I Magnifici 7 – Il meglio del “peggio” di Martin Scorsese

Martin Scorsese è uno dei più famosi registi americani. Però, ha fatto qualche film che non ha convinto il pubblico. Ecco i peggiori film di Scorsese. Ma sono davvero "scarti di lusso"!

I Magnifici 7 – Il meglio del “peggio” di Martin Scorsese

Buon compleanno, Marty!

Martin Scorsese compie 75 anni e non ha alcuna intenzione di mollare la macchina da presa. Il regista, sceneggiatore, produttore, attore e doppiatore italoamericano nato a New York il 17 novembre 1942, fra le grandi firme della New Hollywood e del cinema contemporaneo, è attualmente sul set di THE IRISHMAN con almeno un paio dei suoi attori prediletti, Robert De Niro e Joe Pesci. Il costoso film originale Netflix (il budget del film ha raggiunto quota 150 milioni di dollari) è atteso sulla piattaforma di contenuti on demand nel 2018 ed è incentrata su un gruppo di malavitosi realmente esistiti e attivi nell’Oklahoma degli anni Cinquanta. Nel cast, vedremo anche Bobby Cannavale, Jesse Plemons, Harvey Keitel e Al Pacino, per la prima volta su un set di Scorsese.
Mentre il progetto di THE DEVIL IN THE WHITE CITY sembra accantonato, il buon Marty ha già annunciato la pre-produzione di altri due film, il biopic ROOSEVELT e il thriller KILLERS OF THE FLOWER MOON, che avranno entrambi per protagonista Leonardo DiCaprio, un altro dei suoi attori prediletti.

I migliori film di Martin Scorsese

Scorsese in mezzo a due dei suoi attori prediletti, De Niro e DiCaprio

Scorsese in mezzo a due dei suoi attori prediletti, De Niro e DiCaprio.

I film di Scorsese non hanno mai lasciato indifferente né la critica, né il pubblico. La collaudata miscela di virtuosismi tecnici, solidità narrativa e ottime caratterizzazioni dei personaggi rende i lavori di Scorsese impareggiabili. Ogni suo film, sia esso di fiction o documentario, si presenta carico di elementi in grado di incuriosire e stuzzicare le platee. Diciamocelo: è difficile restare delusi da un film di Scorsese. La sua fulgida carriera, iniziata negli anni Sessanta, impreziosita da un paio di Palme d’Oro (TAXI DRIVER, 1976; FUORI ORARIO, 1985), impreziosita da un Leone d’Oro alla Carriera (1995) e coronata da un Oscar alla regia nel 2007 (THE DEPARTED), è ricca di titoli che hanno fatto la storia del cinema. Sarebbe troppo facile, in questa sede, ricordare l’eccellenza di QUEI BRAVI RAGAZZI (Goodfellas, 1992), TORO SCATENATO (Raging Bull, 1980) o SHUTTER ISLAND (2010).

I magnifici 7: i “peggiori” film di Martin Scorsese

Provocatoriamente, per la rubrica I Magnifici 7 di Nientepopcorn.it, vogliamo proporvi i 7 “peggiori” film diretti da Martin Scorsese. Le virgolette sono d’obbligo, perché, come vedrete, si tratta davvero di scarti di lusso.
I film sono stati scelti tra quelli diretti da Scorsese che hanno ottenuto la media-voti più bassa all’interno della sua filmografia, ma state tranquilli: nessuno di loro scende al di sotto della sufficienza.
Cliccate sulle locandine, per aprire le schede-film di NientePopcorn.it e scoprire trame, cast, trailer, voti, commenti e una lista di siti di streaming legale dove vedere ciascun film. Basta un click sul logo del vostro servizio video on demand preferito, per atterrare direttamente sulla piattaforma e vedere il film scelto.

