I Magnifici 7 – “Crimson Peak” e il fascino delle case maledette

Con l'uscita del film di Guillermo Del Toro, torna al cinema una delle ambientazioni cardine del genere horror classico: la casa maledetta, custode di indicibili segreti. Tra le tante portate sul grande schermo ne abbiamo scelte 7: scoprite quali sono!

I Magnifici 7 , di
I Magnifici 7 – “Crimson Peak” e il fascino delle case maledette

DEL TORO E I SEGRETI DI “CRIMSON PEAK”

Giovedì 22 ottobre, dopo il debutto internazionale nelle sale di mezzo mondo, arriverà anche nei cinema italiani CRIMSON PEAK, l’attesissimo film goticheggiante di Guillermo Del Toro: il regista messicano ha solleticato la curiosità di tutti i suoi fan e degli amanti delle classiche storie di fantasmi rilasciando nei mesi scorsi succulente anticipazioni su una pellicola che si preannuncia come una messinscena barocca e sensuale di uno dei temi classici della letteratura e del cinema: la casa stregata.
Forte di un cast in cui spiccano divi dall’indubbio fascino come Tom Hiddleston (ONLY LOVERS LEFT ALIVE, 2013), Mia Wasikowska (L’AMORE CHE RESTA, 2012) e Jessica Chastain (IL DEBITO, 2011), CRIMSON PEAK ha al suo arco una ulteriore freccia in grado di catalizzare anche l’attenzione del più ritroso degli spettatori: una casa misteriosa piena di indicibili segreti.
Ambientato nella nebbiosa Inghilterra della seconda metà dell’Ottocento, CRIMSON PEAK sembra richiamare atmosfere degne di scrittori come H.P.Lovecraft e ha per protagonista una giovane donna, Edith (Wasikowska). Convolata assai velocemente a nozze con un misterioso lord, tale Sir Thomas Sharpe (Hiddleston), la novella sposa viene letteralmente strappata alla civiltà e condotta nella brughiera, dove si trova l’immensa e buia magione degli Sharpe, Allerdale Hall. Qui, il languido consorte vive con la sorella, l’algida Lady Lucille (Chastain). La coppia e il grande edificio di mattoni di argilla rossa di cui i due fratelli sono eredi sono forieri di misteri che grondano sangue.

7 CASE… DA PAURA!

Ispirati da queste allettanti premesse, abbiamo deciso di dedicare la rubrica periodica I Magnifici 7 di Nientepopcorn.it ad alcune indimenticabili case maledette della storia del cinema, teatro di efferati delitti e custodi di segreti a lungo taciuti.

  • The House of the Devil
    6.3/10 28 voti
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    7.THE HOUSE OF THE DEVIL

    Ti West è un giovane cineasta statunitense (classe 1980) con una smisurata passione per il cinema horror, gore e slasher degli anni Settanta e Ottanta. Prova ne sono i suoi lungometraggi che, per temi e impianto narrativo e tecnico, ricordano decisamente molti film d’epoca. Se nei titoli di THE HOUSE OF THE DEVIL (2009) non comparisse l’anno di produzione del film, dubito che sarebbe semplice stabilire quando è stato girato: a partire dal lettering dei suddetti titoli, fino alla scelta dei brani della colonna sonora originale, ogni singolo dettaglio concorre a far credere che si tratti di una pellicola realizzata più di trent’anni fa. Ovviamente, anche la messinscena della paura ha un fascino d’antan: una bella studentessa (Jocelin Donahue) accetta un incarico come babysitter in una villa isolata e alquanto misteriosa di proprietà di una coppia decisamente inquietante. Numerosi, apparentemente insignificanti indizi accrescono le ansie della protagonista e dello spettatore, in un crescendo esponenziale di tensione. Purtroppo, il finale del film non è degno delle sue ottime premesse, ma certo è che quella degli Ulman (Tom Noonan e
    Mary Woronov), con tanto di soffitta in cui si cela un arcano mistero ed una cantina degna del soggiorno di ROSEMARY’S BABY (1968), è una delle case più evocative del cinema horror degli ultimi anni.

