La storia di “Le follie dell’imperatore”: da film epico sul Perù a cult Disney comico

Il film a cartoni animati 'Le follie dell'imperatore' ha avuto una produzione travagliata. Ecco la storia di uno dei film più divertenti della Disney.

Curiosità , di
La storia di “Le follie dell’imperatore”: da film epico sul Perù a cult Disney comico

La storia del film Disney “Le follie dell’imperatore”

Il 6 aprile 2001, nei cinema italiani, usciva il film Disney a cartoni animati LE FOLLIE DELL’IMPERATORE (The Emperor’s New Groove, 2000).
Negli Stati Uniti, il lungometraggio in 2D, realizzato con tecniche di animazione tradizionali, era già stato distribuito a partire dal dicembre 2000, come film Disney di Natale.
Incentrato sulle disavventure del giovane imperatore inca Kuzco e con un villain spassoso come Yzma, LE FOLLIE DELL’IMPERATORE è un indiscusso cult Disney, amato dai fan per le trovate comiche di ispirazione slapstick e l’originalità delle situazioni.
Eppure, il 40mo classico Disney, caratterizzato da una storia produttiva decisamente travagliata, ha rischiato di non essere prodotto e, rapportato ad altri film famosi della Disney, non può essere considerato un succeso al botteghino nazionale e internazionale.
La sua fama si è affermata anche in Italia solo con il trascorrere del tempo, dopo la distribuzione del film in formato vhs per il circuito home video.
Oggi, è uno dei film Disney più amati e citati dai fan. E pensare che avrebbe dovuto essere un film completamente diverso, molto più serio, dal tono epico, con una storia differente e un inserto sentimentale e privo delle trovate comiche che lo hanno reso celebre.
Amici di NientePopcorn.it, seguiteci, per saperne di più.

  • Le follie dell'imperatore
    7.7/10 691 voti
    Leggi la scheda

    La trama de “Le follie dell’imperatore”, uno dei migliori film da vedere su Disney+ in streaming

    Partiamo da… la fine. Ovvero, dalla versione del film distribuita nei cinema di tutto il mondo.
    Il lungometraggio d’animazione LE FOLLIE DELL’IMPERATORE è ambientato in Perù, in epoca precolombiana. Kuzco è un imperatore inca ancora adolescente. Indolente, pigro, viziato: Kuzco è un reggente egoista e dispotico.
    Innervosita dal fatto di essere stata licenziata su due piedi dall’imperatore (“Come posso spiegartelo? Ti sollevo dall’incarico, sei stata dimissionata, rientri nella riduzione del personale, divergenza di intenti, conflitto d’interessi, scegli la tua versione, ne ho altre”), Yzma, perfida consigliera di corte, intende punire Kuzco e progetta di ucciderlo, avvelenandolo. Ma il suo assistente Kronk combina un pasticcio.
    Invece di somministrare a Kuzco una bevanda mortale, fa bere all’imperatore un intruglio che lo trasforma in un lama. Incapace di uccidere il ragazzo-lama, Kronk carica Kuzco su un carro, sperando che venga portato lontano e che Yzma non scopra il sotterfugio.
    È solo l’inizio di una serie di situazioni, per l’appunto, folli.
    Oggi, la trama de LE FOLLIE DELL’IMPERATORE ci sembra un meccanismo comico perfetto. Potete verificarlo anche voi, recuperando il film su Disney+, per esempio (basta un click sul logo del servizio, contenuto nella scheda-film di NientePopcorn.it, per atterrare subito sulla piattaforma e vedere il film in streaming legale).
    Ma, nel progetto iniziale, la storia avrebbe dovuto essere un’altra.

