Francesco Rosi, il padre del cinema-inchiesta italiano

Addio a Franceco Rosi, figura fondamentale del cinema italiano del Secondo Dopoguerra. La filmografia di Rosi è emblema del cinema-inchiesta.

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Morto Francesco Rosi, un grande nome del cinema italiano

Stamattina (10 gennaio), è morto a Roma, dove viveva da tempo, il regista e sceneggiatore Francesco Rosi.
Aveva compiuto 92 anni meno di due mesi fa.
Nato a Napoli nel 1922, tra le personalità più importanti del cinema italiano del Secondo Dopoguerra, Francesco Rosi, dopo alcune esperienze teatrali, ha esordito come aiuto regista di Luchino Visconti sul set de LA TERRA TREMA (1948), collaborando alle sceneggiature di altri importanti film dell’epoca, come BELLISSIMA (1951) dello stesso Visconti e PROCESSO ALLA CITTÀ (1953) di Luigi Zampa.
Nel 1956, insieme a Vittorio Gassman, dirige KEAN-GENIO E SREGOLATEZZA, da un’opera letteraria di Alexandre Dumas.
Il suo primo film da regista risale al 1958. LA SFIDA ottiene un ampio consenso di critica e pubblico. Segue il memorabile I MAGLIARI (1959), con Alberto Sordi e Renato Salvatori.

Il cinema-inchiesta di Rosi

Francesco Rosi viene ricordato spesso per il suo impegno sociale e politico e per l’inaugurazione del cosiddetto cinema-inchiesta.
Della filmografia di Rosi, ricordiamo: SALVATORE GIULIANO (1962), Orso d’Argento per la Regia a Berlino; LE MANI SULLA CITTÀ (1963), film di sconcertante attualità premiato con il Leone d’Oro a Venezia e interpretato da un impareggiabile Rod Steiger; il discusso IL CASO MATTEI (1972), Palma d’Oro a Cannes, con un altrettato pregevole Gian Maria Volontè che aveva già lavorato con Rosi nella rievocazione bellica di UOMINI CONTRO (1970) e che sarebbe stato ancora al suo soldo in LUCKY LUCIANO (1973) e in CRISTO SI È FERMATO A EBOLI (1979).
Rimane curiosa la sua originale incursione nel genere favolistico di ispirazione tardo medievale con l’assolato C’ERA UNA VOLTA… (1965), dove diresse Sophia Loren e Omar Sharif.
Al 1976, risale uno dei migliori film di Francesco Rosi, CADAVERI ECCELLENTI, con protagonista Lino Ventura, attore italiano naturalizzato francese noto Oltralpe per i suoi riusciti ruoli nei polàr.
Con TRE FRATELLI (1981), Rosi riceve la nomination all’Oscar per il Miglior Film Straniero. Il premio venne vinto dal film MEPHISTO dell’ungherese István Szabó.
Nel 1987, Rosi coinvolge l’amico Gassman nel cast di CRONACA DI UNA MORTE ANNUNCIATA, adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo del Premio Nobel colombiano Gabriel García Márquez, insieme a Volontè, Lucia Bosè e Rupert Everett.
Dopo gli allestimenti teatrali di alcune opere di Eduardo De Filippo, l’ultimo lavoro di Francesco Rosi risale al 1997. Si tratta del film LA TREGUA, trasposizione sul grande schermo del romanzo biografico di Primo Levi, interpretato da John Turturro.
Nel 2008, durante il Festival di Berlino, Francesco Rosi viene insignito dell’Orso d’Oro alla carriera e, nel 2012, del Leone d’Oro a Venezia.

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Regista e sceneggiatore

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