  • Hausu
    Hausu
    1977
    7.4/10 26 voti
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    6.HAUSU

    La passione giapponese per gli spiriti irrequieti, genericamente detti yūrei, è nota e diffusa. Altrettanto lo è quella per le case variamente stregate (basti pensare anche a film relativamente recenti come DARK WATER, 2002, o APARTMENT 1303, 2007).
    Nel 1977, per esempio, Ôbayashi Nobuhiko ha diretto il curioso lungometraggio HAUSU, un folle pastiche pop che unisce svariate tecniche e registri per raccontare una storia tipicamente horror incentrata su una casa maledetta e sul cannibalismo praticato dalla sua proprietaria, una strega che, nel tentativo di rimanere eternamente giovane, si accanisce sulle giovani vergini che capitano nella sua proprietà. Mixando elementi surreali e giocosi tipici della tradizione manga con ingredienti ricorrenti in quella dei racconti letterari e cinematografici di genere, il film di Ôbayashi è una summa coloratissima e visionaria di retaggi favolistici e popolari, aggiornati in chiave quasi postmoderna, con soluzioni visive degne dei surreali romanzi del contemporaneo Takahashi Gen’chiro (vedi, Sayonara, gangsters) o di mangaka come Kago Shintarō e Itō Junji, incentrati sulla proposizione di elementi nonsense e situazioni bizzarre, ben rappresentate, per esempio, dagli arredi “posseduti” (un pianoforte inghiotte chi lo suona, un lampadario risucchia chi si trova al di sotto di esso, un cassettone fa la parodia di quello di MARY POPPINS aprendo e chiudendo i propri cassetti, per poi sputare sangue e non giocattoli).

  • Gli invasati
    7.7/10 47 voti
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    5.GLI INVASATI

    Ispirato al romanzo L’incubo di Hill House (The Haunting, 1959) di Shirley Jackson, maestra del brivido amata incondizionatamente anche da Stephen King, il film GLI INVASATI (1963), diretto da Robert Wise (LA IENA, 1945), è ambientato a Hill House, una pittoresca villa vittoriana in cui, per quasi un secolo, sono avvenuti inspiegabili decessi esclusivamente femminili. Un piccolo gruppo di persone, composto dal dottor Markway, antropologo (Richard Johnson), da due giovani sensitive, Theodora (Claire Bloom) e Eleanor (Julie Harris), e dall’attuale erede della proprietà, Luke (Russ Tumblyn), decide di trascorrere un certo periodo all’interno dell’edificio per appurare l’effettivo verificarsi di fenomeni paranormali. L’architettura di Hill House è assai curiosa e infonde in chi la occupa una sorta di vertigine: per esempio, nessun angolo formato dalle varie superfici e dai volumi che lo compongono è retto e tutti i varchi risultano impercettibilmente sbilenchi, deformi.
    GLI INVASATI è un tipico film “atmosferico”, in cui l’orrore viene suggerito e non mostrato e in cui l’alienazione psicologica è uno degli elementi che concorrono ad aumentare esponenzialmente l’ansia dello spettatore.

  • Non aprite quella porta
    7.3/10 213 voti
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    4.NON APRITE QUELLA PORTA