“Le follie dell’imperatore”: in origine, era “Kingdom of the Sun”, musical epico sul Perù precolombiano

Intorno alla fine degli anni Novanta, gli Studios Disney stavano facendo i conti con il successo planetario ottenuto da film come LA BELLA E LA BESTIA (Beauty and the Beast, 1991) e ALADDIN (1992). Ma titoli successivi, come IL GOBBO DI NOTRE DAME (The Hunchback of Notre-Dame, 1996), non erano andati altrettanto bene al box office. In vista del nuovo millennio, la casa di produzione era alla ricerca di soluzioni innovative.
Una tendenza su cui gli Studios volevano continuare a puntare erano le storie ambientate in contesti culturali diversi, come era già stato sperimentato (con risultati considerati non troppo convincenti) con POCAHONTAS (1995). Di lì a poco, gli Studios ci avrebbero riprovato con MULAN (1998).
Tom Schumacher, vice-presidente esecutivo della sezione Disney destinata ai film animati, convocò Roger Allers, co-regista con Rob Minkoff del successone Disney IL RE LEONE (The Lion King, 1994).
La leggenda dice che, ispirato da una foto del Machu Picchu appesa nell’ufficio di Schumacher, Allers propose un epico musical Disney ambientato in Perù, durante l’impero Inca.
Qui, un imperatore capriccioso incontra un contadino che gli somiglia come una goccia d’acqua. Per divertirsi, decide di sostituirsi a lui. Il titolo del film avrebbe dovuto essere Kingdom of the Sun, letteralmente L’impero del Sole.
Circa un anno dopo l’inizio del lavoro sulla sceneggiatura, Allers ebbe un’altra idea. Dopo quella di Elton John composta ed eseguita per IL RE LEONE, la Disney avrebbe avuto una colonna sonora originale firmata da un’altra popstar mondiale: Sting.
Ma le cose non sono andate come previsto. A un certo punto, infatti, Allers perse il controllo del suo progetto.

  • The Sweatbox
    6.0/10 1 voti
    Leggi la scheda

    Il documentario della moglie di Sting che racconta i retroscena de “Le follie dell’imperatore”

    La trasformazione di Kingdom of the Sun ne LE FOLLIE DELL’IMPERATORE è raccontata nel documentario THE SWEATBOX (2002), diretto da John-Paul Davidson e Trudie Styler, la moglie di Sting.
    Dopo aver iniziato a lavorare alla sceneggiatura, Allers e i suoi collaboratori incontrarono Sting e la Styler in Inghilterra. Fu allora che Trudie propose di girare un documentario sul film, con interviste e immagini girate dietro le quinte del nuovo lungometraggio Disney. La produzione accettò volentieri, pensando anche che un coinvolgimento della Styler avrebbe evitato eventuali ripensamenti da parte del marito.
    Presentato in anteprima nel 2002 al Toronto International Film Festival, THE SWEATBOX è un documentario commissionato dalla Disney che, però, non è mai stato autorizzato e distribuito nei cinema o su supporto per l’home video. Ogni tanto, in maniera “corsara”, compare su YouTube diviso in più parti e in bassa definizione, ma viene sempre rimosso dalla piattaforma dopo poco tempo.
    In THE SWEATBOX, compaiono i principali protagonisti di Kingdom of the Sun: Allers, diversi animatori, storyboard artist, produttori, alcuni doppiatori e Mark Dindal, il regista finale de LE FOLLIE DELL’IMPERATORE che, inizialmente, doveva affiancare Allers solo come co-regista.
    Il valore di THE SWEATBOX risiede soprattutto nella sua capacità, non premeditata, di mostrare quanto la lavorazione di Kingdom of the Sun/LE FOLLIE DELL’IMPERATORE sia stata difficile e snervante e a quale tipo di pressioni siano sottoposti i team di lavoro di produzioni come quelle disneyane.

