“Monsieur Lazhar”: la scuola come metafora della crescita.

Stasera, su laeffe, il film di Philippe Falardeau candidato come Miglior Film Straniero agli Oscar 2012. La vicenda di un emigrato algerino è il pretesto per raccontare le contraddizioni della nostra società.

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“Monsieur Lazhar”: la scuola come metafora della crescita.

Prosegue la programmazione “di qualità” della prima serata del lunedì de laeffe (canale 50 del digitale terrestre), canale televisivo attento a proporre film che, difficilmente, verrebbero trasmessi dalle reti generaliste.
Il palinsesto dell’emittente curata dalla casa editrice italiana Feltrinelli predilige pellicole di forte stampo autorale, sovente pluripremiate nell’ambito di festival cinematografici di rilevanza internazionale.

Questa sera (19 maggio), alle 21:10, è prevista la messa in onda in prima visione free di Monsieur Lazhar (2011), co-produzione franco-canadese diretta da Philippe Falardeau ed ispirata al romanzo Au bout du fil. Bashir Lazhar di Evelyne De La Chenelière.
Il protagonista, Bashir Lazhar (Mohamed Saïd Fellag), è un insegnante algerino chiamato in una scuola elementare di Montréal per sostituire una collega drammaticamente scomparsa.
L’ambiente scolastico, scena privilegiata da numerosi cineasti per raccontare le ambiguità della società “dei grandi”, è qui terreno per scontri generazionali, sociali e culturali: la scuola è porto d’approdo, non solo metaforico, per grandi e piccini, microcosmo entro cui si celano segreti e si covano sentimenti contrastanti, occasione di crescita e di raffronto.

Il film di Falardeau, regista vincitore del premio della giuria dei giovani a Berlino 2009 con C’est pas moi, je le jure! (2008), forte dei numerosi Jutra Awards vinti in Canada è stato candidato come miglior pellicola straniera nel 2012 (il premio venne assegnato a Una separazione, 2011, dell’iraniano Asghar Farhadi).

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