Intolerance: i grandi autori firmano il cinema

Intolerance: i grandi autori firmano il cinema

Intolerance, pellicola muta di David W.Griffith del 1916, in cui la città di Babilonia è simbolo e matrice di un progresso dalle forti connotazioni degenerative, metafora dell’industria dell’intrattenimento hollywoodiano, costituisce il pretesto per (ri)proporre film di grandi registi, europei e non, al fine di riscoprire il carattere autoriale della Settima Arte, il suo sperimentalismo formale ed estetico, l’uso di un ardito metalinguaggio che, precorrendo, manipolando o rigettando completamente una sintassi “pop”, usa in maniera inedita i codici espressivi della pittura e della fotografia, sfrutta arditamente il tema della speculazione interiore (Persona di Ingmar Bergman), pressoché inevitabilmente legata a quella religiosa (Andrej Rublev di Andrej Tarkovskij, 1966; Decalogo 1 e 3 di Krzysztof Kieślowski, 1989-1990), sviluppa coraggiosamente i temi ed i topoi della letteratura e della tradizione orale (Il Vangelo secondo Matteo di Pier Paolo Pasolini, 1964; Aguirre, furore di Dio di Werner Herzog, 1972). Propone, in sintesi, nuovi punti di vista (Au hasard Balthazar di Robert Bresson, 1964; Le armonie di Werckmeister di Béla Tarr 2001).

All’interno della filmografia proposta, alcuni elementi narrativi ricorrenti contribuiscono a tessere una orditura che, con declinazioni ed accenti diversi, unisce impalpabilmente tutti i film.
Si tratta, in primis, delle costanti del viaggio, della ricerca e della scoperta: esse sono intese sia nella loro forma materiale (quella primitiva, come ci mostra, per esempio, Vittorio De Seta con la raccolta di cortometraggi documentaristici Il mondo perduto, 2008) che in quella spirituale, meditativa, introspettiva.
Segue il tema del conflitto, successivo (ma, da lì in poi, parallelo) all’elaborazione della rivelazione: il tormento interiore ed individuale viene esteso al rapporto con l’ambiente e con le individualità e le masse circostanti e il Tempo, componente discriminante dell’esistenza, diventa un fattore fondamentale della narrazione (Il dono, 2003; Spezzacatene, 2010).

Intolerance è anche una rassegna cinematografica: sfruttando pellicole originali nei formati da 35 mm. e 16 mm., essa si svolge a Genova, in collaborazione – tra gli altri- con Nientepopcorn.it, su iniziativa del Laboratorio Probabile Bellamy, presso i locali dell’Altrove – Teatro della Maddalena, all’interno di un antico palazzo signorile situato nel sestiere omonimo, cuore pulsante del centro storico cittadino.

Nell’ambito della rassegna, rimanendo nell’alveo della sperimentazione formale di matrice autorale e sfruttando il succitato tema della scoperta e del susseguente stupore, ciascun titolo trova un ideale compagno ed un contraltare in corto e mediometraggi d’avanguardia che spaziano dalla fantascienza (Charleston, 1926) al surrealismo (Un cane andaluso, 1929), passando per il racconto politico ed il documentario sociale (New Earth, 1933; The land, 1942; Industrial Britain, 1931), fino ad arrivare alla commedia grottesca (La febbre degli scacchi, 1924), con incursioni nel racconto fantastico di tradizione popolare (Polizeibericht Überfall, 1928).

Ulteriori approfondimenti e discussioni sui film, qui: www.nientepopcorn.it/groups/intolerance

UN CANE ANDALUSO (1929) di Luis Buñuel, 16′
Natale 1927, Figueroa. Luis Buñuel trascorre le festività con l’amico Salvador Dalì. Una mattina, si confidano reciprocamente un sogno: l’uno ha immaginato di ferire ad un occhio una persona, l’altro di essere stato ricoperto dalle formiche. In sei giorni, i due amici stendono la sceneggiatura di Un cane Andaluso.
Buñuel e Dalì accettano le prime immagini …

IL VANGELO SECONDO MATTEO (1964) di Pier Paolo Pasolini, 137′
Il Vangelo secondo Matteo viene letteralmente preannunciato da La ricotta, l’episodio di Ro.Go.Pa.G. (1963) diretto da Pier Paolo Pasolini.
Devono trascorrere due anni da quel lavoro, prima che Pasolini si senta pronto per affrontare la materia: il Vangelo trova …

AU HASARD BALTHAZAR (1966) di Robert Bresson, 95′
A proposito del titolo del suo settimo lungometraggio, Robert Bresson ha dichiarato: “Prima di tutto, volevo dare al mio asino un nome biblico; gli ho dunque dato il nome di uno dei re magi…

POLIZEIBERICHT ÜBERFALL (1928) di Ernö Metzner, 21′
La seppur breve carriera registica di Ernö Metzner, limitata a soli due cortometraggi, Polizeibericht Überfall – Aggressione (1928) e Destiny (1929), è contrassegnata da una schietta critica sociale…

ANDREJ RUBLËV (1966) di Andrej Tarkovskij, 185′
Andrej Tarkovskij inizia a lavorare ad Andrej Rublëv nella prima metà degli anni Sessanta: a causa delle restrizioni censorie…

CHARLESTON (1927) di Jean Renoir, 17′
L’approccio primigenio di Jean Renoir al cinema, al quale corrisponde la prima parte della sua produzione cinematografica, è di tipo naturalista.

PERSONA (1966) di Ingmar Bergman, 85′
Afflitto da una profonda depressione psichica, Ingmar Bergman si rifugia sull’isola di Fårö: durante la convalescenza, imbastisce una traccia sommaria di Persona.

NIEWUE GRENDEN (1933) di Joris Ivens, 36′
Nieuwe Gronden (letteralmente Nuove terre), presentato al pubblico nel 1934, consiste in una rielaborazione di un precedente documentario…

IL MONDO PERDUTO di Vittorio De Seta
La serie di documentari che costituisce Il mondo perduto risale agli esordi cronachistici di De Seta.

LA BATTAGLIA DI ALGERI (1966) di Gillo Pontecorvo, 121′
L’Algeria si rende indipendente dalla Francia nel 1962, dopo una guerra partigiana condotta dai moudjahidin. Gillo Pontecorvo e Franco Solinas iniziano a lavorare al soggetto di un film…

LA FEBBRE DEGLI SCACCHI (1925) di Vsevolod Pudovkin, 28′
La febbre degli scacchi viene realizzato durante un periodo di pausa all’interno della lavorazione de La meccanica del cervello(1925), in pieno tumulto avanguardista sovietico.

AGUIRRE, FURORE DI DIO (1972) di Werner Herzog, 121′
Lope De Aguirre fu un avventuriero di origine spagnola, con un passato turbolento caratterizzato da crimini ed imprese temerarie. Arrivato in Perù dalla Spagna nel 1544…

Informazioni sulla rassegna:
www.laboratoriobellamy.it – info@laboratoriobellamy.it
www.teatroaltrove.it

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