5 cose da sapere sul film “Tutta la bellezza e il dolore”, Leone d’Oro 2022 a Venezia

Di cosa parla il film Leone d'Oro 2022? Cosa significa 'All the Beauty and the Blodshed'? 5 curiosità sul film premiato a Venezia 79.

Curiosità , di
5 cose da sapere sul film “Tutta la bellezza e il dolore”, Leone d’Oro 2022 a Venezia

[Ultimo aggiornamento 27 gennaio 2023]

5 cose da sapere su “All the Beauty and the Bloodshed”, film Leone d’Oro 2022

La Giuria internazionale di Venezia 79 ha assegnato il Leone d’Oro 2022 al film documentario ALL THE BEAUTY AND THE BLOODSHED della regista statunitense Laura Poitras.
Nel corso dello svolgimento dell’ultima Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia (31 agosto-10 settembre 2022), l’attenzione tributata ad altri film in concorso aveva lasciato presagire esiti diversi. Se le standing ovation fossero un indizio certo della vittoria, probabilmente, avrebbe trionfato BLONDE di Andrew Dominik (14 minuti di applausi).
La vittoria di ALL THE BEAUTY AND THE BLOODSHED ha suscitato alcune considerazioni in merito al fatto che un documentario possa concorrere al Leone d’Oro insieme a film di finzione. Nella conferenza stampa finale di Venezia 2022, a proposito delle incongruenze relative ad alcune categorie oggetto di premiazione, il direttore artistico Alberto Barbera ha dichiarato: “Nel momento in cui facciamo una battaglia per portare i documentari in concorso, effettivamente questa è diventata una categorizzazione che appartiene al passato. Questa è una giusta sollecitazione e faremo sicuramente una riflessione”.
Intanto, ecco 5 cose da sapere sul film ALL THE BEAUTY AND THE BLOODSHED, aspettando che, dopo le partecipazioni ad altri festival internazionali (Toronto, New York, Londra), vengano diffuse notizie su una distribuzione italiana del documentario.

  • Tutta la bellezza e il dolore
    6.3/10 6 voti
    Leggi la scheda

    1. Di cosa parla il documentario “All the Beauty and the Bloodshed”? Una clip dal film Leone d’Oro 2022

    Il film ALL THE BEAUTY AND THE BLOODSHED è un documentario incentrato sulla biografia di Nan Goldin, fotografa e attivista statunitense, in cui si intrecciano vicende intime, Arte e impegno civile e politico.
    La storia privata e pubblica della Goldin viene raccontata nel film, attraverso diapositive, dialoghi, fotografie e filmati rari.
    Nel 2017, la Goldin ha fondato P.A.I.N. (Prescription Addiction Intervention Now), un gruppo di difesa legale nato per boicottare le attività della Famiglia Sackler, proprietaria della casa farmaceutica americana Purdue Pharm.
    A partire dagli anni Novanta, infatti, la Sackler è stata responsabile della produzione e distribuzione di un farmaco oppioide, l’OxyContin, a base di ossicodone. Prescritto con molta facilità come antidolorifico, l’OxyContin è ritenuto il principale responsabile di una epidemia di dipendenza da oppioidi e morti di overdose da farmaco. La Purdue e i Sackler sono considerati colpevoli di aver minimizzato la capacità del farmaco di creare dipendenza e di aver sollecitato i medici a prescrivere l’OxyContin in modo massiccio.
    Secondo quanto riportato dal centro studi Council on Foreign Relations, negli Stati Uniti, dal 1999 al 2020, le overdosi da oppioidi hanno ucciso quasi 50mila persone.
    Se avete visto la miniserie tv DOPESICK (2021), con Michael Keaton, questa storia vi sarà tristemente familiare. La Goldin compare in un episodio della serie tv Hulu, interpretata da Abigail Jackson.
    Fra gli obiettivi del P.A.I.N., c’è la promozione di strategie di riduzione del danno dovuto alle dipendenze. Ispirato dall’organizzazione internazionale ACT Up (AIDS Coalition to Unleash Power), nata negli anni Ottanta per sensibilizzare l’opinione pubblica sulle condizioni dei malati di AIDS, di cui la Goldin ha fatto parte, P.A.I.N. ha realizzato una serie di proteste pubbliche atte a denunciare i Sackler e i crimini della Purdue Pharma. Uno degli slogan più famosi del P.A.I.N. è “Sacklers lie, People die” (trad.: i Sackler mentono, la gente muore).
    Del film premiato a Venezia 2022, fanno parte anche le principali opere fotografiche della Goldin, incentrate sul concetto che arte e politica sono ambiti strettamente connessi. Fra queste, vengono mostrate la collezione di diapositive The Ballad of Sexual Dependency (1985) e Witnesses: Against Our Vanishing (1989), una mostra sull’AIDS che, all’epoca, venne censurata dal National Endowment for the Arts, l’agenzia federale statunitense che fornisce supporto e fondi a selezionati progetti artistici.
    In attesa del trailer ufficiale di ALL THE BEAUTY AND THE BLOODSHED, ecco una clip tratta dal film della Poitras.