    Casa degli orrori cinematografica per antonomasia, la dimora degli psicotici Sawyer del film NON APRITE QUELLA PORTA (The Texas Chainsaw Massacre, 1974) diretto da Tobe Hooper, un signore che di case maledette se ne intende (vedi, POLTERGEIST, 1982) e che con questo titolo ha ispirato almeno altri sei pellicole, tra seguiti, prequel e reboot, è teatro di efferatissimi omicidi seriali, spacciati per eventi realmente accaduti, ma -in realtà- solo lontanamente ispirati ad alcuni casi di cronaca effettivamente verificatisi. Tra questi, spicca la vicenda del serial killer Ed Gein che, negli anni, oltre al personaggio di Leatherface del film di Hooper, ha ispirato anche i protagonisti di altri titoli cinematografici, come PSYCHO (1960) e IL SILENZIO DEGLI INNOCENTI (1991).
    Come la psicanalisi spicciola insegna, è nella cantina dello squallido alloggio, corrispettivo degli angoli più reconditi della psiche umana, che avvengono alcune tra le peggiori mattanze. In realtà, è tutto il fabbricato a costituire una sorta di labirinto mortale composto da stanze in cui sono gettati alla rinfusa resti di cadaveri e in cui, nella depravazione più completa, vivono i folli membri cannibali della famiglia di Leatherface.

  • Beetlejuice – Spiritello porcello
    7.0/10 536 voti
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    3.BEETLEJUICE

    Primo successo commerciale di Tim Burton, BEETLEJUICE (1988) è una squinternata commedia goticheggiante che codifica appieno l’ironia macabra e lo stile tecnico e narrativo del regista statunitense.
    Morti improvvisamente in un incidente, i coniugi Maitland (Alec Baldwin e Geena Davis), proprietari di una graziosa villetta di provincia, restano nell’edificio sottoforma di fantasmi: peccato che la loro bella casa venga presto acquistata dai Deetz, una famigliola proveniente dalla nevrotica New York decisa a godere degli ameni spazi della campagna. Gli sforzi dei due novelli dipartiti per spaventare i nuovi inquilini e mandarli via non sortiscono alcun effetto: solo Lydia (Winona Ryder), la giovane figlia adottiva della coppia metropolitana, attratta dalla morte come una falena dalla luce riesce a percepire la loro presenza, non rimanendone affatto sconvolta. I Maitland decidono di rivolgersi ad un curioso personaggio dell’Oltretomba, una sorta di esorcista al contrario, tale Beetlejuice (Michael Keaton), che dovrebbe aiutarli a scacciare via per sempre gli ospiti indesiderati, ma gli esiti della convocazione saranno decisamente inaspettati.
    Come accade in gran parte della cinematografia burtoniana, l’edificio in cui si svolge la vicenda è la colorata caricatura della tipica villetta unifamiliare a stelle e strisce, anche se in questo caso sembra essere non quella prefabbricata ed omologata di EDWARD MANI DI FORBICE, quanto quella di mezzo secolo prima, diffusa sia nelle zone rurali che metropolitane degli States: l’aspetto rassicurante, old style, tipicamente provinciale dell’edificio ben rispecchia l’atmosfera gotica eppure divertente, quasi pop, del racconto, in cui la vera protagonista è la classica casa infestata.

  • La casa
    7.2/10 257 voti
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    2.LA CASA

    Chi, in maniera più esplicita di Sam Raimi, ha celebrato al cinema il tema della casa maledetta con la trilogia ufficiale de LA CASA (Evil Dead), iniziata nel 1981? Cinque ragazzi decidono di trascorrere una breve vacanza in uno chalet immerso in un bosco (erroneamente rappresentato come una fuorviante casa hopperiana anche nella locandina italiana del film). Terribili eventi soprannaturali non tardano a manifestarsi e il gruppo di giovani è costretto ad una vera e propria guerra contro potenti entità diaboliche. Benché si tratti di un horror a tutto tondo che indulge apertamente in situazioni esplicitamente violente, ciò che caratterizza in maniera indelebile il film di Raimi è l’ironia grottesca: realizzato con un budget limitato da un regista appena ventunenne ma dotato di estrema inventiva, LA CASA è una rilettura aggiornata ed inedita del cinema di genere che abbandona un certo tipo di seriosità filologica per giocare, letteralmente, con l’argomento. Protagonista assoluto dell’intero progetto è l’attore Bruce Campbell, entrato nel pantheon degli eroi horror-fantasy proprio con il personaggio di Ash, uno dei ragazzi giunti nello chalet: condannato a seguire le vicende del pericoloso Naturon Demonto (o Necronomicon) tenuto nascosto nell’edificio, Ash attraverserà il tempo e lo spazio, fino a giungere in un Medioevo da baraccone ne L’ARMATA DELLE TENEBRE (1992), capitolo conclusivo della saga.

