Brexit: quali ripercussioni avrà sulle produzioni cinetelevisive europee?

Siglata da un referendum popolare, l'uscita del Regno Unito dall'Unione Europea avrà inevitabili ripercussioni politiche ed economiche. Cerchiamo di capire quali cambiamenti e problemi dovrà affrontare il settore cinematografico e televisivo europeo.

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Brexit: quali ripercussioni avrà sulle produzioni cinetelevisive europee?

GLI EFFETTI DELLA BREXIT SULL’INDUSTRIA CINEMATOGRAFICA E TELEVISIVA EUROPEA

Il referendum del 23 giugno ha sancito l’uscita del Regno Unito dalla Comunità Europea. A meno di colpi di scena delle ultime ore legati alla richiesta di una nuova consultazione popolare in merito, il 52% dei sudditi di Sua Maestà Elisabetta II ha deciso di rinunciare alla coalizione politica ed economica con gli altri Stati membri: benché i dettagli degli scenari futuri siano ancora indefiniti, è chiaro che tale scelta, ribattezzata con il neologismo Brexit, avrà grosse ripercussioni in ambito finanziario e sociale. Le procedure per negoziare l’uscita del Regno Unito dall’Unione sono appena iniziate, ma c’è una certezza di fondo: contestualmente al momento in cui il Regno Unito smetterà di pagare contributi all’Europa, l’Unione Europea interromperà i finanziamenti al governo e il Regno Unito non potrà in alcun modo esprimersi in merito alle discussioni sul mercato unico digitale.
Senza allontanarci troppo dal contesto economico, proviamo a capire se e come la Brexit influirà sulle produzioni cinetelevisive europee e, in particolare, sulla florida e propositiva industria del cinema e della televisione del Regno Unito, grazie ad un’interessante e documentata analisi proposta da Stephen Follows, produttore, sceneggiatore e docente presso la MET Film School di Londra.

IN CHE MODO LA BREXIT INFLUENZERà NEGATIVAMENTE L’INDUSTRIA CINEMATOGRAFICA DEL REGNO UNITO?

1. (molto certo) Cesseranno i finanziamenti di MEDIA, il programma dell’Unione Europea a sostegno della realizzazione di contenuti audiovisivi europei e alla loro circolazione all’interno e all’esterno dei Paesi dell’Unione, con l’incentivazione alla competitività.
Tra il 2007 e il 2013, MEDIA ha finanziato vari settori dell’industria cinematografica del Regno Unito con una cifra pari a circa centomila euro.

2. (molto probabile) Le co-produzioni ufficiali tra il Regno Unito e gli altri Paesi europei diventeranno molto difficili.
Le co-produzioni ufficiali sono regolamentate da un trattato firmato a Strasburgo nel 1992 firmato dai Paesi membri dell’Unione Europea, ma anche dagli Stati Uniti e da altri Stati che fanno parte della Convenzione culturale europea (Australia, Canada, Cina, India, Israele, Giamaica, Marocco, Nuova Zelanda, i territori palestinesi occupati, Sud Africa). Le co-produzioni ufficiali consentono ad un film di ricevere finanziamenti e benefici fiscali accordati a nazioni diverse: in un immediato futuro, le co-produzioni ufficiali, non più appoggiate dai finanziamenti dell’Unione Europea, saranno rare, anche in vista di un indebolimento della sterlina dovuto all’inevitabile incertezza dei mercati economici nei confronti della moneta locale.
Non è detto che, nell’immediato, sia possibile ricorrere ad una nuova legislazione: il Regno Unito dovrebbe registrarsi al trattato come Stato non membro dell’Unione.
A margine, occorre sottolineare che, nel 1994, il Regno Unito ha firmato un accordo di co-produzione separata con la Francia, perciò le co-produzioni franco-inglesi non dovrebbero essere compromesse dalla Brexit.

Un'immagine promozionale della serie tv "The Night Manager"

Un’immagine promozionale della serie tv “The Night Manager”

3. (quasi certo) I prodotti del Regno Unito susciteranno meno interesse nei distributori europei.
Alcuni Paesi europei hanno stabilito la quantità di contenuti europei da offrire nell’ambito del proprio mercato cinematografico e televisivo. Per esempio, in Francia, circa il 51% della programmazione tv deve essere caratterizzata da produzioni europee. In questa classificazione, ricadono anche le co-produzioni parzialmente extra-europee con i Paesi firmatari della Convenzione culturale europea: un esempio recente è la serie tv THE NIGHT MANAGER, co-prodotta dalla britannica BBC e dall’americana AMC e classificata, perciò, come prodotto europeo. In un contesto post-Brexit, sarà molto improbabile che i prodotti ibridi possano essere considerati europei, perdendo “valore” nei Paesi dell’Unione che hanno adottato il principio delle quote.

4. (possibile, ma poco definito) Maggiori difficoltà nella composizione di cast artistici e tecnici.
Una delle caratteristiche di un’Europa unita è la libera circolazione delle persone, dei beni e dei servizi. Nuovi requisiti per i visti e i permessi di lavoro potrebbero influenzare sia la circolazione di cittadini del Regno Unito per le riprese in Europa che quella dei cittadini dei Paesi membri per le riprese nel Regno Unito.
La situazione è estremamente ingarbugliata: i passaporti e i controlli alle frontiere non sono regolati solo dall’Unione europea, ma dal Trattato di Schengen, che gestisce la libera circolazione dei cittadini nel cosiddetto Spazio Schengen che regola i rapporti tra gli Stati aderenti, e dal Trattato di Roma del ’57 sulla circolazione delle merci. Di 28 Stati europei, solo 22 hanno siglato l’accordo di Schengen. Inoltre, l’Islanda, il Lichtenstein, la Norvegia e la Svizzera sono membri dello spazio Schengen, ma non dell’Unione Europea.
Quindi, in uno scenario post-Brexit, non è affatto chiaro come sarà regolamentata la libera circolazione in modo da proteggere gli accordi di cui ha goduto finora l’industria cinematografica.

