auredeso

@auredeso: credo di aver capito 🙂
Però (scusa se mi soffermo sulla cosa e, probabilmente, farò puntualizzazioni ovvie), per quanto Zerocalcare non abbia evitato semplificazioni e qualche stereotipo, ha messo in gioco tanti tipi di attori, tanto che, in mezzo ai “nazisti”, oltre al “troglodita” che non sa leggere (e domandiamoci “perché non sa leggere” e – anche – perché “uno che non sa leggere” sostiene certe posizioni e ha determinati atteggiamenti, ecc.), c’è anche quello che legge spedito, che sa bene cosa sta leggendo, come lo sta leggendo e perché.
Con il suo lavoro, Zerocalcare fa sempre politica, perché parla di società, socialità, comunità, azione sociale e comune condivisa.
Anche Strappare lungo i bordi era un lavoro politico, perché parlava (sempre) di assistenza, ascolto, interesse nei confronti degli altri, empatia. Forse, era più intimo (perlomeno, lo era in modo più esplicito). Nel trattare gli argomenti che affronta, questa serie, se possibile, mi è sembrata perfino più matura della prima.
Buona giornata anche a te, a presto 🙂