Addio a Jonathan Demme, regista de “Il silenzio degli innocenti” e “Philadelphia”

Se n'è andato un cineasta versatile, amante della musica, che, con il film premio Oscar '92, ha terrorizzato almeno due generazioni di spettatori. Eppure, la sua filmografia è caratterizzata da toni decisamente meno oscuri. Ripercorriamo le tappe fondamentali della sua carriera.

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Addio a Jonathan Demme, regista de “Il silenzio degli innocenti” e “Philadelphia”

LA MORTE DI JONATHAN DEMME

È stata diffusa la notizia della morte di Jonathan Demme, regista premio Oscar 1992 e Orso d’Argento 1991 a Berlino per IL SILENZIO DEGLI INNOCENTI (The Silence of the Lambs): aveva 73 anni ed è deceduto in seguito a complicazioni legate a un cancro all’esofago che l’aveva colpito nel 2010. Intervenuto alla Mostra del Cinema di Venezia 2015 per ritirare un premio alla carriera (Persol Tribute Visionary Talent Award), mostrava i segni di una feroce malattia che, all’epoca, dopo le cure, si pensava debellata.
Ironia della sorte: stasera, la rete televisiva FOX manderà in onda negli Stati Uniti il sesto episodio della serie tv SHOTS FIRED, diretto proprio da Demme.

  • Il silenzio degli innocenti
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    DEMME: UNA FILMOGRAFIA ECLETTICA

    Benché il successo internazionale sia giunto con un film che, da oltre 25 anni, terrorizza le platee di tutto il mondo, consegnando all’immaginario collettivo un thriller impeccabile e uno psicopatico da manuale come l’Hannibal the Cannibal di Anthony Hopkins, la cinematografia di Demme è stata caratterizzata da toni molto differenti: PHILADELPHIA (1995), che è valso a Tom Hanks il primo dei suoi due Oscar come attore protagonista, è stato il primo blockbuster a parlare apertamente e dolorosamente di AIDS; RACHEL STA PER SPOSARSI (Rachel Getting Married, 2008), che ha segnato il suo ritorno alla fiction cinematografica dopo alcuni anni di assenza, è un dramma famigliare dal tocco discreto; il riuscito mistery THE MANCHURIAN CANDIDATE (2004), nuovo adattamento dell’omonimo romanzo di Richard Condon dopo quello di Frankenheimer con Sinatra del ’62, gli ha consentito di riacquistare credibilità dopo il tonfo di THE TRUTH ABOUT CHARLIE (2002), remake di SCIARADA (1963) di Stanley Donen; la simpatica commedia romantica UNA VEDOVA ALLEGRA… MA NON TROPPO (Married to the Mob, 1988), successiva alla scoppiettante QUALCOSA DI TRAVOLGENTE (Something Wild, 1986), ha contribuito a rivelare la verve brillante di attrici come Michelle Pfeiffer e Melanie Griffith.

    Demme e Anthony Hopkins scherzano sul set de "Il silenzio degli innocenti"

    Demme e Anthony Hopkins scherzano sul set de “Il silenzio degli innocenti”

    Nel corso della sua carriera da regista, iniziata nel 1974 con l’action-comedy FEMMINE IN GABBIA (Caged Heat), Demme si è dedicato a lungo ai documentari, trattando ampiamente di musica (tra i suoi lavori, oltre a quelli dedicati a Talking Heads, Bruce Springsteen, Justin Timberlake e Neil Young, c’è anche ENZO AVITABILE MUSIC LIFE, 2012) e dedicandosi a biografie dal forte impegno sociale e politico: nell’ambito del genere, tra i suoi maggiori successi annoveriamo THE AGRONOMIST (2003) e JIMMY CARTER MAN FOR PLAINS (2007), con cui, a Venezia, ha vinto un premio FIPRESCI, il Biografilm Award e il premio EIUC per i diritti Umani e la democratizzazione.
    Purtroppo, pur vantando Meryl Streep nelle vesti di protagonista, il suo ultimo film, il dramedy musicale DOVE ERAVAMO RIMASTI (Ricki and the Flash, 2015), non ha ricevuto larghi consensi.

[Nella foto: Demme con l’Oscar alla regia ricevuto per IL SILENZIO DEGLI INNOCENTI]

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