Goodbye Marilyn Monroe: ti vogliamo bene, Norma Jeane

Marilyn Monroe è uno dei miti della storia del cinema e del costume internazionale: ripercorriamo la vita e la carriera dell'attrice con le schede-film di Nientepopcorn.it.

Anniversari , di
Goodbye Marilyn Monroe: ti vogliamo bene, Norma Jeane

Marilyn Monroe e l’incarnazione del mito della bellezza

L’1 giugno 1926, a Los Angeles, nasceva Norma Jeane Marteson.
Norma Jeane sarebbe diventata famosa in tutto il mondo come Marilyn Monroe, una delle dive più desiderate della storia del cinema, un’icona del Novecento che, grazie anche ai ritratti seriali di Andy Warhol, è diventata sinonimo di pop in senso stretto, imitata, rappresentata e citata nelle più svariate occasioni.
Marilyn ha sancito i canoni di una bellezza irreale, intangibile, mitizzata. Le sue acconciature, il trucco, gli abiti, lo sguardo e, più in generale, l’attitudine della Monroe hanno creato un modello femminile che ha coperto irrimediabilmente la donna che con queste caratteristiche aveva scelto di (tra)vestirsi.

Una giovane Norma Jeane

Una giovane Norma Jeane.

Norma Jeane e la nascita di Marilyn

Bimba dall’infanzia sfortunata, sposa-ragazzina a sedici anni, Norma alias Marilyn ha sempre portato con sé i pesanti dolori di una giovinezza caratterizzata da drammatici soggiorni in varie famiglie affidatarie e in alcuni orfanotrofi. Scientemente, si è trasformate da ragazzotta florida e mora a volutamente svampita bambola bionda.
Con consapevolezza, Marilyn ha incarnato i voluttuosi desideri di una platea che, troppo tardi, forse, ha compreso (o ha scelto di comprendere) quale grande solitudine albergasse in quel corpo burroso dalle infinite e precipitose curve.
Prima di morire nella sua villa di Brentwood, Los Angeles, nell’agosto del 1962, in circostanze a tutt’oggi ancora poco definite, la Monroe aveva girato una trentina di film. Ha iniziato la sua carriera a Hollywood appena ventenne, ottenendo piccoli e soprassedibili ruoli, alternando quelle che possono essere definite poco più che comparsate a lunghi periodi di inattività artistica.

I primi film di Marilyn Monroe

È grazie a Johnny Hyde, un talent scout innamorato di lei che, sul finire degli anni Quaranta, Norma Jeane, ormai Marilyn, ottiene piccoli ruoli. Prima, in GIUNGLA D’ASFALTO (The Asphalt Jungle, 1950) di John Huston e, poi, in EVA CONTRO EVA (All About Eve, 1950) di Joseph L. Mankiewicz.
La prima locandina su cui compare ufficialmente il nome della Monroe, però, è LA CONFESSIONE DELLA SIGNORA DOYLE (Clash by Night, 1952) di Fritz Lang.
Complice il sempre maggiore interesse della stampa scandalistica nei suoi confronti, Marilyn solletica la curiosità del pubblico, spingendo i produttori a inserirla nei propri film. Il suo nome inizia a ricorrere sempre più spesso nei cast di pellicole brillanti e screwball comedy al fianco di grandi personalità dello showbiz come Cary Grant (IL MAGNIFICO SCHERZO, 1952) e Ginger Rogers (MATRIMONI A SORPRESA, 1952).

Marilyn Monroe in una foto promozionale di "Niagara"

Marilyn Monroe in una foto promozionale di “Niagara”.

I migliori film di Marilyn Monroe

La definitiva affermazione dell’attrice arriva nel 1953, quando viene scelta come conturbante protagonista femminile per il sensuale noir NIAGARA di Henry Hathaway. Una volta per tutte, la fama è arrivata.
Da quel momento, per la Monroe è un costante susseguirsi di grandi successi cinematografici che cristallizzano nell’immaginario collettivo il simulacro della diva dolcemente svampita (GLI UOMINI PREFERISCONO LE BIONDE, COME SPOSARE UN MILIONARIO, LA MAGNIFICA PREDA, QUANDO LA MOGLIE È IN VACANZA).
Ma Norma Jeane/Marilyn è afflitta da grossi problemi personali. In lei convivono, la paura di recitare, i tormenti sentimentali, le numerose relazioni, un aborto, l’insonnia, i problemi con l’alcool e le relative intemperanze e distrazioni che sarebbero divenute famose durante la lavorazione della commedia di Billy Wilder A QUALCUNO PIACE CALDO del 1959.

