntualizzazioni circostanziate.
Dato che è lui ad attribuire specifici pensieri alla ragazza, Jake è consapevole che la compagna non nutre particolare affetto nei suoi confronti. Probabilmente, non lo stima e teme (anzi, è convinto) che lei abbia accettato di frequentarlo per via di qualche convenzione sociale o perché non aveva altro di meglio da fare.

La ragazza è reale?

Ergo, la ragazza non esiste. O, meglio, non esiste così come Jake la immagina e, di conseguenza, come il pubblico la vede. Lei è una proiezione della mente di Jake.
Non sappiamo se sia esistita davvero, con quello stesso viso e quegli abiti, o se sia frutto della rielaborazione di più persone, reali o ideali.
Stando al dialogo tra lei e il bidello nella parte finale del film, potrebbe trattarsi di una certa ragazza che pare che Jake abbia osservato e ammirato in passato, mentre si trovava in un bar, e che non ha avuto il coraggio di avvicinare. Questo piccolo episodio sembra aver condizionato tutta la sua vita. Il rimorso per non aver fatto alcun approccio con lei ha iniziato a perseguitarlo, diventando un pensiero ricorrente, ossessivo e fondante di ogni sua azione, da quel momento in poi.

La ragazza e l’immaginazione di Jake

jessie buckley jesse plemons wordsworth lucy

Chi (o cosa) è la ragazza?

Il fatto che la ragazza sia un parto dell’immaginazione di Jake emerge da alcuni dettagli.
Per esempio, per pochi istanti, a un certo punto del film, durante il viaggio di ritorno, a Jessie Buckley si sostituisce un’altra attrice. Le somiglia, ma non è lei.
Durante il film, la ragazza cambia nome.  Spesso, è Lucy, ma è anche Lucia, Laura, Yvonne, Ames/Amy. Cambia sovente pure il suo corso di studi: letteratura, fisica, biologia…
Il suo maglione a righe colorate e nere cambia spesso tinta, passando dall’arancione al beige, fino al lilla.
Ogni volta che la ragazza racconta il primo incontro con Jake, cambiano anche le circostanze in cui si sono conosciuti.
È probabile che, nella mente di Jake, si sovrappongano più persone che, consapevolmente o meno, lo hanno fatto sentire inadeguato o che avrebbero potuto farlo sentire tale e che lui ha preferito tenere lontane da se, benché fosse interessato a loro.

Il film di Robert Zemeckis che non esiste

titoli di coda finto film regia robert zemeckis

‘Regia di Robert Zemeckis’.

Tra le varie cose che la ragazza dice di essere, c’è anche la cameriera. Una delle versioni dell’incontro tra lei e Jake riporta che i due si sono conosciuti nel diner dove lavora la ragazza. Ma è solo l’ennesima fantasia del bidello-Jake che il pubblico ha già visto intento a consumare il suo pranzo, da solo, davanti allo schermo di un televisore su cui scorrono le immagini conclusive di una commedia romantica. Nei titoli di coda di questo finto film, compare la scritta: Regia di Robert Zemeckis.
Perché Kaufman ha scelto di attribuire proprio al regista di FORREST GUMP (1994) e RITORNO AL FUTURO (1985) un film che non esiste?
Nella citata intervista a Indiewire, Kaufman ha dichiarato: “A volte le cose sono divertenti perché lo sono e ho pensato che, benché improbabile, sarebbe possibile che Zemeckis faccia questo film. È più un film à la Nancy Meyers. Non è il suo genere. (…) Ma è una cosa possibile, perciò fa ridere”.
Per la cronaca, Kaufman ringrazia Zemeckis nei credits di STO PENSANDO DI FINIRLA QUI.

Poesie, saggi, film: la vita di Jake condensata in una fantasia

camera di jake libri giochi jessie buckley

La camera di Jake, come la sua mente, è piena di libri, film, ricordi.

Oltre che essere un mix di più persone, quindi, la ragazza di Jake è un compendio dei libri e dei film che l’uomo ha amato nel corso della sua vita.
A un certo punto del film, la ragazza declama alcuni versi di poesia. Benché, fra le tante versioni di se, la giovane sia anche un’aspirante poetessa, il testo che recita non è frutto del suo estro. In realtà, si tratta di un estratto da Rotten Perfect Mouth, una raccolta di poesie pubblicate nel 2015 da Eva H.D, un’autrice canadese esistente.
In un’altra occasione, la giovane commenta a voce alta l’interpretazione dell’attrice Gena Rowlands nel film UNA MOGLIE (A Woman Under the Influence, 1974) di John Cassavetes e cita fedelmente una recensione del 1974 di una nota critica cinematografica statunitense, Pauline Kael (1919-2001), celebre firma del The New Yorker.

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Tra le cose di Jake, si notano una raccolta di poesie di Wordsworth, il libro di David Foster Wallace citato nel film, una copia in dvd di ‘A Beautiful Mind’ e il volume con le recensioni cinematografiche di Pauline Kael.