  • The Others
    7.6/10 898 voti
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    1.THE OTHERS

    Con THE OTHERS (2001), film che è valso a Nicole Kidman una delle sue migliori interpretazioni, Alejandro Amenábar è stato in grado di rivitalizzare con grande eleganza un genere, quello della ghost-story cinematografica, ormai asfittico e, all’epoca, praticamente dimenticato dal mercato. Sfruttando una cornice di impianto letterario (come non pensare, per esempio, a Giro di vite di Henry James che, tra l’altro, ha ispirato un caposaldo del genere come SUSPENSE, 1961, di Jack Clayton?), il film è ambientato in una grande villa edoardiana persa nella bruma della campagna inglese.
    Tra retaggi culturali macabri come i dagherrotipi dedicati ai defunti, la fotofobia dei figli della proprietaria e l’isteria latente della donna, estremamente propensa a dettare severe regole a famigliari e servitù, il plot abbonda di elementi d’atmosfera sapientemente dosati, in un crescendo di tensione e di rivelazioni impareggiabile. Anche in questo caso, la cornice architettonica offerta dall’immensa casa solitaria in cui “nessuna porta può essere aperta, prima che la precedente sia stata chiusa” (imposizione dal sapore magico-orrorifico di indubbio fascino), è fondamentale all’evoluzione della vicenda: è la casa, infatti, l’unico universo in cui i protagonisti della vicenda hanno motivo di esistere.

10 commenti

  1. Peter Lee / 21 Ottobre 2015

    Gran bei titoli.Del periodo che preferisco maggiormente,anni 70/80,ricorderei anche Changeling(1980) di Peter Medak e Amityville Horror (1979) di Stuart Rosemberg

  2. Peter Lee / 21 Ottobre 2015

    Titolo corretto The Changeling, sorry

  3. nadler / 22 Ottobre 2015

    Vorrei citare, anche se inserite nel contesto delle storie, le dimore maledette fatte costruire per le Tre Madri della trilogia, Suspiria/Inferno/La terza madre del nostro Dario Argento, in particolar modo quelle di Friburgo e New York nei primi due film. Terrificanti! 🙂

  4. Inserisco una doverosa citazione all’italiano LA CASA DALLE FINESTRE CHE RIDONO di Pupi Avati e del terrificante (almeno per me che lo vidi in tenera età: uno dei miei primi horror) CANDYMAN – TERRORE DIETRO LO SPECCHIO di Bernard Rose.

  5. Stefania / 24 Ottobre 2015

    Perfetto!
    Continuate a segnalare le “case maledette” che hanno colpito di più la vostra immaginazione! 🙂

  6. laschizzacervelli / 24 Ottobre 2015

    Personalmente ho sempre trovato molto poetiche le case infestate, quelli che mi hanno sempre fatto paura invece sono i ‘condomini’ maledetti: pensate a quello di ‘Rosemary’s baby’ o a quello di ‘L’inquilino del terzo piano’… sarà che preferirei avere a che fare con gli spettri piuttosto che con dei vicini di casa molesti o invadenti 😉

  7. icarus / 28 Ottobre 2015

    Noto che manca il genere corto\animato, per cui confido che anche un corto di Topolino possa esser benvenuto nella lista:
    https://www.youtube.com/watch?v=lg6LMmRfw_U
    Da che mi risulta The haunted house è il primo (ma sicuramente non l’ unico) esempio di casa infestata dell’universo Disney; si rifà fortemente alle atmosfere delle prime Silly symphonies e presenta notevoli intuizioni di natura horror, specie nella prima parte , per poi impennare verso il grottesco nella seconda. Ottimo il contributo musicale di Carl Stalling,

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