  • Gangs of New York
    7.1/10 574 voti
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    7. “Gangs of New York” (2002)

    Con GANGS OF NEW YORK (2002), Scorsese ha esaudito un sogno: girare un film in Italia, fra i set calcati da Fellini. La superproduzione romana di Scorsese, girata interamente a Cinecittà, con le scenografie firmate da Francesca Lo Schiavo e Dante Ferretti, costituisce uno dei numerosi tasselli che il regista ha dedicato a New York. Raccontando degli scontri avvenuti nella metà del XIX secolo fra i Nativi capeggiati da un mirabolante Daniel Day Lewis e gli immigrati compiutisi in quel fazzoletto di terra chiamato Five Points, Scorsese ha provato a rappresentare e illustrare con grande dispiego di mezzi le radici sporche di sangue della sua iconica città.
    Tutto questo, però, non è bastato a convincere l’Academy di Los Angeles: a fronte di 10 nomination, il film non vinse neppure un Oscar.

  • Alice non abita più qui
    6.8/10 56 voti
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    6. “Alice non abita più qui” (1974)

    Se escludiamo il sentimento amoroso nei confronti del cinema delle origini espresso con HUGO CABRET (2011), ALICE NON ABITA PIÙ QUI (Alice Doesn’t Live Here Anymore, 1974) è l’esempio più smaccato di film romantico firmato Scorsese. Interpretata da un buon gruppo di attori (Ellen Burstyn, premiata con l’Oscar, Kris Kristofferson, Harvey Keitel, Diane Ladd e una giovanissima Jodie Foster pre-TAXI DRIVER) e ambientata in un contesto assolutamente anti-metropolitano, è una commedia sentimentale accompagnata da alcuni elementi tipici del dramma sociale. Accompagnato da una notevole colonna sonora d’epoca (Marty, si sa, ha sempre dimostrato di avere un gran gusto per la musica…), il quarto lungometraggio di Scorsese ha dato vita a una serie tv. Ricordate la sitcom ALICE?

  • Cape Fear - Il promontorio della paura
    6.8/10 280 voti
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    5. “Cape Fear – Il promontorio della paura” (1991)

    CAPE FEAR – IL PROMONTORIO DELLA PAURA (Cape Fear, 1991) è il primo remake in cui Scorsese si è cimentato. Infatti, si tratta del rifacimento del classico del genere noir  IL PROMONTORIO DELLA PAURA (Cape Fear, 1962) di J. Lee Thompson. Ispirato a un romanzo di John MacDonald, il film contribuì a definire l’aura inconfondibilmente villain di Robert Mitchum grazie al personaggio del galeotto Max Cady. Circa trent’anni dopo, lo stesso ruolo sadico e violento è stato affidato da Scorsese a un istrionico Robert De Niro, super tatuato per l’occasione e percorso da una rabbia folle che gli è valsa una candidatura agli Oscar. Nel film di Scorsese, una pellicola dai toni quasi parossistici ed esagerati, la parte dell’avvocato Sam Bowden interpretato da Gregory Peck è stata assegnata a Nick Nolte. Insieme a lui, anche Jessica Lange, una giovane Juliette Lewis e Telly Savalas, il mitico tenente Kojak della tv. A loro volta, Peck e Mitchum figurano in due brevi camei.

  • New York, New York
    6.7/10 63 voti
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    4. “New York, New York” (1977)

    Musica e New York: ecco come Scorsese si concede le sue dosi di felicità. Giunto alla sua terza collaborazione con De Niro, per girare NEW YORK, NEW YORK (1977), il regista chiama a sé una diva di Broadway come Liza Minnelli e, affidando il tema musicale del film a John Kander e Fred Ebb, consegna al mondo intero la canzone New York New York, l’inno della Grande Mela (tale titolo è stato ufficializzato nel 1985) diventato un cavallo di battaglia di crooner come Frank Sinatra e Tony Bennett.
    Poco apprezzato dal pubblico al momento della sua uscita, questo musical di Scorsese (un unicum all’interno della sua filmografia) è certamente uno dei suoi progetti più ambiziosi, un racconto che lo ha allontanato solo momentaneamente dai drammi violenti a sfondo sociale trattati fino ad allora.

