Addio a Johnny Hallyday, l’uomo del treno di Leconte

È morta un'icona della cultura pop francese. Cantante e attore idolatrato in patria, Hallyday ha segnato l'immaginario artistico d'Oltralpe.

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Addio a Johnny Hallyday, l’uomo del treno di Leconte

FRANCIA IN LUTTO: È MORTO JOHNNY HALLYDAY

Dopo Jean Rochefort, se n’è andato anche l’altro protagonista de L’UOMO DEL TRENO (2002) di Patrice Leconte. Adieu, Johnny Hallyday, mito francese.
Malato da tempo di cancro ai polmoni e fiaccato da precedenti problemi di salute, il cantante e attore si è spento nella notte, a 74 anni. Ne ha dato notizia la seconda moglie, Laeticia, con cui era sposato da circa 20 anni.

Jean Rochefort e Johnny Hallyday sul set del film di Leconte

Jean Rochefort e Johnny Hallyday sul set del film di Leconte

La prima consorte, Sylvie Vartain, altra leggenda francese degli anni Sessanta, ha dichiarato alla stampa: “Ho il cuore spezzato. Ho perso l’amore della mia gioventù e nulla potrà mai sostituirlo.” Dal loro matrimonio, nel 1960, era nato David. Hallyday aveva altre tre figlie: Laura, nata dalla relazione con l’attrice Nathalie Baye, e Jade e Joy, adottate insieme a Laeticia.
Il Presidente francese, Emmanuel Macron, ha commentato subito la notizia: “Abbiamo tutti, in noi, qualcosa di Johnny. [Di lui] Non dimenticheremo né il nome, né la faccia, né la voce, né -soprattutto- le interpretazioni che, con quel lirismo secco e sensibile, appartengono oggi in pieno alla storia della canzone francese.”

[Fonte: ANSA]

IL RE DEL ROCK AND ROLL FRANCESE

Un giovane Johnny Hallyday

Un giovane Johnny Hallyday

Hallyday (vero nome: Jean-Philippe Smet) è stato artisticamente attivo fin da ragazzino, quando, negli anni Cinquanta, si avvicinò al mondo dello spettacolo grazie a una cugina, ballerina acrobatica insieme al marito.
Nel 1960, incise i suoi primi 45 giri, ma già nel ’55 aveva avuto un piccolo ruolo come comparsa in un gran film francese, I DIABOLICI di H.G. Clouzot.
Innamorato di Elvis Presley, portò in Francia il rock’n’roll del Re e diventò a sua volta un monarca pop. In quasi 60 anni di carriera, Johnny Hallyday ha venduto circa 100 milioni di album, aggiudicandosi almeno 40 dischi d’oro. Nel 1997, ha ricevuto la prestigiosa Legione d’Onore: è stato il primo esponente del mondo dello spettacolo a ricevere la più alta onoreficenza della Repubblica Francese.

L’IDOLO DELLE FOLLE D’OLTRALPE

Amato dalle donne, ammirato dai ragazzi, bello e carismatico (anche se, col sopraggiungere della vecchiaia, il ricorso alla chirurgia plastica gli ha alterato il volto), in poco tempo Hallyday è diventato un vero e proprio idolo delle folle. La Francia lo ha elevato a divo indiscusso, omaggiandolo con platee oceaniche a ogni sua esibizione pubblica.
Giusto per capire quanto l’artista fosse oggetto di idolatria in patria… Quando, nel 2009, venne ricoverato in coma a Los Angeles per le complicazioni legate a un’operazione di qualche settimana prima (ernia del disco), alcuni uomini incappucciati aggredirono il chirurgo che, a detta dello stesso Hallyday, non aveva eseguito correttamente l’intervento.
Ne L’ILLUSIONISTA (2010), Sylvain Chomet cita l’effetto che Hallyday aveva sul giovane pubblico, mostrando l’esibizione di un rockabilly che, per abiti e fisionomia, ce lo ricorda prepotentemente:

JOHNNY HALLYDAY: LA CARRIERA CINEMATOGRAFICA

Vendicami (2009)

Vendicami (2009)

La carriera cinematografica di Johnny Hallyday è stata lunga quanto quella musicale e ha raggiunto alte vette grazie al citato film di Leconte, che gli valse una candidatura agli European Film Awards, e a Johnnie To, che lo volle nel ruolo di Francis Costello in VENDICAMI (Fuk sau, 2009).
Fra le sue ultime apparizioni sul grande schermo, ci sono quella nel ruolo di sé stesso nel film ROCK AND ROLL (2017) di Guillaume Canet e il ruolo di protagonista in PARLIAMO DELLE MIE DONNE (Chacun sa vie, 2017) di Claude Lelouch (che l’aveva già diretto nel ’72, in L’AVVENTURA È L’AVVENTURA).
Hallyday aveva stretto un legame forte anche con l’Italia. Fra le sue canzoni più note, c’è Quanto t’amo, versione nostrana, firmata da Bruno Lauzi, della sua hit Que je t’aime. Con Sergio Corbucci, girò il western GLI SPECIALISTI (1969).

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