Buon compleanno, Gus Van Sant

Il regista statunitense non si è ancora stancato di parlare di ragazzi sensibili e tormentati. In attesa del suo prossimo film interpretato da Joaquin Phoenix, ripercorriamo velocemente la sua interessante filmografia.

Anniversari , di
Buon compleanno, Gus Van Sant

TANTI AUGURI, GUS!

Joaquin Phoenix, Casey Affleck, Alison Folland, Nicole Kidman e Van Sant sul set di "Da morire"

Joaquin Phoenix, Casey Affleck, Alison Folland, Nicole Kidman e Van Sant sul set di “Da morire”

Gus Van Sant compie 65 anni. Il regista, sceneggiatore, produttore, fotografo e musicista che, con tanti suoi film, ha raccontato in maniera mai banale una gioventù borderline, sensibile e tormentata, ha raggiunto un traguardo anagrafico importante, ma non sembra avere intenzione di mettere da parte i temi generazionali che hanno reso famosa e apprezzata la sua filmografia.

Il suo prossimo lavoro, DON’T WORRY,  in uscita nel corso del 2018, sarà un biopic e racconterà la storia di John Callahan. Appena ventunenne, all’inizio degli anni Settanta, Callahan rimase vittima di un grave incidente che lo costrinse alla paralisi. Il ragazzo trovò un’insperata quanto valida terapia nel disegno e nell’arte del fumetto.
Nel cast del film di Van Sant, vedremo Joaquin Phoenix, letteralmente lanciato dal regista nel ’95 al fianco di Nicole Kidman nel suo primo film “hollywoodiano”, DA MORIRE (To Die For). Insieme a lui, Jonah Hill, Rooney Mara, Jack Black e un’altra vecchia conoscenza di Gus, Udo Kier.

LE STRUGGENTI SCABROSITÀ BORDERLINE DI VAN SANT

Nato a Louisville, nel Kentucky, il 24 luglio 1952, Van Sant ha trascorso l’infanzia al seguito del padre, un commesso viaggiatore, spostandosi da un luogo all’altro degli Stati Uniti e sviluppando quella propensione all’eterno movimento e all’irrequietezza tipica di molti protagonisti dei suoi film.
Appassionato di pittura, Gus è approdato alla Settima Arte realizzando alcuni cortometraggi in 8 e 16 mm e dedicandosi al cinema sperimentale, fino a diventare un nome di spicco dell’ambiente cinematografico indie e autore di videoclip per artisti del calibro di David BowieRed Hot Chili Peppers.

Van Sant sul set di "Belli e dannati" con River Phoenix e Keanu Reeves

Van Sant sul set di “Belli e dannati” con River Phoenix e Keanu Reeves

Fin dal suo esordio al lungometraggio (MALA NOCHE, 1986), Van Sant ha affrontato con originale piglio artistico e in maniera mai banale argomenti ritenuti scabrosi come l’omosessualità, la tossicodipendenza e la fuga da sé stessi. DRUGSTORE COWBOY (1989), interpretato da una delle stelle giovanili dell’epoca, Matt Dillon, e lo straziante BELLI E DANNATI (My Own Private Idaho, 1991), struggente epitaffio del compianto River Phoenix, presentato in concorso a Venezia, rappresentano i momenti più significativi della prima parte della sua carriera.

L’ARRIVO A HOLLYWOOD E GLI OSCAR A “WILL HUNTING”

Dopo il tonfo di COWGIRL (Even Cowgirls Get the Blues, 1993), nel ’98 arrivò la definitiva ribalta consacrata dagli Oscar a WILL HUNTING – GENIO RIBELLE (Good Will Hunting, 1997), premiato per la sceneggiatura a quattro mani scritta da Matt Damon e Ben Affleck e per l’attore non protagonista, Robin Williams.
Il contestato remake di PSYCHO (1998) che gli valse addirittura un Razzie Award come peggior regista e i responsi non unanimi su SCOPRENDO FORRESTER (Finding Forrester, 2000) e GERRY (2002), l’apripista della cosiddetta “trilogia della morte”, sono stati solo un preludio in chiaroscuro per nuovi successi.

DOCUFICTION E BIOPIC

Van Sant con la Palma d'Oro vinta a Cannes con "Elephant"

Van Sant con la Palma d’Oro vinta a Cannes con “Elephant”

Nel 2000, uscì ELEPHANT , raggelante docufiction sui fatti della Columbine che, a Cannes, valse a Van Sant la Palma d’Oro e il premio per la regia. Nel 2005 e nel 2007, Gus tornò ancora in concorso in Croisette con due titoli fondamentali della sua filmografia: LAST DAYS, atipico quanto efficace biopic dedicato agli ultimi giorni di vita di Kurt Cobain dei Nirvana, qui interpretato da Michael Pitt, e PARANOID PARK, ambientato nel mondo degli skaters di Portland che gli valse un premio speciale del Festival.
Al 2009, risale il successo di un altro film biografico, MILK (2008), in cui Sean Penn interpreta l’attivista per i diritti omosessuali Harvey Milk, aggiudicandosi l’Oscar come Miglior Attore. Al film, candidato a 8 statuette, venne assegnato anche un altro Academy Award per la sceneggiatura originale firmata da Dustin Lance Black.
Dopo il toccante L’AMORE CHE RESTA (Restless, 2011), presentato a Cannes nella sezione Un Certain Regard e interpretato da una fragile ma intensa Mia Wasikowska, gli ultimi lavori di Van Sant hanno lasciato il pubblico abbastanza tiepido: il film di denuncia PROMISED LAND (2012), pur premiato a Berlino con una menzione speciale, e l’introspettivo LA FORESTA DEI SOGNI (The Sea of Trees, 2015), con Matthew McConaughey, Naomi Watts e Ken Watanabe, non hanno riscosso particolare successo fra le platee.

[Nella foto principale, Van Sant a Cannes nel 2012]

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