Festa 2 giugno: la nascita della Repubblica nel film “Una vita difficile” di Dino Risi

Il 2 giugno 1946 è nata la Repubblica Italiana. Il cinema italiano ha raccontato spesso le complessità del Dopoguerra. Un film di Dino Risi lo fa in maniera emblematica.

Anniversari , di
Festa 2 giugno: la nascita della Repubblica nel film “Una vita difficile” di Dino Risi

La Festa della Repubblica Italiana: perché il 2 giugno?

2 giugno: Festa della Repubblica Italiana.
In questo giorno, nel 1946, a pochi mesi dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, gli elettori italiani, tra i quali, per la prima volta, vennero incluse anche le donne, furono chiamati a esprimere la propria preferenza tra monarchia e repubblica, attraverso un referendum istituzionale.
Circa 12 milioni di persone votarono per l’Italia repubblicana. Più di 10 milioni di elettori, si dichiararono fedeli alla monarchia.
Il giorno di festa nazionale dedicato alla nascita della Repubblica venne istituito nel 1947. Trent’anni dopo, nel 1977, il giorno festivo del 2 giugno venne soppresso e la Festa della Repubblica venne spostata alla prima domenica dello stesso mese.
Fu solo nel 2000, su richiesta del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, che il 2 giugno venne ripristinato come Festa nazionale della Repubblica.

Il cinema italiano del Dopoguerra e l’Italia neorepubblicana

Il cinema italiano ha raccontato spesso i concitati momenti dell’immediato Dopoguerra e le contraddizioni sociali e politiche del lungo e complesso periodo che portarono l’Italia al boom economico e, poi, ai cosiddetti anni di piombo.
LADRI DI BICICLETTE (1948) di Vittorio De Sica, L’ONOREVOLE ANGELINA (1947) di Luigi Zampa, ROCCO E I SUOI FRATELLI (1960) di Luchino Visconti, I SOLITI IGNOTI (1958) di Mario Monicelli sono film molto diversi fra loro per toni e temi. Però, sono titoli accomunati fra loro dalla rappresentazione osiamo dire in presa diretta di un Paese neorepubblicano impegnato a superare i rimasugli del Ventennio fascista e a scavalcare le macerie materiali e psicologiche della guerra.

La Repubblica e i documentari Rai di Bolchi, De Sica e Olmi

Nel 1971, a 25 anni dal referendum che segnò la nascita della Repubblica, la Rai commissionò ad alcuni famosi registi italiani una serie di documentari incentrati sugli storici giorni che condussero all’avvento dell’Italia repubblicana.
Sandro Bolchi, regista di diversi tra i più noti sceneggiati della televisione italiana (come IL MULINO DEL PO, 1969), diresse La vigilia, una ricostruzione degli antefatti che portarono alla nascita della Repubblica. Uno dei padri del Neorealismo, Vittorio De Sica, diresse Il 2 giugno, un episodio incentrato sul giorno del referendum. Coadiuvato dal giornalista Corrado Stajano, Ermanno Olmi curò In nome del popolo italiano, in cui viene raccontata la costruzione del nuovo Stato repubblicano e della Costituzione Italiana.
Tutti i film completi, della durata di circa un’ora ciascuno, sono disponibili in streaming legale e gratis su RaiPlay, la piattaforma video on demand della Rai.

  • Una vita difficile
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    La nascita della Repubblica nel cinema italiano

    A proposito della rappresentazione cinematografica della nascita della Repubblica, però, il pensiero corre inevitabilmente al film UNA VITA DIFFICILE (1961) di Dino Risi, su soggetto e sceneggiatura di Rodolfo Sonego, con Alberto Sordi e Lea Massari.
    Concepito come un romanzo cinematografico, il film è un ritratto metaforico dell’Italia, raccontata tra il 1943 e il 1961.
    Claudio G. Fava l’ha definito uno “zibaldone comico-grottesco” di “innegabile forza comunicativa” che ricapitola le avventure personali, politiche e sentimentali di un piccolo borghese italiano.
    Per la prima volta, un film affrontava 20 anni di vita di un italiano, in quel preciso momento storico, in netto anticipo su C’ERAVAMO TANTO AMATI (1974) di Ettore Scola, IL PADRE DI FAMIGLIA (1967) di Nanni Loy, LA MEGLIO GIOVENTÙ (2003) di Marco Tullio Giordana o MIO FRATELLO È FIGLIO UNICO (2007) di Daniele Luchetti.
    Silvio Magnozzi (Sordi) è un partigiano non particolarmente eroico che, nel tempo, diventa giornalista poco dotato per una testata di sinistra, prova ad affermarsi come romanziere e sceneggiatore cinematografico e, infine, diventa impiegato e tirapiedi frustrato di un importante uomo d’affari.
    Magnozzi è il modello dell’individuo piccolo-borghese con ambizioni letterarie, artistiche e politiche, la cui unica qualità, secondo Sonego, “consisteva in una sua coerenza, che certo non è la prima delle qualità (…) della borghesia italiana”.
    Sonego ha rivelato anche: “Per farla breve, (…) Silvio Magnozzi, sostanzialmente, sono io. (…) Era la mia vita. Se chiedete a Dino De Laurentiis che l’ha prodotto, a Dino Risi che l’ha diretto, ad Alberto Sordi che l’ha interpretato , nessuno di loro ve lo saprà raccontare. UNA VITA DIFFICILE è un segreto che ho solo io. (…) Seguii la lavorazione sul set e, data la mia grande amicizia con Dino, mi venne spontaneo di fare quello che non ho mai considerato il mio mestiere: fare il regista. Ad esempio, mi occupai molto della scena della festa dei monarchici: avevo intravisto famiglie del genere quando da ragazzo frequentavo l’Accademia delle Belle Arti a Torino (…). Risi lo dice sempre che è un film di Sonego, non un film mio”.

“Una vita difficile”: la scena della vittoria della Repubblica al referendum del 2 giugno 1946

Per ricordare la nascita della Repubblica Italiana, vi proponiamo proprio la famosa ed emblematica scena del film UNA VITA DIFFICILE a cui accenna Sonego, in cui, nella casa di una famiglia monarchica romana, arriva la notizia della vittoria al referendum degli elettori repubblicani.
Magnozzi: “Che facciamo? Ce ne dobbiamo andare?”
Elena: “Ah, sì sì. Mangiamo e poi ce ne andiamo”.

Fonti bibliografiche

Claudio G. Fava, Alberto Sordi, Gremese Editore, 2000.
Tatti Sanguineti, Il cervello di Alberto Sordi. Rodlfo Sonego e il suo cinema, Adelphi, 2015.

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