La diva scienziata: chi era Hedy Lamarr?

Il Google doodle di oggi ricorda la nascita di un'attrice che, curiosamente, è stata anche inventrice: il funzionamento dei nostri telefonini, per esempio, si deve ad un'intuizione di Hedy Lamarr, bellezza corvina di cui ripercorriamo vita e carriera con una galleria fotografica.

Anniversari , di
La diva scienziata: chi era Hedy Lamarr?

HEDY LAMARR: GENIO E BELLEZZA

Il bel doodle Google animato di oggi è dedicato a Hedy Lamarr, attrice famosa negli anni Quaranta come “la donna più bella del cinema” e, cosa meno nota ai più, inventrice austriaca naturalizzata americana alla quale, oggi, siamo debitori di intuizioni che hanno contribuito a sviluppare la tecnologia che è alla base di alcuni di oggetti di più larghissimoo uso, come il telefono cellulare e il moderno semaforo.
Protagonista di una ventina di lungometraggi nella Hollywood dell’epoca d’oro, la Lamarr avrebbe compiuto oggi, 9 novembre, 101 anni.

IL SUO FU IL PRIMO NUDO INTEGRALE FEMMINILE DELLA STORIA DEL CINEMA

Nata a Vienna nel 1914 con il nome di Hedwig Eva Maria Kiesler, la Lamarr aveva appena iniziato a frequentare più che brillantemente la facoltà di ingegneria, quando il noto regista teatrale e cinematografico Max Reinhardt (due volte Oscar nel 1936 con IL SOGNO DI UNA NOTTE DI MEZZA ESTATE) la volle con sé a Berlino, dopo averla vista recitare, appena diciassettenne, in un film tedesco, GELD AUF DER STRASSE (1930) di Georg Jacoby.
Dopo alcuni film girati in Germania e Cecoslovacchia, e tra questi annoveriamo anche il torbido ESTASI (1933) di Gustav Machatý nel quale il corpo di Eva Maria si mostra come primo nudo integrale femminile della storia del cinema (folle di gelosia, il primo marito, il mercante d’armi Friedrich Mandl, tentò inutilmente di acquistare tutte le copie esistenti del film), la Kiesler firmò nel ’37 un contratto con la MGM, trasferendosi negli Stati Uniti e cambiando il proprio nome in Hedy Lamarr.
Da quel momento, conquistò le platee internazionali con il proprio viso aristocratico, spesso altezzosamente imbronciato, che molto ricorda quello della celebre Vivien Leigh, impreziosito da brillanti occhi verdi ed incorniciato da folti capelli corvini, allora in audace contrapposizione al biondo platino di dive affermate come Jean Harlow.
Ha condiviso la scena con Spencer Tracy (QUESTA DONNA È MIA, 1940; GENTE ALLEGRA, 1942), James Stewart (VIENI A VIVERE CON ME, 1941), George Sanders (VENERE PECCATRICE, 1946), Charles Boyer (UN’AMERICANA NELLA CASBAH, 1938), Claudette Colbert (LA FEBBRE DEL PETROLIO, 1940), Clark Gable (CORRISPONDENTE X, 1940), Bob Hope (L’AVVENTURIERA DI TANGERI, 1951), Judy Garland (LE FANCIULLE DELLE FOLLIE, 1941) e perfino i Fratelli Marx (L’INFERNO CI ACCUSA, 1957), entrando definitivamente nell’immaginario collettivo come la Dalila del kolossal biblico SANSONE E DALILA (1949) di Cecil B. De Mille.

HEDY LAMARR: LA GALLERIA FOTOGRAFICA DI NIENTEPOPCORN

IL BREVETTO LAMARR/ANTHEIL: SILURI E… SMARTPHONE

Grazie alle frequentazioni del marito guerrafondaio, abbandonato avventurosamente alla fine degli anni Trenta, la Lamarr ebbe la possibilità di incontrare tecnici specializzati nello sviluppo delle tecnologie belliche: fu anche grazie a queste frequentazioni che la viva intelligenza e i giovanili studi di ingegneria della donna passarono, letteralmente, alla storia.
Nel 1941, in piena Seconda Guerra Mondiale, la Lamarr era impegnata in un progetto di fisica insieme al compositore George Antheil, conosciuto ad un ricevimento: i due stavano perfezionando un sistema per criptare le comunicazioni via radio, il cosiddetto frequency-hopping spread spectrum (FHSS). Lo scopo dello studio condotto dalla Lamarr era quello di ideare un sistema di frequenze in grado di evitare che i segnali radio nemici fossero in grado di deviare la traiettoria di un siluro, facendogli mancare l’obiettivo. Utilizzando come primo prototipo un sistema basato sulla scansione della tastiera di un pianoforte, la Lamarr e Antheil dimostrarono che era possibile suddividere il campo delle frequenze in ottantotto sezioni (tanti quanti sono, per l’appunto, i tasti dello strumento): ogni tasto creava un segnale posto ad una precisa frequenza e solo combinando le varie frequenze era possibile controllare il siluro.
Il prototipo, regolarmente brevettato e presentato alla Marina Militare degli Stati Uniti nel 1942, venne rifiutato, per essere adottato dall’esercito solo una ventina di anni dopo. Esso costituisce la tecnologia su cui si basa anche la trasmissione delle onde radio sfruttata dai telefoni cellulari e, semplificando, è l’accorgimento grazie al quale le conversazioni dei singoli apparecchi non si sovrappongono le une alle altre.

HEDY LAMARR E L’OSSESSIONE PER LA BELLEZZA

L’ultimo film della Lamarr risale al 1958 (L’ANIMALE FEMMINA): da allora, l’attrice è progressivamente scomparsa dalla scena pubblica, sviluppando un’insana ossessione per il declino fisiologico della propria bellezza che l’ha portata a sottoporsi a diversi interventi di chirurgia estetica. Le cronache si sono occupate di lei in un paio di occasioni per episodi di cleptomania, nel 1966 e nel 1990.
Hedy Lamarr è scomparsa nella notte del 19 gennaio 2000, nella sua casa di Altamonte Springs in Florida, colpita da un attacco cardiaco.

[Fonti: sito ufficiale dedicato a Hedy Lamarr; Edoardo Segantini, Hedy Lamarr, la donna gatto]

2 commenti

  1. icarus / 9 Novembre 2015

    Molto affascinante. Hai proprio ragione riguardo alla somiglianza con la Leigh, tant’è che, leggo, fosse cosa nota. Io inizialmente l’avevo associata a Joan Bennett , probabilmente per via del fatto che il look della Lamarr fece presa su molte attrici, anche già affermate, al momento del suo detonante ingresso ad Hollywood.
    Eccole a confronto durante un torneo di polo, prima che la Bennett decidesse di abbandonare il proprio colore naturale.
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    • Stefania / 9 Novembre 2015

      @icarus: è vero. Tanto che, prima che la Bennett decidesse di tentare definitivamente la via corvina, lei e la Lamarr avrebbero potuto interpretare facilmente due sorelle gemelle, l’una bionda e l’altra bruna 😉

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