Gli ultimi film di Marilyn

Dopo il matrimonio con la star del baseball Joe DiMaggio e una relazione con Frank Sinatra, nel 1956 la Monroe sposa lo scrittore Arthur Miller. L’attrice fonda una compagnia di produzione cinematografica, con la quale produce ed interpreta, vincendo un David di Donatello, il film IL PRINCIPE E LA BALLERINA (The Prince and the Showgirl, 1957) diretto e co-interpretato da Laurence Olivier. Le vicende legate alla difficile realizzazione della pellicola, girata in Inghilterra, sono raccontate nel biopic MARILYN firmato nel 2011 da Simon Curtis.
Dopo il Golden Globe 1960 per il ruolo di Zucchero Kandinsky nel film di Wilder, Marilyn riceve l’ambita stella sulla Walk of Fame di Hollywood.
Ma è una donna sempre più tormentata e triste che patisce, letteralmente, lavorare su un set. Il matrimonio con Miller non funziona e la Monroe inizia una relazione con Yves Montand, suo partner nel film FACCIAMO L’AMORE (Let’s Make Love, 1960) di George Cukor, con l’allora Presidente degli Stati Uniti John Fitzgerald Kennedy e con suo fratello Bobby.
Nell’estate del 1960, la Monroe inizia le riprese del film GLI SPOSTATI (The Misfits, 1961), sceneggiato da Miller. Alla regia c’è ancora John Huston, il grande vecchio del cinema che aveva già diretto Marilyn aprendole la strada del successo. Il film, che vede nel cast Clark Gable, Montgomery Clift e Eli Wallach, viene realizzata con grandi difficoltà a causa delle intemperanze e dei ricoveri dell’attrice, che, nel frattempo, ha lasciato Miller. Il film di Huston è l’ultima interpretazione ufficiale di Marilyn e dello stesso Gable, che sarebbe morto poco dopo la fine delle riprese, nel novembre 1960.
Segnata da problemi fisici, da un secondo aborto, dall’abuso di alcool e psicofarmaci e dalle delusioni sentimentali, Marilyn si ricovera spesso e volontariamente presso cliniche private, senza trovare panacee definitive al proprio malessere.
Nel frattempo, l’attrice perde anche il contratto con la 20th Century Fox per cui stava lavorando sul set del film SOMETHING’S GOT TO GIVE di George Cukor. Del progetto, sono sopravvissute alcune celebri sequenze girate in piscina che costituiscono il corpus principale di un progetto che è stato frettolosamente convertito in cortometraggio per puri fini commerciali.

La morte della Monroe: un mistero irrisolto

Marilyn Monroe muore nella notte del 4 agosto 1962. Il suo corpo senza vita viene trovato solo all’alba del 5 agosto, nella camera da letto della villa di Los Angeles in cui viveva da sola. Il suo corpo è stato tumulato in un discreto loculo nel Westwood Village Memorial Park Cemetery.
Marilyn è scomparsa quando aveva appena 36 anni. Oggi sarebbe quasi centenaria, ma è davvero difficile immaginare come sarebbe sopravvissuta alla propria immagine pubblica e ai propri tormenti.
All’epoca della sua morte, come dimostrano anche le significative immagini scattate da Bern Stern durante una sessione fotografica passata alla storia come The Last Sitting, il volto e il corpo di Marilyn cominciavano a mostrare i segni di una vita complicata.
Ma il cinema ce la riconsegna con maliziosa puntualità eternamente giovane nei voluttuosi panni della Rose Loomis di NIAGARA o in quelli innocentemente tentatori de “la ragazza” di QUANDO LA MOGLIE È IN VACANZA, rinnovando di visione in visione una drammatica epopea che l’illusione cinematografica ha trasformato in una parabola glamour.

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