Nel Labirinto della Mente – “Il filo nascosto”: la relazione tossica

Torna la rubrica dedicata a cinema e psicologia. Questa volta, parliamo dell'ultimo film con Daniel Day Lewis: occhio agli spoiler!

Nel Labirinto della Mente – “Il filo nascosto”: la relazione tossica

L’ultimo film con Daniel Day Lewis è un viaggio nella psiche

In questo appuntamento con la rubrica Nel Labirinto della Mente che NientePopcorn.it dedica ai film in cui la psiche umana è la protagonista, tessiamo i caratteri distintivi del film IL FILO NASCOSTO (Phantom Thread, 2017).
In ordine di tempo, è l’ultimo film di Paul Thomas Anderson.
Il protagonista de IL FILO NASCOSTO è l’attore britannico Daniel Day-Lewis, alla sua ultima performance cinematografica.
Candidato a 6 Oscar 2018, tra cui miglior film e miglior regia, il film scritto e diretto da Paul Thomas Anderson ha vinto una statuetta per i costumi, firmati da Mark Bridges.
Nota: a seguire, attenzione agli spoiler, relativi non solo al film di Anderson.

  • Il filo nascosto
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    La trama del film “Il filo nascosto”

    Londra, anni ’50 del Novecento. Reynolds Woodcock (Daniel Day-Lewis) è il direttore creativo di House Of Woodcock, un prestigioso atelier d’alta moda frequentato da reali, ereditiere e celebrità.
    Woodcock è un uomo taciturno, schivo, dedito alla sua professione e avverso ai rapporti extrapersonali. Pare capace di relazionarsi esclusivamente con Cyril (Lesley Manville), sua sorella e assistente.
    Quando conosce Alma (Vicky Krieps), una candida cameriera di campagna, Woodcock rivoluziona la propria minuziosa routine. Quello che, inizialmente, assomiglia a un sodalizio professionale, sfocia in una convivenza dai tratti morbosi.
    Analizziamo nel dettaglio come nasce e si evolve la relazione tra i protagonisti.

Un protagonista egocentrico

daniel day lewis woodcock sorriso

Ne ‘Il filo nascosto’, Daniel Day Lewis è Reynolds Woodcock, un uomo di talento, ma egocentrico e viziato.

Woodcock è un uomo egocentrico, ricco di talento, ma pieno di manie, fissazioni e capricci. Chiunque lo frequenti è costretto a seguire le sue disposizioni attraverso un silenzioso indottrinamento. Persino il rumore del coltello che spalma il burro sul pane a colazione può risultare decisivo per definire l’umore dell’intera giornata.
Nonostante appaia goffa, Alma diventa una modella di Reynolds e ne veste i sontuosi abiti. Lui cerca di plasmarla a suo piacimento anche nei comportamenti e nelle inclinazioni. Ma Alma, che proviene da un contesto sociale meno rigido, è riluttante a tutta questa risolutezza, che definisce “un grande gioco”.
Nel suo strano modo di relazionarsi alla ragazza, Reynolds è innamorato di Alma, oppure è innamorato degli abiti che lui crea e che Alma indossa?

Veleno, dolore fisico e amore

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Donare e ricevere amore attraverso il dolore fisico.

Per ottenere una risposta, in forma di metafora, a sua volta, Alma diventa una sarta.
La ragazza cerca di tessere in Woodcock l’idea dell’amore umano. Alma si impone di cambiare le rigide abitudini di Reynolds e, allo stesso tempo, di esplicitare la propria personalità (“Forse, mi piacciono i miei gusti”). Lo scopo di Alma è conquistare Woodcock a qualunque -machiavellico- costo.
Una notte, dopo aver consumato inconsapevolmente un pasto a base di funghi velenosi cucinato da Alma, Woodcock viene colpito da un’intossicazione con febbre, spasmi e deliri.
Nella figura inerme di Reynolds, Alma trova finalmente un uomo dolorante, soggiogato e bisognoso di attenzioni che, per la prima volta, sembra capace di donare e ricevere amore.
Woodcock non può più celarsi dietro le sue impalcature mentali e ritrova un animo innocente, quasi infantile che, appunto, necessita affetto e calore. Questa condizione, destinata a terminare all’abbassarsi della febbre, è l’imbastitura creata da un filo che lega indissolubilmente Alma e Woodcock.
Una delle peculiarità del lavoro sartoriale di Reynolds è quella di celare un elemento distintivo all’interno dei vestiti che confeziona. “Si può cucire ogni cosa nell’imbottitura di un vestito”, rivela: è un segreto che unisce per sempre l’artefice alla sua creazione.