5. (certo) Nei cinema dei Paesi dell’Unione Europea, saranno distribuiti meno film prodotti nel Regno Unito e, nel Regno Unito, saranno distribuiti meno film dei Paesi UE.
I finanziamenti dell’Unione hanno sostenuto fortemente la distribuzione di film locali: tra il 2007 e il 2013, sono stati messi a disposizione 45 milioni di euro per portare nel resto d’Europa film prodotti nel Regno Unito. Nello stesso periodo, l’Unione ha stanziato circa 20 milioni per favorire la distribuzione di film europei nel Regno Unito. Con la moneta indebolita dalla Brexit, diventerà molto costoso per i distributori del Regno Unito acquistare prodotti esteri.

Tra i film del Regno Unito di recente produzione che hanno ricevuto ingenti finanziamenti dall’Unione Europea e che sono stati distribuiti nelle sale degli altri Paesi membri, annoveriamo:

Vale la pena menzionare anche alcuni dei film provenienti dai Paesi che hanno aderito alla Convenzione culturale europea che hanno goduto dei finanziamenti dell’Unione, ottenendo una capillare distribuzione nel Regno Unito:

6. (certo) La rete di sale indipendenti del Regno Unito perderà i finanziamenti europei.
56 strutture indipendenti del Regno Unito ricevono un finanziamento dall’Unione Europea nell’ambito del programma Europa Cinemas, atto a sostenere economicamente le sale che prevedono che la loro programmazione sia composta per almeno il 67% da film europei. Tra il 2007 e il 2013, nel Regno Unito, tale erogazione di contributi è stata di poco superiore ai centomila euro.

ESISTONO ASPETTI POSITIVI DELLA BREXIT?

1. (certo) Diventerà più economico girare film e serie tv nel Regno Unito.
Se la sterlina continuerà a perdere valore, il territorio del Regno Unito sarà sempre più conveniente per organizzare i set delle produzioni straniere. L’effetto più grande verrà rilevato dagli Studios di Hollywood, che, normalmente, spendono ingenti somme di denaro in giro per il mondo alla ricerca di scenari naturali verdi (basti pensare alle location di una serie tv come il IL TRONO DI SPADE, situate perlopiù nell’Irlanda del Nord e in Scozia).

2. (certo) Il Regno Unito potrà modificare il proprio regime fiscale.
Il Film Tax Relief (FTR), l’attuale programma di sgravi fiscali dedicato alle produzioni cinetelevisive del Regno Unito, è molto generoso: offre ai produttori un rimborso di circa un quinto dei soldi spesi in film realizzati da produzioni del Regno Unito. In qualità di membro dell’Unione Europea, il Regno Unito è vincolato da precise norme in materia di aiuti di Stato e, prima della Brexit, non poteva modificare in autonomia il regime degli incentivi statali e dei sussidi, senza l’approvazione dell’Unione.
Non è ancora chiaro se e come il governo potrà investire direttamente il denaro risparmiato dalla tassazione UE nelle casse rimaste vuote dopo la cessazione dei finanziamenti del programma MEDIA.

QUAL è L’OPINIONE DELL’INDUSTRIA CINETELEVISIVA DEL REGNO UNITO SULLA BREXIT?

La stragrande maggioranza delle persone che lavorano nell’industria cinematografica e televisiva del Regno Unito non era intenzionata a lasciare l’Unione Europea. Il sindacato locale del settore, la Creative Industries Federation, ha dichiarato in un documento pubblico che il 96 % dei suoi componenti ha sostenuto la campagna per restare nell’Unione e l’84% ha dichiarato che l’adesione all’Unione Europea è stata e sarà importante per lo sviluppo del settore nel Regno Unito. Un sondaggio ha rilevato che il 66% delle persone che lavorano nell’industria cinematografica nel Regno Unito ritiene che la Brexit potrebbe avere un impatto negativo sul settore, mentre solo l’11,5 % crede che sarebbe positiva.
Perché?
Motivi politici: tradizionalmente, l’industria cinematografica è un settore caratterizzato da un orientamento liberale e i liberali sono apertamente pro-Unione Europea.
Posizione geografica: la maggior parte dei lavori in ambito cinetelevisivo del Regno Unito si svolgono a Londra e la città è stata la sede di un focolaio di sentimento anti-Brexit (il 60% degli elettori di Londra ha votato per restare nell’Unione).
Motivi anagrafici: l’età media dei lavoratori dell’industria cinematografica è molto bassa se rapportata a quella della popolazione del Regno Unito e i sondaggi hanno mostrato come la maggior parte degli elettori al di sotto dei 50 anni ha votato a favore della permanenza nell’Unione.
Paura dell’incertezza: l’industria cinematografica del Regno Unito è in un periodo di crescita stabile, in gran parte grazie ad un approccio costante del governo nei confronti degli incentivi. Le incertezze sul futuro potrebbero spaventare gli investitori e le case di produzione.

[Testo parzialmente tradotto e adattato da stephenfollows.com]

[Nella foto: un’immagine tratta da IL TRONO DI SPADE]

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