LA MORTE DI HARRY DEAN STANTON
Addio a Harry Dean Stanton, uno dei volti più significativi del miglior cinema di David Lynch e Wim Wenders.
L’attore statunitense aveva compiuto 91 anni lo scorso luglio. Si è spento ieri (15 settembre), a Los Angeles, nell’ospedale in cui era stato recentemente ricoverato.
Nonostante l’età e l’evidente fragilità fisica, non aveva ancora smesso di recitare. Negli ultimi tempi, aveva preso parte alla nuova stagione della serie tv TWIN PEAKS di Lynch ed era stato protagonista, proprio con l’amico regista, del film LUCKY, il felice esordio indie dietro la macchina da presa dell’attore John Carroll Lynch (FARGO, 1996).
UNA CARRIERA LUNGHISSIMA, NEL SEGNO DI GRANDI REGISTI
Stanton ha lavorato nell’industria cinematografica e televisiva per circa 60 anni, spesso come caratterista: il suo esordio ufficiale su un set risale al 1957 (LA PISTA DEI TOMAHAWKS) e, da allora, ha recitato in oltre 100 film e in numerosissime serie tv di qualsiasi genere (BONANZA, LA GRANDE VALLATA, ALFRED HITCHCOCK PRESENTA, LAVERNE & SHIRLEY, CHUCK).
In ruoli minori e da protagonista, con la sua aria comune, vissuta, spesso, stazzonata, ma dotato di una presenza scenica notevole ha lavorato sotto l’egida di John Milius (DILLINGER, 1973), Sam Peckinpah (PAT GARRETT E BILLY KID, 1973), Francis Ford Coppola (IL PADRINO – PARTE II, 1974), Ridley Scott (ALIEN, 1979), John Carpenter (1997: FUGA DA NEW YORK, 1981), Martin Scorsese (L’ULTIMA TENTAZIONE DI CRISTO, 1988), Terry Gilliam (PAURA E DELIRIO A LAS VEGAS, 1998), Sean Penn (LA PROMESSA, 2001), Martin McDonagh (7 PSICOPATICI, 2012).
Il suo nome sarà sempre legato a PARIS, TEXAS (1984) di Wenders e a un pugno di fondamentali titoli lynchani: CUORE SELVAGGIO (1990), FUOCO CAMMINA CON ME (1992), UNA STORIA VERA (1999), dove compare brevemente ma in un ruolo fondamentale che funge da vero e proprio suggello narrativo e artistico, INLAND EMPIRE (2006).
Non è un caso che le atmosfere e le premesse fornite da questi film abbiano giustificato e reso fondamentale la sua significativa presenza nel film “americano” di Paolo Sorrentino, THIS MUST BE THE PLACE (2011).
IL RICORDO DI LYNCH E KING
Lynch ha affidato a Twitter un ricordo di Stanton: “Non c’era nessuno come Harry Dean”.
A statement from @DAVID_LYNCH on the passing of the great Harry Dean Stanton. #RIPHarryDeanStanton #TwinPeaks #Showtime pic.twitter.com/EmsO1zotsk
— Twin Peaks (@SHO_TwinPeaks) September 15, 2017
Anche Stephen King ha pubblicato sul web un ricordo dell’attore, che recitò in un paio di film tratti dai suoi romanzi, CHRISTINE – LA MACCHINA INFERNALE (1983) e IL MIGLIO VERDE (1999):
Harry Dean Stanton had the best line in CHRISTINE: "I'm selling' this shithole and buyin' a condo." Rest in peace, HD. You were great.
— Stephen King (@StephenKing) September 15, 2017
TRAVIS IN “PARIS, TEXAS”
Jane: “Ciao”
Travis: “Ciao. Posso raccontarti una cosa?”
Jane: “Certo, quello che vuoi”
Travis: “È una storia lunga”
Jane: “Ho un sacco di tempo”
[Nella foto principale: Stanton in una scena del film PARIS, TEXAS]
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.