Il significato del titolo “Il filo nascosto”

Il filo nascosto che lega Woodcock e Alma è il veleno. Ogni volta in cui necessita di sentirsi amata, Alma cucina per Woodcock un piatto di funghi tossici, per debilitarlo e renderlo capace di provare sentimenti. Sempre accondiscendente, Reynolds permette che sia questa la soluzione per trovare la giusta armonia tra loro.
Un passaggio simile compare nel film LA MIA DROGA SI CHIAMA JULIE (La sirène du Mississipi, 1969) del regista francese François Truffaut, di cui Anderson è esplicito estimatore. Il protagonista del film di Truffaut, interpretato da Jean Paul Belmondo, è travolto a tal punto dal sentimento per la sua amata, Catherine Deneuve, da accettare come prova d’amore che lei gli somministri un veleno per topi. A differenza dell’intossicazione passeggera di Woodcock, necessaria assiduamente per bilanciare la coppia, non ci è dato sapere se Truffaut intenda l’avvelenamento come un’ultima testimonianza d’amore.

L’uomo è ciò che mangia: il cibo come espressione della libido

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Il rapporto tra Woodcock e Alma è dominato dal cibo.

Nel film di Anderson, la necessità di alimentarsi ha un’accezione non solo vitale e biologica, ma anche psichica, legata alla libido.
Nel 1862, con il saggio Il mistero del sacrificio, il filosofo ottocentesco Feuerbach ha riassunto il dualismo corpo/mente con una famosa citazione: “l’uomo è ciò che mangia”. Nel saggio, Feurbach afferma: “I cibi si trasformano in sangue, il sangue in cuore e cervello, quindi in materia di pensieri e sentimenti” [1].
Seppur in forma elegante e formalmente discreta, il rapporto tra Alma e Reynolds è dominato dal cibo.
Il loro primo incontro avviene in una locanda in cui lei lavora come cameriera e l’ordinazione, articolata e minuziosa, è un intenso momento di seduzione. L’abbondante colazione raffigura un uomo famelico e insaziabile, desideroso d’amore.
In seguito, Alma cerca di risvegliare la carnalità di Woodcock cucinando degli asparagi, che, per esempio, nella cultura gastronomica degli antichi Romani, erano considerati afrodisiaci.

L’annientamento della supremazia maschile

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La relazione tra Woodcock e Alma si basa su una tossica complicità.

La relazione tra i protagonisti raggiunge il suo vertice, in forma di tossica complicità, grazie a un fungo velenoso. Secondo la tradizione cinese, i funghi sono divini simboli di vita. Al contrario, la cultura dell’antica Roma li associa alla morte, tanto che, in lingua latina, il termine fungus coincide con la figura del “portatore di morte”.
Questa dualità attribuita all’alimento costituisce la matrice nociva del rapporto tra Alma e Woodcock.
Per ritrovare la propria umanità, il sarto è costretto a contorcersi dal dolore. Solo in quel momento, quando Woodcock è impotente e alla sua mercé, che Alma vive un amore pienamente corrisposto.
Un fungo velenoso è protagonista anche del film L’INGANNO (The Beguiled, 2017) di Sofia Coppola, tratto dall’omonimo romanzo di T. Cullinan, a sua volta già adattato da Don Siegel nel film LA NOTTE BRAVA DEL SOLDATO JONATHAN (The Beguiled, 1971). Nella trama dei due film, un soldato ferito si rifugia in un collegio femminile e, consapevole del fascino che esercita sulle donne presenti, prende possesso della casa. Le studentesse si vendicano, preparandogli un ultimo pasto a base di funghi velenosi.
Rispetto al film di Siegel, però, nel film della Coppola, il fungo è legato al concetto di emancipazione femminile, un tema ricorrente nei lavori della regista. Alma fa una cosa simile. Attraverso il fungo, la ragazza annienta la mascolina supremazia di Woodcock, controllandolo fisicamente e mentalmente.

La dipendenza affettiva tossica: il narcisista e il controllo del partner

Quindi, Woodcock e Alma diventano succubi di un meccanismo insalubre. Possono definirsi una coppia affetta da dipendenza affettiva tossica.
In psicologia, tra le varie tipologie di relazione tossica, ne esiste una, in cui un dipendente, detto narcisista (prima, Woodcock; poi, Alma), utilizza la seduzione e/o la dominazione, per controllare il partner (prima, Alma; poi, Reynolds), facendo in modo che niente interferisca con il proprio benessere.
Solo quando si trova di fronte alla minaccia di un rifiuto o un abbandono (es. Woodcock razionale), il narcisista cerca ogni mezzo per mantenere stabile la relazione, fino alla violenza. In questo caso, l’atto violento è rappresentato dall’avvelenamento alimentare.

Il fantasma materno e l’oggetto perduto del desiderio

emma clandon fantasma abito da sposa

Il fantasma materno.