La trama di “Kingdom of the Sun” e il personaggio di Yzma

In una recente intervista rilasciata a Vulture che ha riunito virtualmente molte delle persone coinvolte nella realizzazione del film, Allers spiega quali aspetti della cultura incaica lo avevano ispirato per definire il soggetto del film. “Secondo il mito [inca] della creazione, un dio chiamato Viracocha ha portato la luce nel mondo, lanciando una corda attorno a una stella lontana e tirandola sulla Terra. Per me, quell’immagine è davvero emozionante. (…) Avevo in mente un mix di mitologia, umorismo e romanticismo.
Tra i riferimenti di Allers, c’erano IL PRIGIONIERO DI ZENDA (The Prisoner of Zenda, 1952), il romanzo di Anthony Hope (1894) da cui era stato tratto il film di Richard Thorpe e un’altra opera di narrativa, Il principe e il povero (1881) di Mark Twain.
Nacque il personaggio di Yzma, l’alta sacerdotessa che, nel progetto iniziale, vuole prendere il potere e riconquistare la giovinezza e la bellezza perdute. “I villain sono sempre stati i miei personaggi preferiti, in tutti i film. [Yzma] doveva essere divertente, lunga, magra e spigolosa e, da lei, si poteva ottenere un sacco di umorismo fisico”.
Per il ruolo di Yzma, Michael Eisner, all’epoca amministratore delegato Disney, propose ad Allers Barbra Streisand. Ma Rogers aveva in mente solo un’attrice, per quel ruolo: Eartha Kitt, la famosa ballerina e cantante di cabaret resa celebre al grande pubblico dal ruolo di Catwoman nella terza stagione della serie tv BATMAN (1966-1968).
All’attore Owen Wilson, invece, Allers voleva affidare il ruolo del protagonista Pacha, un pastore di lama. Wilson aveva girato da poco UN COLPO DA DILETTANTI (Bottle Rocket, 1996) con Wes Anderson e non era molto famoso, ma al regista piaceva il suo  modo di parlare lento e tranquillo. Il contrasto con David Spade, un comico del Saturday Night Live che avrebbe dovuto doppiare Kuzco, generava un effetto divertente.

Disney in trouble: l’addio di Katzenberg e la competizione con altri studi di animazione

Nessun film, nella storia Disney, è stato esente da modifiche più o meno profonde e da stravolgimenti in fase di produzione. Spesso, cambiamenti fondamentali sono intervenuti nel corso delle proiezioni interne, in pieno work-in-progress. Ma la vicenda di Kingdom of the Sun è davvero emblematica.
Nonostante fosse in pieno Rinascimento Disney (Disney Renaissance, 1989-1999) e i film Disney stessero ottenendo buoni riscontri di critica e pubblico, la major non navigava in acque tranquille.
Alla fine degli anni Novanta, gli Studios si trovavano in una posizione molto incerta. Il produttore Jeffrey Katzenberg, che aveva contribuito in maniera determinante al successo de IL RE LEONE, se n’era andato nel 1994, scontento del trattamento riservatogli e pronto ad affossare Eisner. Nello stesso anno, Katzenberg aveva fondato la Dreamworks SKG con Steven Spielberg. Anche per questo, c’era un po’ di tensione tra Eisner e il presidente Roy E. Disney (1930-2009), nipote di Walt e figlio di Roy O. Disney.
Con l’affermarsi di altri Studi di animazione (Pixar, Dreamworks, Blue Sky), la competizione si era fatta accesa e, in breve tempo, molti validi artisti avevano lasciato la Disney per lavorare con i suoi concorrenti.
Nello stesso periodo, tra l’altro, proprio la Dreamworks stava lavorando a LA STRADA PER EL DORADO (The Road to El Dorado, 2000). Anche il nuovo film a cartoni animati prodotto dalla casa di produzione di Spielberg sarebbe stato ambientato nel Nuovo Mondo, in un contesto simile a quello di Kingdom of the Sun, anche se in epoca differente, cioè durante i primi anni della colonizzazione spagnola.
E, infine, c’erano molti lavori in ballo (TARZAN, DINOSAURI, ATLANTIS e A BUG’S LIFE e TOY STORY 2 con la Pixar) e alcuni professionisti Disney erano costretti a dividersi tra una produzione all’altra nell’arco di pochissimo tempo.