Nella camera di Jake, a casa dei suoi genitori, tra i libri sugli scaffali, compare For Keeps: 30 Years at the Movies, una raccolta di recensioni della Kael pubblicata nel 1996.
Quando la ragazza termina la sua dissertazione sul film di Cassavetes, la cui protagonista è una donna affetta da disturbi della personalità, Jake non è in grado di controbattere, sembra affascinato e annichilito dalla sicumera e dalla padronanza di linguaggio e contenuti della compagna. Nell’intervista a Indiewire citata in apertura, a questo proposito, Kaufman ha dichiarato: “[La Kael] Mi è sempre piaciuta, sono cresciuto con lei, leggendola e pensando che fosse più intelligente di me”.

La ragazza e Jake sono la stessa persona?

foto bambino capelli rossi

Chi è il soggetto della foto? Jake o la ragazza?

A questo punto, è possibile ampliare il ragionamento e affermare che la ragazza e Jake sono la stessa persona.
Jake è vittima di una forma di schizofrenia e immagina di relazionarsi con una persona che non esiste, perché, in realtà, la ragazza è solo una sua proiezione mentale.
Poco dopo essere arrivati a casa dei genitori di Jake, guardando alcune foto di famiglia appese a una parete, la ragazza si meraviglia di trovare anche un suo ritratto da bambina. Lo spettatore non vede chiaramente i lineamenti del viso fotografato, ma, per via dei capelli vagamente fulvi del soggetto, è portato a pensare che le somigli davvero, stupendosi e turbandosi insieme a lei.
In realtà, quella che attira l’attenzione della ragazza è una foto di Jake ed è logico che lei si riconosca in quel ritratto, dato che la ragazza e il ragazzo sono la stessa persona.

Il rapporto di Jake con i genitori e gli estranei

jessie buckley gelateria ragazze

Le ragazze del Tulsey Town Ice Cream.

Jake sembra convinto di aver deluso i propri genitori.
È probabile che la fugace sequenza in cui li si sente e vede discutere animatamente in cucina sia uno dei momenti-chiave della formazione di Jake e che, in quel frangente, abbia maturato la certezza di aver compromesso la serenità della sua famiglia.
Non è chiaro se Jake abbia concluso gli studi e con quali risultati. Avrà reso orgogliosi i suoi genitori? Di certo, ha una buona cultura e capacità argomentative. La mamma di Jake si dichiara compiaciuta delle conoscenze nozionistiche e dell’abilità nella pittura del figlio.
Sicuramente, come dice ancora la donna, Jake non ha mai avuto molti amici e la sua vita sociale è sempre stata difficile.

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La mano della ragazza della gelateria e  quella di Jake.

Mentre afferra il resto del denaro usato per pagare gli Oreo Brrr al Tulsey Town Ice Cream, sulla mano del ragazzo si nota uno sfogo identico a quello della dipendente della gelateria con la pelle piagata. Forse, durante l’adolescenza, Jake ha sviluppato qualche malattia dermatologica che, per via degli inestetismi, lo faceva sentire a disagio in presenza di estranei o lo rendeva bersaglio delle cattiverie altrui.
Probabilmente, nel corso dell’intera vita, Jake non ha mai avuto una vera relazione sentimentale, né un rapporto interpersonale duraturo. Per quanto gli ultimi momenti di vita dei suoi genitori possano essere stati difficili da affrontare per Jake, la scomparsa fisica di mamma e papà è coincisa con l’inizio della sua definitiva solitudine.

La citazione di “A Beautiful Mind”

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Russell Crowe alias Nash vs Jesse Plemons alias Jake [Photo Credit: Universal Pictures / Netflix].

Diventato vecchio, Jake è consapevole che la sua vita è solo un lungo, ininterrotto rimpianto. Avrebbe voluto essere accettato e apprezzato dalle persone che sono entrate in contatto con lui e non ci è riuscito.
Nel finale di STO PENSANDO DI FINIRLA QUI, quando Jesse Plemons e gli altri attori compaiono in scena truccati esageratamente per sembrare anziani, viene mostrato un altro pensiero ricorrente del bidello. Jake ha desiderato a lungo di poter contare sull’ammirazione delle altre persone e sulla speranza di essere sempre ricordato con affetto. Perciò, immagina di ricevere un importante riconoscimento al termine di una fantomatica carriera e cita apertamente la scena del film A BEAUTIFUL MIND (2001) di Ron Howard, in cui l’economista John Nash (Russell Crowe), affetto da schizofrenia, viene insignito del premio Nobel.
Jake ripete anche una parte del suo discorso di ringraziamento: “È solo nelle misteriose equazioni dell’amore che si può trovare ogni ragione logica. Stasera, sono qui solo grazie a te. Tu sei la ragione per cui esisto. Tu sei tutte le mie ragioni” (ndA: benché Jake sembra rivolgersi alla ragazza, ci piace intendere il pronome you non come tu, ma come voi e riferito all’intera platea).

Il musical “Oklahoma!”

