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Parliamone: Una moglie-John Cassavetes

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  • #48014
    EnToPan
    Partecipante

    Sembra la classica scena da “persona fantasma” ma invece credo sia proprio come dice Stefania ed appunto, non ricordi male.
    Era uscita di fretta per riprendere i suoi bambini ed indossava qualcosa di totalmente casuale che, unito all’aria da sperduta, ha generato diffidenza nei passanti

    #48015
    Anonimo
    Inattivo

    @stefania Non mi ricordavo questo particolare 😀

    #48016
    eucate
    Partecipante

    Una parte che mi ha colpito è stata verso la fine. Lei torna dall’istituto, fallisce la festa a sorpresa con gli amici e si ritrovano a tavola con i parenti ed i bambini. Nick allora pretende di fare conversazione – “parlate del tempo, parlate di quello che avete fatto oggi” -.
    La banalità necessaria per sommergere tutto, una normalità forzata. Questo bisogno di far finta di niente lo trovo odioso e al tempo stesso commovente perché spesso non rimane altro che “recitare” ed illudersi.
    🙁

    #48017
    Stefania
    Amministratore del forum

    Questo episodio è un bell’esempio di quel che diceva Andrea (@admin): Nick ama Mabel, vorrebbe aiutarla, ma non sa come comportarsi. Lui ha un concetto “chiaro” della normalità e vorrebbe vivere una vita simile a quella degli altri, normale, appunto. E cosa si fa, nella vita normale? Si parla del tempo, non si fa quel che fa Mabel. Mi viene da pensare che Nick, insistendo sull’uso delle convenzioni sociali consuete, speri di contribuire a “curare” la moglie.

    #48018
    lithops
    Partecipante

    Scusate se mi permetto di sintetizzare le diverse interpretazioni emerse. In estrema sintesi, provo a riassumerle così:
    – c’è chi pensa che Mabel abbia qualche rotella fuori posto, che necessiti di cure, che la sua situazione di casalinga frustrata, totalmente dipendente dal marito ,sia la causa della sua psicosi (bipolare?), che Nick sia un marito dispotico e assente e che il suo comportamento accentui i gravi disturbi di Mabel;
    – c’è chi pensa che, nonostante tutto, Nick e Mabel siano una bella coppia, che si amino, ma che Nick non sia capace (vuoi per retaggio culturale, vuoi per pusillanimità) di aiutare la moglie. Una moglie che vorrebbe normale, o che almeno non lo mettesse in imbarazzo con le sue stravaganze.
    – c’è chi pensa che Mabel non abbia proprio nulla di patologico, che sia uno “spirito libero”, che Nick la ami proprio così com’è, proprio per il suo essere “diversa”. E se c’è qualcuno che ha dei problemi rimossi o non risolti è proprio Nick: succubo della madre (dispotica, con una visione della vita bigotta e dagli orizzonti ristretti) e di un certo perbenismo strisciante che proprio non riesce a neutralizzare.

    #48019
    EnToPan
    Partecipante

    Mi piace il modo in cui hai sintetizzato i diversi punti di vista, anche perchè vedendoli in questo modo sono riuscita anche a modellare l’idea che avevo del film.
    Infatti ho “ritrovato” la mia impressione mescolando parti diverse dei tre modelli che hai proposto.
    In parte il terzo, in parte il primo. Continuo a non riuscire a considerare Nick e Mabel una coppia perfetta.

    #48020
    dudy
    Partecipante

    Credo che questo film sia magnifico: capace di trasmettere allo spettatore sensazioni molto intense, grazie alla bravura degli attori, ma soprattutto grazie a scene che offrono uno spaccato di vita “reale”.
    In una coppia che ancora si ama, dopo tanti anni di convivenza, non è possibile definire in maniera chiara e precisa le dinamiche matrimoniali; esistono attimi di grande complicità e tenerezza ed attimi (qui egregiamente rappresentati) di amarezza, frustrazione e sofferenza.

    Falk, uomo ruvido e un po’ collerico, ama realmente la moglie cosí com’é, ma la stranezza è dura da accettare giorno dopo giorno, soprattutto di fronte ad estranei pronti ad esprimere giudizi, e poi é cresciuto chiaramente in un ambiente familiare dove le convenzioni comunque contano.
    Inoltre come voi avete fatto notare, il marito é troppo “selvatico”/assente per riconoscere le grida di aiuto che la moglie gli invia prima del tracollo.. E in seguito, non sa chiaramente come muoversi per aiutarla.

    La Rowlands, in un bellissimo monologo dice: “io ti appartengo”. Non è forse una magnifica dichiarazione d’amore?
    Ed il finale, in cui lei sembra tornare in sé e lui sembra aver dimenticato il trambusto fisico ed emotivo delle ultime ore, non è forse un chiaro esempio di come le coppie rese disastrate dalla vita ma solide nei sentimenti (e nella certezza degli stessi) reagiscono per tornare ad affrontare la vita insieme?

    Vorrei peró sottolineare che a me è parso strano il rapporto che la Rowlands ha con il padre: Ad un certo punto lei gli chiede:” Papà vuoi venire dalla mia parte? Vuoi stare dalla mia parte?” e lui incapace di comprendere intima in malo modo alla consorte (che lo esorta a fare qualcosa) di stare zitta.
    Che la fragilità della Rowlands abbia radici piú profonde?

    Avevo visto il film in passato: ringrazio questo gruppo per avermi offerto l’occasione di rivederlo alla luce delle esperienze che nel frattempo ho maturato . Vent’anni di matrimonio aiutano 🙂

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