2. Chi è Nan Goldin? La storia vera nel film “All the Beauty and the Bloodshed”

Nancy Goldin, meglio conosciuta come Nan Goldin, è una figura fondamentale dell’arte contemporanea e dell’attivismo statunitense.
Nasce nel 1953, a Washington, in una famiglia borghese ebrea. Padre professore, madre casalinga, 4 figli.
ALL THE BEAUTY AND THE BLOODSHED è dedicato a Barbara, la sorella della Goldin, morta suicida. Prima della scomparsa, Barbara era stata internata dai genitori in vari istituti di riabilitazione, per comportamenti definiti inappropriati e alcuni episodi di violenza nei confronti della madre.
All’epoca, la Goldin aveva 11 anni. La scomparsa della sorella, a cui era molto legata e da cui ha attinto l’insofferenza nei confronti della rispettabile ma ipocrita vita borghese, segna profondamente la vita di Nan.
Dopo la morte di Barbara, la Goldin inizia a nutrire sentimenti autodistruttivi. È certa di morire giovane. Appena possibile, inizia a fare uso di droghe. A 14 anni, lascia la casa dei genitori e comincia a vivere in famiglie affidatarie e comuni.
A scuola, scopre il mondo della fotografia e inizia a documentare la sua vita quotidiana attraverso foto e diapositive.
Si immerge nelle comunità queer di Princetown, Massachussetts, e della Bowery e del Village di New York, popolate da drag queen, omosessuali, tossicodipendenti. I suoi diari fotografici, intimi e rivelatori, si occupano di sottoculture metropolitane legate a musica, prostituzione e droghe pesanti. Grazie alla fotografia, la Goldin vive e testimonia attivamente il periodo pre-AIDS, a cavallo fra anni Settanta e Ottanta.
A metà degli anni Novanta, il Withney Museum of American Art le dedica una importante retrospettiva.
La Goldin decide di fondare P.A.I.N. nel 2017, dopo essere sopravvissuta a una overdose da OxyContin. Aveva iniziato ad assumere il famoso e diffuso antidolorifico, per curare una tendinite. Nan riesce a salvarsi e, poi, a disintossicarsi, grazie a un altro farmaco a base oppioide la cui prescrizione era più ponderata, rispetto a quella dell’OxyContin della Pardue.
Stabilite le responsabilità della casa farmaceutica e della Famiglia Sackler nell’annosa sequenza di morti per overdose legate al consumo di OxyContin, insieme ad altre vittime del farmaco, la Goldin fonda P.A.I.N.
Il primo obiettivo dell’associazione è stato stabilire i legami dei Sackler con le istituzioni che, per anni, hanno coperto le speculazioni insensate della Pardue Pharma e hanno accettato le loro cospicue donazioni. In particolare, gli attivisti di P.A.I.N. si sono mobilitati per impedire a università e famosi musei (fra cui, il Guggenheim di New York e il Louvre di Parigi) di accettare i finanziamenti Sackler.
ALL THE BEAUTY AND THE BLOODSHED non è il primo film dedicato alla storia della Goldin. Nel 1995, insieme a Edmund Coulthard, Nan ha diretto il film autobiografico I’LL BE YOUR MIRROR, prodotto dalla BBC.

3. Cosa significa “All the Beauty and the Bloodshed”? La traduzione del titolo

Il titolo del film Leone d’Oro 2022 è molto evocativo. Ma cosa significa, di preciso?
In una recensione del film, il magazine Indiewire dice che la frase è inserita nella narrazione cinematografica come “una elegia furiosa e calzante”.
Sul sito statunitense della rivista Rolling Stone, viene spiegato che la frase è presente in un fascicolo medico di Barbara, la sorella della Goldin.
Nei cinema italiani, il film della Poitras sarà distribuito da I Wonder Pictures dal 12 al 14 febbraio 2023 con il titolo TUTTA LA BELLEZZA E IL DOLORE, che corrisponde a una traduzione parzialmente fedele del titolo originale.
Mentre “beauty” è stato tradotto in maniera letterale con “bellezza”, “bloodshed”, che significa esattamente “spargimento di sangue; massacro, ecatombe, strage” [Fonte: Nuovissimo dizionario Zanco/Caliumi, Fabbri Editori, 1988], è diventato “dolore”.

4. La filmografia di Laura Poitras, Oscar 2015 con “Citizenfour”

venezia 79 leone d oro laura poitras regista

Laura Poitras con il Leone d’Oro 2022 vinto con il film ‘All the Beauty and the Bloodshed’.