Jake sottolinea ulteriormente il momento toccante, cantando Lonely Room, un brano tratto dal suo musical preferito, Oklahoma!, che rispecchia molto bene il suo stato d’animo più ricorrente.
La traduzione del brano fornita da Netflix è:
(…) Un sogno inizia a danzare nella mia testa
e tutte le cose che desidero
vanno come voglio.
E sono migliore di quel mandriano saccente
che pensa di essere migliore di me.
E la ragazza che voglio
non ha paura delle mie braccia
e le sue braccia morbide mi tengono al caldo
e i suoi lunghi capelli aggrovigliati mi cadono sul viso,
proprio come la pioggia in una tempesta!

Cosa significa la scena con i ballerini?

ballerini corridoi scuola

Jake-Curly e la ragazza-Laurey

Oklahoma! ricorre in altri momenti del film di Kaufman.
In particolare, dopo l’incontro tra la ragazza e il bidello Jake nei corridoi della scuola, alcuni ballerini propongono una coreografia che riassume l’atto finale del musical firmato da Rodgers e Hammerstein nel 1931.
Nella versione di Oklahoma! elaborata da Jake, le versioni alternative del giovane Jake e della ragazza si sposano come i protagonisti dello spettacolo, il cowboy Curly e la bella Laurey. Ma sopraggiunge un ballerino-bidello che, come Jud, l’antagonista del musical, tenta di sottrarre la ragazza-Laurey a Jake-Curly.
In Oklahoma!, è Jud a morire, ferito gravemente dal suo stesso coltello. Nell’immaginazione del bidello-Jake, è Jake-Curly a soccombere e la ragazza-Laurey viene portata via dal bidello-Jud.
Il bidello-Jake è ancora strenuamente attaccato alle sue fantasie e non è disposto a condividerle con nessuno, neppure con una versione passata di se stesso, perché il giovane Jake è colpevole di non averle concretizzate, pur avendo avuto a disposizione un’intera vita.

Il titolo (del libro e del film) racchiude tutto il film

Sto pensando di finirla qui è la frase che la protagonista (e, quindi, Jake) ripete per gran parte del film e del libro da cui è tratto.
Inizialmente, il pubblico è portato a pensare che si riferisca solo alla relazione della ragazza con Jake e con il proposito di lasciarlo. In realtà, la frase potrebbe anche significare: “Vorrei suicidarmi”.
In effetti, il finale di STO PENSANDO DI FINIRLA QUI è molto cupo e lascia supporre che Jake abbia avuto tendenze suicide.
Le sequenze conclusive del film, che corrispondono alla realtà, mostrano il bidello-Jake all’interno della sua macchina, vittima di un improvviso malessere fisico che lo costringe a spogliarsi.
Nella scena immediatamente successiva, totalmente onirica, Jake esce nudo dall’auto ed entra nella scuola, preceduto da un maiale parlante (con la voce di Oliver Platt), animato e stilizzato. Si tratta della rielaborazione del ricordo, lontano nel tempo ma indelebile nella memoria di Jake, dei maiali della fattoria consumati dai vermi di cui parla alla ragazza, durante la visita a casa dei genitori.

“Sto pensando di finirla qui”: il finale di un loop logorante

macchina ricoperta di neve cielo azzurro

La macchina di Jake ricoperta di neve.

Alla fine del film, la lunga notte di Jake si è conclusa. Nei titoli di coda, Kaufman mostra la macchina dell’uomo sommersa dalla neve caduta nelle ore precedenti, senza segni di vita umana (impronte o neve scossa) che lascino supporre che l’uomo sia uscito davvero dall’abitacolo. Jake è morto all’interno del mezzo, non sappiamo se per cause naturali o per sua volontà.
Alla luce dell’intero film, però, siamo certi che l’uomo era sprofondato in una terribile depressione e che aveva preso in considerazione la morte come via d’uscita da un loop logorante.
Fin dall’inizio del viaggio, la ragazza (cioè, Jake) riceve numerosi avvertimenti a non proseguire. Per esempio, nei primi minuti del film, lo stesso maiale stilizzato del finale compare su un cartellone pubblicitario e le parla, ammonendola. La dipendente della gelateria fa altrettanto, dicendole di non proseguire. Infine, lei stessa si sente inquieta, quando Jake imbocca la strada buia e a senso unico che conduce alla scuola.

Il messaggio di “Sto pensando di finirla qui”

Se l’ultimo film di Kaufman contiene un messaggio, si tratta di una riflessione relativamente semplice e concreta.
Difficilmente, la vita va come la si sogna o desidera. Bisogna fare i conti con l’alta probabilità di vivere al di sotto delle proprie aspettative. Pur contenendo sfumature dolorose, non è un atteggiamento negativo, ma realistico e costruttivo.
Senza questa consapevolezza, ogni più piccolo rimpianto può trasformarsi in un gorgo di tristezza e autocommiserazione capace di annebbiare qualsiasi prospettiva.

[Photo Credit: Netflix].

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