Nella vita di Woodcock, però, c’è un’altra relazione malsana. Fin dall’inizio del film, la figura materna ricorre nella vita del protagonista, ai limiti dell’ossessione.
Durante il primo incontro con Alma, l’uomo indossa una giacca che, nell’interno della fodera, nasconde una ciocca dei capelli della madre morta. “Devi sempre averla con te”, confessa.
In seguito, Woodcock racconta di come la madre (Emma Clandon) sia stata determinante anche nella sua formazione professionale. Infatti, il primo abito cucito da Reynolds, all’età di soli sedici anni, è stato il vestito da sposa della donna. Ed è proprio con il velo e i drappi bianchi che la madre appare sotto forma di fantasma a Woodcock, mentre l’uomo è afflitto dall’alta febbre da avvelenamento.
Secondo lo psicologo francese Jacques Lacan, il fantasma è uno schema inconscio singolare e soggettivo che permette a ciascuno di noi di ritrovare l’oggetto perduto che causa il desiderio.
In questo caso, l’oggetto del desiderio di Woodcock concerne la sfera emotiva infantile, come l’amore e l’essere accuditi.
In sostanza, quando si sente male, Reynolds ritrova in Alma una madre che lo cura durante la malattia.
Seppure ciò accada solo nella mente dell’uomo, addirittura, le due donne si incontrano nella stessa stanza. Woodcock intende la scena come una sorta di approvazione di Alma da parte della madre. Dopo questo episodio, l’uomo chiede ad Alma di sposarlo.
Emerge chiaramente che, alla radice del fatto che Woodcock abbia sempre allontanato le sue precedenti compagne, c’è la fedeltà nei confronti della madre morta. La donna è stata sepolta fisicamente, ma non si è mai allontanata dal subconscio di Woodcock.

L’eclissi del fantasma materno

Anche Cyril, sorella maggiore e assistente di Woodcock, è un’altra incarnazione della figura materna.
Cyril è l’unica persona che riesce a fronteggiarlo. Per l’uomo, la sorella è un riferimento indiscutibile. Per Woodcock, Cyril: “Ha sempre ragione”.
La donna desidera la serenità del fratello, ma, allo stesso tempo, è gelosa e possessiva nei suoi confronti, tanto da sembrare soddisfatta, quando ha il compito di cacciare di casa le varie compagne occasionali di Woodcock. In quelle occasioni, ristabilisce la propria autorità nel rapporto con il fratello.
La situazione viene stravolta quando, con la sua testardaggine, Alma riesce a imporsi e a prendere il posto di Cyril nella sfera affettiva di Woodcock.
L’episodio centrale in questo cambio di testimone avviene quando Alma decide di cacciare Cyril dall’abitazione per poter cenare da sola con il futuro marito. In questa occasione, Cyril sviluppa un sentimento complesso, in cui convergono antipatia e stima per Alma. Prima di quel momento, infatti, la sorella non aveva mai incontrato una personalità abbastanza forte da tenerle testa. La sorpresa di confrontarsi con una persona tanto risoluta fa decidere a Cyril di tirarsi indietro, una volta per tutte.
Nelle ultime scene, Alma immagina il futuro con Woodcock e i loro figli. Lei e Cyril, le due figure protettive del protagonista, coesistono pacificamente nella sfera quotidiana, trovando una giusta linea di convivenza. Insieme, Alma e Cyril potrebbero eclissare per sempre il fantasma materno.

Il finale de “Il filo nascosto”

Per i protagonisti, il finale de IL FILO NASCOSTO è rassicurante, addirittura romantico. Ma è un romanticismo infetto.
Per Alma e Woodcock, patire il dolore fisico è la sola chiave per vivere la serenità.
Nella doppia relazione tossica con Woodcock, Alma è la vincitrice, perché, attraverso la violenza dell’avvelenamento, ha reso Reynolds un essere capace di provare e comprendere i sentimenti. Insieme a Woodcock, però, Alma dipende dall’espediente velenoso, perché solo così può alimentare il suo rapporto con il partner.
Paul Thomas Anderson mostra una protagonista che, per trovare la felicità, mossa dalle ragioni del Cuore, ricerca soluzioni che aggirano i principi morali ed etici della Mente. Ma il regista lascia anche intendere che ogni filo, per quanto ben cucito, rischia di strapparsi. Se mai dovesse spezzarsi il filo dell’amore, nessun sarto, anche un maestro come Woodcock, potrebbe porvi rimedio.

Dove vedere il film “Il filo nascosto” in streaming?

Se il film di Paul Thomas Anderson non è previsto nella programmazione tv su qualche canale del digitale terrestre o non ne avete una copia dvd o Blu-Ray a portata di mano, potete provare a recuperarlo in streaming legale.
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[1] Ludwig Feurbach, Il mistero del sacrificio o l’uomo è ciò che mangia, 1862.

[Photo Credit: Focus Features].

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