La trasformazione di “Kingdom of the Sun” ne “Le follie dell’imperatore”

In questo scenario caotico, secondo i vertici Disney, dopo due anni di lavoro, il film di Allers era praticamente fermo al palo.
Per verificare la qualità della sceneggiatura e dei dialoghi di Kingdom of the Sun, venne chiamato lo sceneggiatore David Reynolds. “Si partiva da Il principe e il povero, racconta Reynolds nell’intervista a Vulture. “Poi, tutto piombava nell’oscurità (…). Non era molto divertente. Mi venne chiesto di rielaborare i dialoghi e altre cose”.
Lo storyboard artist Chris Williams conferma le difficoltà legate alla trama: “Ho lavorato al film per un bel po’ di tempo, quando era ancora Kingdom of the Sun. Mettere insieme una storia è sempre impegnativo. Intendo dire: ogni film è complicato. Ma quello era un periodo difficile, in cui non stavamo tirando le fila del soggetto.
La storia dava l’impressione di essere troppo confusionaria ed eccessivamente simile a quella di tutti gli altri film Disney (eroe + cattivo + canzone d’amore). Su Vulture, il produttore esecutivo Don Hahn ricorda che il team era alla ricerca di un genere o un approccio che non coinvolgesse i musical di Broadway che, per anni, avevano ispirato la filosofia Disney.
Infine, a disagio con l’aspetto spirituale della cultura inca affrontato nel cartone animato, il capo della sezione animazione della Disney, Peter Schneider, decise di trasformare il film in una commedia slapstick.

“Le follie dell’imperatore” prende forma: l’addio di Allers

Dopo la prima proiezione work in progress di Kingdom of the Sun, la situazione era drammatica. Il film rischiava di essere cancellato definitivamente.
Schumacher e Schneider divisero la squadra di lavoro di Kingdom of the Sun in due team separati. Uno venne affidato a Mark Dindal e l’altro a Roger Allers.
Allers ricorda che la competizione forzata con Dindal fu sgradevole. In un’intervista rilasciata nel 2014 a Fumettologica, Allers ha dichiarato che Kingdom of the Sun: “fu un’esperienza emotivamente devastante.
L’addetto agli storyboard, Williams, ricorda che, dopo aver lavorato al progetto di Allers, all’improvviso, si ritrovò nella squadra di Dindal. Arrivò a sentirsi una specie di traditore: “Probabilmente, è stato uno dei periodi più stressanti della mia vita”.
Terminato il lavoro dei due team, Schumacher e Schneider convocarono le squadre. Il gruppo di Dindal aveva elaborato una storia che aveva un tono radicalmente diverso da quello di Kingdom of the Sun. Era assurda e tanto divertente.
Williams ricorda che Allers fu subito consapevole di quale soggetto avrebbe vinto, ma fu molto gentile con tutti e sembrava provare nessun risentimento. Pare che abbia detto: “Apprezzo ciò che c’è di buono in quello che stanno facendo”.
A quel punto, però, Allers decise di lasciare la produzione. “Potevo restare come co-regista, ma non me la sentii. (…) Sarebbe stato troppo scoraggiante per me”.

