Alain Delon: 80 anni affascinanti

Nonostante l'età raggiunta, il nome del famoso attore francese è da quasi 60 anni sinonimo di bellezza e di vita all'insegna del piacere: ripercorriamo la carriera di Delon attraverso i film più importanti della sua filmografia e una ricca galleria fotografica.

Anniversari , di
Alain Delon: 80 anni affascinanti

80 ANNI DI CARISMA E TALENTO: OUI, JE SUIS ALAIN DELON

Alain Delon compie 80 anni: uno degli attori più noti della storia del cinema francese, amato come pochi anche dal pubblico internazionale, diventa ottuagenario, ma la sua immagine glamour continua ad essere sinonimo di eleganza e sfacciata bellezza, come dimostrano recenti campagne pubblicitarie che usano sue riprese di repertorio per conquistare il mercato contemporaneo.

ALAIN DELON, ATTORE PER CASO

Dici Delon, dici fascino malandrino: nato l’8 novembre 1935 a Sceaux, un piccolo centro immediatamente a sud di Parigi, ha dimostrato di essere un piccolo ribelle fin da bambino, quando le sue intemperanze ai tempi del collegio costrinsero la sua famiglia a trasferirlo in più istituti. La leggenda vuole che, dopo cinque anni nella marina francese, dove è entrato appena diciassettenne, abbia trascorso quasi un anno di rigore per via della propria scarsa disciplina.
Prima di diventare attore, debuttando nel 1958 nel film GODOT di Yves Allegret, Delon ha svolto diversi mestieri, come il facchino e il cameriere.
La sua particolare bellezza, però, a metà strada tra l’angelico ed il dissoluto, gli ha consentito di approdare presto al cinema. La sua carriera è stata subito in ascesa: sempre del ’58 è il fondamentale ruolo da protagonista ne L’AMANTE PURA di Pierre Gaspard-Huit, al fianco di un altrettanto giovane Romy Schneider, con la quale Delon intreccia una relazione sentimentale destinata a durare diversi anni.

IL VOLTO DEL POLAR

Nel corso della sua carriera, Alain Delon, viso candido e sguardo glaciale, ha disegnato un nuovo archetipo maschile, non solo nell’immaginario del cinema francese: meno guascone del collega, amico e rivale professionale, Jean-Paul Belmondo, ben più maudit di Yves Montand, sicuramente meno rassicurante di Jean Gabin, Delon ha saputo vestire con disincanto ed un vago tormento la maschera del duro privo di scrupoli.
Dopo una proficua parentesi per così dire autorale, diretto da registi come Luchino Visconti (ROCCO E I SUOI FRATELLI, 1960; IL GATTOPARDO, 1964), Michelangelo Antonioni (L’ECLISSE, 1961), Louis Malle (TRE PASSI NEL DELIRIO, 1967), René Clement (CHE GIOIA VIVERE, 1961; PARIGI BRUCIA?, 1967), Delon si è affermato come protagonista di polar, i polizieschi tipicamente francesi, in cui l’hard boiled di matrice letteraria incontra il noir tout-court con accenti talvolta particolarmente violenti.
È il momento della proficua collaborazione con Jean-Pierre Melville in film fondamentali per il genere, come FRANK COSTELLO FACCIA D’ANGELO (1967), I SENZA NOME (1970), NOTTE SULLA CITTÀ (1972).
Benché legato ad un preciso tipo di racconto cinematografico, la fine degli anni Sessanta e gli anni Settanta rappresentano uno dei periodi più proficui e variegati della carriera di Delon, al lavoro anche con José Giovanni (DUE CONTRO LA CITTÀ, 1970; IL FIGLIO DEL GANGSTER, 1976), Terence Young (SOLE ROSSO, 1971), Joseph Losey (L’ASSASSINIO DI TROTSKY, 1972; MR. KLEIN, 1976), Valerio Zurlini (LA PRIMA NOTTE DI QUIETE, 1972).

POCHI PREMI, MA GRANDE SUCCESSO

Ad esclusione di recenti premi alla carriera, come quelli assegnatigli nel 1995 a Berlino e nel 2012 al Festival di Locarno, senza dimenticare la Legione d’Onore per meriti cinematografici conferitagli lo stesso anno, nonostante il grande successo di pubblico e le collaborazioni con autorevoli cineasti, durante gli anni più intensi della sua carriera Delon non ha mai ricevuto importanti riconoscimenti: dopo un David di Donatello speciale vinto nel 1972, il suo unico premio César risale al 1985, ricevuto per NOTRE HISTOIRE (1985) di Bertrand Blier (tra l’altro, l’attore non intervenne alla cerimonia di premiazione e la statuetta, ritirata in sua vece dal presentatore della manifestazione, l’attore comico Coluche, non è mai giunta nelle sue mani, in seguito alla morte dello stesso Coluche sopraggiunta pochi mesi dopo l’evento).
A partire dagli anni Ottanta, Delon dirada le sue apparizioni cinematografiche, concentrandosi su produzioni televisive e teatrali. Nel ’98, però, ritrova il fido Belmondo (indimenticabile il loro duetto in BORSALINO di Deray, 1970) sul set di UNO DEI DUE di Patrice Leconte. Dieci anni dopo, torna sul grande schermo per quella che, ad oggi, è la sua ultima interpretazione: è stato Cesare in ASTERIX ALLE OLIMPIADI (2008), adattamento in live action di uno dei noti albi a fumetti di René e Goscinny.

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