Nata nel 1964 a Boston, Massachussetts, Laura Poitras è una regista, documentarista e produttrice cinematografica statunitense.
La filmografia della Poitras inizia ufficialmente nel 2003, con la co-regia del documentario FLAG WARS, vincitore al South By Southwest Film Festival, che parla del fenomeno della gentrificazione a Columbus, in Ohio.
Ottiene una nomination agli Oscar 2007, con il documentario MY COUNTRY MY COUNTRY (2006), che racconta l’occupazione militare statunitense in Iraq.
Nel 2015, la Poitras vince un Emmy Award, l’Independet Spirit Award e l’Oscar per il miglior documentario con CITIZENFOUR (2014), film incentrato sul caso Snowden.
Partecipa per la prima volta alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica e vince il Leone d’Oro 2022 con il documentario ALL THE BEAUTY AND THE BLOODHSED.
Ecco il discorso di ringraziamento di Laura Poitras pronunciato a Venezia: “[Traduzione Rai dall’inglese] Vorrei innanzitutto ringraziare il Festival, per aver compreso l’importanza del Cinema. Vorrei ringraziare la Giuria, i cui giurati, il cui lavoro continua a essere fonte d’ispirazione. Nonostante [ALL THE BEAUTY AND THE BLOODHSED] sia un documentario, non possiamo continuare a guardare questo film e pensare al fatto che, attualmente, un personaggio [ndA: il regista Jafar Panahi, recluso in Iran] è in prigione e, quindi, vorrei che tutti facessimo ciò che è in nostro potere proprio per rilasciare tutti i registi che sono attualmente imprigionati in tutto il mondo. E, quindi, sono qui, oggi, grazie a due donne e vorrei innanzitutto ringraziare Diane Weyermann [ndA: produttrice esecutiva del film]. Diane, che mi ha sostenuto nei miei alti e bassi per quasi vent’anni e, purtroppo, è venuta a mancare e non è qui con noi questa sera. Questo [Leone d’Oro] lo dedico a lei, a Diane. E, poi, Nan non può essere qui oggi, perché al momento sta preparando una retrospettiva che sarà inaugurata alla fine di ottobre. Quindi, si sta al momento occupando del montaggio. Quindi, doveva tornare e continuare a lavorare, che è quello che ha fatto per oltre cinque decadi. Ha dedicato la sua vita e ha condiviso il suo lavoro con tutti noi. Io ho conosciuto tantissime persone coraggiose nella mia vita, ma non ho mai conosciuto nessuno come Nan, qualcuno che è riuscito a combattere questa famiglia [ndA: i Sackler], che è davvero spietata, responsabile di decine e decine di morti. Ha deciso proprio di affossare questa famiglia, insieme all’organizzazione che conduceva e, quindi, non ho il coraggio che Nan ha avuto, ossia scavare nel profondo della sua anima e riuscire a condividere cose con noi e con il pubblico cose che la maggior parte delle persone non condivide neanche con le persone più vicine, figuriamoci a un pubblico così ampio. Quindi, questo [Leone d’Oro] è con Nan, è per lei. Ti voglio davvero moltissimo bene, Nan. Spero che in questo momento ci stia guardando. E lunedì [ndA: 12 settembre] sarà il suo compleanno, quindi lo porteremo proprio a lei”.

5. “All the Beauty and the Bloodshed” non è il primo documentario a vincere il Leone d’Oro a Venezia

Nella storia della Mostra del Cinema di Venezia, ALL THE BEAUTY AND THE BLOODHSED è il secondo documentario a vincere il Leone d’Oro.
Il primo titolo di genere documentario a ottenere il massimo premio della prestigiosa manifestazione cinematografica è stato SACRO GRA di Gianfranco Rosi, Leone d’Oro 2013.
Il film di Rosi mostra alcune persone che vivono intorno al Grande Raccordo Anulare di Roma, un’arteria molto trafficata ma fondamentale per il traffico a motore della città.

Dove vedere il film “Tutta la bellezza e il dolore”?

Fra settembre e ottobre 2022, il film della Poitars è stato presentato nel corso di alcuni festival cinematografici internazionali.
Come abbiamo anticipato in questo articolo, la data di uscita italiana del film documentario TUTTA LA BELLEZZA E IL DOLORE è stata fissata al 12 febbraio 2023.

Altre fonti consultate

Sean O’Hagan, Nan Goldin: ‘I wanted to get high from a really early age’, pubblicato su The Guardian il 23 marzo 2014 (consultato il 12 settembre 2022).
Stephanie Bunbury, Venice Review: Laura Poitras’ ‘All The Beauty And The Bloodshed’, pubblicato su Deadline il 3 settembre 2022 (consultato il 12 settembre 2022).
Cerimonia di chiusura della 79ma Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, via RaiPlay.

Lascia un commento