Lo sviluppo dei personaggi de “Le follie dell’imperatore”: la nascita di Kronk

I giochi erano fatti. La storia era stata approvata. Ma il tempo stringeva.
In quel momento, la squadra di Mark Dindal aveva solo un anno di tempo, per terminare il film. Nonostante tutto, infatti, la data di uscita nei cinema non era stata modificata. La premiere di Kingdom of the Sun (10 dicembre 2000) era diventata automaticamente quella de LE FOLLIE DELL’IMPERATORE.
C’erano contratti già firmati per il merchandising, la promozione e la distribuzione che andavano rispettati, per non incorrere in pesanti sanzioni economiche.
Nonostante questo, l’atmosfera generale era ilare. Sceneggiatori e animatori lavoravano sotto pressione, ma -secondo numerose testimonianze- in un clima di completo divertimento. Il processo creativo viaggiava a pieno ritmo e venivano sfornate a ripetizione gag e battute.
Benché lo sviluppo narrativo di Kingdom of the Sun fosse stato messo da parte, la base inamovibile da cui partì LE FOLLIE DELL’IMPERATORE furono i personaggi principali, Kuzco e Yzma, e i loro doppiatori originali, Spade e la Kitt.
In compenso, nacque un nuovo Pacha. Non più un giovane pastore di lama, ma una guida paterna, quella che Kuzco non aveva mai avuto.
La produzione decise di congedare Owen Wilson, troppo giovane per interpretare il personaggio, e di affidare il suo ruolo a John Goodman. L’attore accettò, contento di lavorare con Spade.
In questa fase, da un personaggio secondario, nacque ufficialmente Kronk, il muscoloso e ingenuo aiutante di Yzma amante della cucina. La scelta del doppiatore cadde su Patrick Warburton.
Per un certo periodo, la presenza di Kronk nel film fu in pericolo. Ma Reynolds propose di realizzare almeno una scena con quel personaggio. Pensò a Kronk come a un ottimo cuoco, abile nel preparare piatti dai nomi buffi come gli sformatini agli spinaci (Spinach Puffs). Quando girarono la famosa scena di Kronk che prepara la cena a base di sformatini, gli sceneggiatori e gli animatori non erano neppure sicuri dell’esistenza di quel piatto. Ora, sul web, ci sono un sacco di ricette per gli sformatini di spinaci di Kronk. Qui, per esempio, ne trovate una in italiano.
Il successo del personaggio di Kronk è stato tale che, nel 2005, la Disney ha realizzato LE FOLLIE DI KRONK (Kronk’s New Groove), un film destinato al circuito home video, e ha incluso il personaggio tra i protagonisti della serie tv A SCUOLA CON L’IMPERATORE (The Emperor’s New School, 2006-2008), creata dal regista del film, Mark Dindal, e premiata con Annie Awards e Daytime Emmy per il lavoro di doppiaggio della Kitt.

La (mancata) colonna sonora di Sting de “Le follie dell’imperatore”

E Sting? Dopo tutto quel tempo, il cantante iniziava a sentirsi un po’ frustrato. Il tono buffo de LE FOLLIE DELL’IMPERATORE, così simile a quello dei Looney Tunes, non sembrava interessarlo. Dopotutto, era stato coinvolto per lavorare a un musical epico, non a una commedia slapstick.
Scrisse alla Disney, per abbandonare il progetto. Le fonti riportano che, dall’inizio della produzione, Sting si licenziò in 5 occasioni. E, per 5 volte, il produttore Randy Fullmer lo convinse a rimanere a bordo.
“Voleva un grande film”, racconta Fullmer a Vulture. “Voleva vedere i personaggi cantare le sue canzoni. Il brano finale, quello sui titoli di coda, è bellissimo, ma [Sting] è rimasto deluso dal fatto che non ci fossero dei personaggi che cantavano quella canzone”.
In compenso, da sempre sensibile alla causa degli indigeni, il cantante inglese ottenne che ne LE FOLLIE DELL’IMPERATORE non venisse mostrata alcuna deforestazione, come, invece, era previsto dalla sceneggiatura.
Sting aveva lavorato molto alla colonna sonora di Kingdom of the Sun, cercando ispirazione nelle sonorità precolombiane tramandate attraverso brani tradizionali peruviani.
Roger Allers ricorda: “Sting ha scritto 5 o 6 canzoni: nessuna è stata inclusa nelle scene de LE FOLLIE DELL’IMPERATORE, perché il tono [della storia] era troppo diverso. Adoro il brano che ha scritto per Yzma, Snuff Out the Light, [pensato per una scena] in cui lei scende nelle catacombe e canta e balla con le mummie”.
Dei brani scritti da Sting, nel film, sono sopravvissuti due pezzi. Si tratta di Perfect World, usato per i titoli di testa, che, nella versione originale, è interpretato da Tom Jones, e My Funny Friend and Me, cantata da Sting, che ottenne una nomination agli Oscar 2001. Pur non comparendo nel film, altri brani di Sting sono stati inclusi nel cd con la colonna sonora definitiva de LE FOLLIE DELL’IMPERATORE scritta e diretta da John Debney.
Su Vulture, il regista di THE SWEATBOX, John Paul Davidson, ricorda: “Pensavo che Kingdom of the Sun fosse fantastico. Sembrava proprio un classico Disney. Pensavo che Sting avesse scritto un paio delle sue canzoni migliori, incredibilmente commoventi e complesse”.