  • Al di là della vita
    6.7/10 100 voti
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    3. “Al di là della vita” (1999)

    Dopo l’esperienza “mistica” di KUNDUN (1997) e un documentario-fiume dedicato al cinema italiano (IL MIO VIAGGIO IN ITALIA, 1999), Scorsese è tornato nel mondo sotterraneo e allucinato di New York con AL DI LÀ DELLA VITA (Bringing Out the Dead, 1999). Grazie alla sceneggiatura di Paul Schrader, che ha adattato un romanzo di John Connolly, e alle scenografie del fidato Ferretti (premiato con il Nastro d’Argento), Scorsese ha dipinto la città in maniera particolarmente decadente, forse come mai prima di quel momento.
    Un paramedico ossessionato dall’idea di salvare le persone, Frank Pierce (Nicolas Cage), scivola negli Inferi della sua vita e in quelli di una città affollata da personaggi grotteschi.

  • The Aviator
    6.7/10 433 voti
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    2.”The Aviator” (2004)

    Con una cavalcata che va dagli anni Trenta ai Sessanta del Novecento, in THE AVIATOR (2004) Scorsese racconta la sua versione della biografia di Howard Hughes (Leonardo DiCaprio), magnate, appassionato di volo e progettista aeronautico, regista e produttore cinematografico (diresse, per esempio, GLI ANGELI DELL’INFERNO, 1930) che contribuì a rendere grandiosa e sfavillante Hollywood. Mostrando le debolezze e le fobie dell’uomo (in primis, quella per i germi, retaggio edipico della sua infanzia), Scorsese si è dedicato alla rappresentazione del dualismo americano, senza fare grossi sconti. A fronte di uno sbandierato egualitarismo, gli Stati Uniti privilegiano puntualmente il singolo emergente, per poi schiantarlo. In fondo, la fama e la ricchezza non hanno giovato granché alla felicità di Hughes, folle, contraddittorio e irreprensibile sognatore.
    11 nomination agli Oscar, 5 statuette vinte, ma non quella per la regia, né quella come protagonista per DiCaprio.

  • Il colore dei soldi
    6.6/10 121 voti
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    1. “Il colore dei soldi” (1986)

    25 anni dopo LO SPACCONE  di Robert Rossen (The Hustler, 1961), il giocatore di biliardo Eddie Felson è tornato sul grande schermo, interpretato ancora una volta da Paul Newman (finalmente, premiato con l’Oscar), ne IL COLORE DEI SOLDI (The Colour of Money, 1986) di Scorsese. Il vecchio Eddie si mette in loschi affari con Vincent (Tom Cruise), giovane, presuntuoso, eclettico e abilissimo con la stecca sul panno verde (verde come il colore delle banconote americane, ça va sans dire).
    Scorsese usa il biliardo per raccontare una metafora della vita, in cui affinità e complicità fra simili sono fonte di allontanamento quanto la presunzione, dove il triangolo rappresentato dai tre protagonisti (Eddie, Vincent e la sua fidanzata Carmen, interpretata da Mary Elizabeth Mastrantonio) ricorda quello usato nel gioco del biliardo per sistemare le nove palle all’inizio del gioco, una figura geometrica con tre vertici, ognuno dei quali può prevalere sugli altri, a seconda di come gira la fortuna.

La filmografia completa di Martin Scorsese su Nientepopcorn.it.

1 commento

  1. icarus / 18 Novembre 2017

    Inizialmente ho fatto fatica a capire il criterio di selezione adottato in questa lista, che riconosco democratico, senz’altro, per quanto effimero ed ‘approssimativo’ (nel senso letteral-matematico del termine). Interessante il fatto che la suddetta cristallizzi un ‘opinione generalizzata in questo dato momento storico, per cui potrebbe essere intrigante riprenderla in mano tra qualche tempo\anno.
    Oltretutto, spulciando la filmografia del regista, mi sono ricordato ( e questo non c’azzecca nulla con il discorso precedente) che devo ancora recuperare quel megacorto di cui parlaste in un vecchio articolo , The Audition. ( ai tempi City of Dreams Manila).
    https://www.nientepopcorn.it/notizie/trailer-cortometraggio-martin-scorsese-dicaprio-deniro-26189/

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