Il doppiaggio italiano de “Le follie dell’imperatore”: la Yzma di Anna Marchesini

In Italia, i testi dei brani della colonna sonora de LE FOLLIE DELL’IMPERATORE sono stati tradotti da Lorena Brancucci. Il padre Ernesto Brancucci, alias Ermavilo, ne ha curato la direzione musicale. Il paroliere e doppiatore è uno storico collaboratore della Disney. Il sodalizio è iniziato nel 1986, con la colonna sonora del film BASIL L’INVESTIGATOPO (The Great Mouse Detective).
Il brano eseguito originariamente da Tom Jones è stato rinominato Kuzco, un vero genio ed è stato cantato da Mirko Pontrelli. Quello sui titoli di coda, Un caro amico come te, è stato reinterpretato in italiano dallo stesso Sting.
A sua volta, il doppiaggio italiano de LE FOLLIE DELL’IMPERATORE è un piccolo cult.
Gli attori Luca Bizzarri e Paolo Kessisoglu hanno prestato le loro voci a Kuzco e Kronk. Adalberto Maria Merli è Pacha. Ma la star della versione italiana del film Disney è l’ispiratissima Anna Marchesini, una Yzma esilarante e indimenticabile.

Gli ultimi film Disney di Roger Allers, Mark Dindal e Chris Williams

Dopo l’esperienza negativa di Kingdom of the Sun, il regista Roger Allers è rimasto alla Disney ancora per qualche tempo. Come sceneggiatore e animatore, collaborò (non accreditato) al soggetto e allo storyboard di KODA – FRATELLO ORSO (Brother Bear, 2003), allo storyboard di RITORNO ALL’ISOLA CHE NON C’È (Return to Never Land, 2002) e alla sceneggiatura del film per l’home video IL RE LEONE 3 – HAKUNA MATATA (The Lion King 1½, 2004). Nel 2007, Allers ha ottenuto una nomination agli Oscar con il cortometraggio animato THE LITTLE MATCHGIRL (2006), ispirato alla fiaba La piccola fiammiferaia (1848) di Hans Christian Andersen.
In seguito, Allers ha lasciato la Disney. Nel 2006, per la Columbia Pictures, con Jill Culton e Anthony Stacchi, ha diretto il film a cartoni animati BOOG & ELLIOT A CACCIA DI AMICI (Open Season). Nel 2014, è stato capo-regista del film d’animazione collettivo THE PROPHET a cui hanno lavorato anche Bill Plympton, Tomm Moore e Nina Paley.

Per la Disney, oltre a creare A SCUOLA CON L’IMPERATORE, Mark Dindal ha lavorato ancora come regista al lungometraggio d’animazione CHICKEN LITTLE – AMICI PER LE PENNE (Chicken Little, 2005) e, come animatore, al film per l’home video IL BIANCO NATALE DI TOPOLINO (Mickey’s Magical Christmas: Snowed in at the House of Mouse, 2001). Nel 2019, Dindal ha lavorato allo storyboard del film d’animazione Paramount WONDER PARK.

Lo sceneggiatore e animatore Chris Williams ha continuato a lavorare prevalentemente con la major, collaborando ad alcuni dei maggiori successi Disney degli ultimi anni, come FROZEN – IL REGNO DI GHIACCIO (2013) e ZOOTROPOLIS (Zootopia, 2016). Negli anni, Williams è stato anche il regista di alcuni film Disney famosi: BOLT – UN EROE A QUATTRO ZAMPE (2008); BIG HERO 6 (2014), co-diretto con Don Hall e premiato con l’Oscar 2015 come miglior film d’animazione; OCEANIA (2016), di cui ha firmato la regia insieme a Ron Clements, John Musker e, ancora, Don Hall.

Fonti

Fumettologica.
Disney Wiki.
Box Office Mojo.
antoniogenna.it.
IMDB.

Lascia un commento