Operazione Zero Dark Thirty

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Operazione Zero Dark Thirty

Un team delle forze speciali della U.S. Navy è impegnato nella missione segreta che condurrà allo scovamento e all'uccisione del terrorista fondamentalista islamico e leader di al-Qaida Osama bin Laden.
Anonimo ha scritto questa trama

Titolo Originale: Zero Dark Thirty
Attori principali: Jessica Chastain, Jason Clarke, Kyle Chandler, Jennifer Ehle, Mark Strong, Joel Edgerton, Chris Pratt, Edgar Ramírez, Mark Duplass, Scott Adkins, Harold Perrineau, Jeremy Strong, Reda Kateb, Ricky Sekhon, J.J. Kandel, James Gandolfini, Stephen Dillane, John Schwab, Martin Delaney, John Barrowman, Jeff Mash, Taylor Kinney, Callan Mulvey, Phil Somerville, Nash Edgerton, Mike Colter, Jessica Collins, Frank Grillo, Fares Fares, Alexander Karim, Siaosi Fonua, Daniel Lapaine, Homayoun Ershadi, Michael G. Gabel, Fredric Lehne, Osama Bin Laden, Mostra tutti

Regia: Kathryn Bigelow
Sceneggiatura/Autore: Mark Boal
Colonna sonora: Alexandre Desplat
Fotografia: Greig Fraser
Costumi: George L. Little, Darion Hing
Produttore: Colin Wilson, Kathryn Bigelow, Greg Shapiro, Mark Boal, Megan Ellison, Ted Schipper
Produzione: Usa
Genere: Azione, Thriller, Storia
Durata: 157 minuti

Dove vedere in streaming Operazione Zero Dark Thirty

A caccia di Bin Laden / 29 Agosto 2019 in Operazione Zero Dark Thirty

Film sulla caccia e uccisione di Osama Bin Laden diretto da Kathryn Bigelow.
Il film copre un arco di tempo di 10 anni, dal post 11 settembre 2001 fino al 2 maggio 2011 data dell’uccisione di Bin Laden, e segue le vicende dal punto di vista di Maya Lambert (l’ottima Jessica Chastain), agente della Cia sul campo.
Per due terzi il film si occupa delle torture e dello strappare informazioni ai detenuti, fatto soprattutto da Dan (Jason Clarke) per cercare di stringere la rete attorno al capo di Al Quaida; nell’ultimo terzo del film è l’azione a predominare con l’incursione dei Navy Seals nel nascondiglio di Bin Laden.
Maya all’inizio è disgustata dalle torture ma si rende conto pian piano che è un modo indispensabile per ottenere informazioni utili a trovare Osama.
Film duro, a tratti un po’ lento e con la sfilza di nomi (tra quelli di battaglia e quelli di famiglia) si rischia di perdere il filo; riacquista vigore e forza nel finale con le scene dell’uccisione del “terrorista”. Splendida e piena di tensione la scena con Jessica (Jennifer Ehle), collega e amica di Maya, che aspetta l’informatore.
Ottimo cast, troviamo Joel Edgerton e Chris Pratt nei Navy Seals dell’assalto finale; tra gli altri attori cito Kyle Chandler e Mark Strong.

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Tra estetica ed etica / 16 Agosto 2015 in Operazione Zero Dark Thirty

Asciutto, mai retorico, realistico: film come questo ci mostrano, per contrasto, quanto siano lontane dalla realtà le usuali drammatizzazioni hollywoodiane (e quanto, forse, la nostra percezione della realtà sia talvolta condizionata da quelle stesse drammatizzazioni).
La trama è essenziale, procede diretta e sistematica verso lo scioglimento finale senza distrazioni e sottotrame, rispecchiando l’ossessione della protagonista («Non ho fatto nient’altro», ammette con imbarazzo alla domanda di un superiore). La tensione della caccia monta anche nello spettatore, e le scene dell’assalto tengono col fiato sospeso, pur conoscendo benissimo quale sia stato l’esito della vicenda.
Le interpretazioni: Jessica Chastain non mi convince del tutto come attrice – un’impressione rafforzatasi dopo averla (ri)vista in Interstellar e in The Help. Mi pare che tenda sistematicamente a calcare troppo la mano, e che una maggiore sobrietà servirebbe meglio i suoi ruoli. Detto ciò, ammetto però volentieri che regge benissimo sulle sue spalle quasi l’intero film, con un carisma indiscutibile. Jason Clarke è invece senza macchia nel ruolo inquietante di un torturatore che si muove a zig-zag sul confine tra sadismo e umanità.
Poco simpatica la sottovalutazione dell’importanza dell’amministrazione Obama nella vicenda. Tutti gli ordini, ovviamente, venivano dal Presidente, e penso che ciascuno ricordi la scena del governo che segue su un monitor l’assalto alla casa di Bin Laden. Ma l’uscita del film coincideva più o meno con le elezioni presidenziali del 2012, ed è comprensibile che gli autori abbiano voluto evitare di vedersi appiccicata l’etichetta di propagandisti.
Un’ultima parola a proposito delle torture. La regista e lo sceneggiatore sono stati giustamente criticati per aver attribuito (più o meno direttamente) all’uso della tortura il successo nella caccia a Bin Laden, mentre nella testimonianza quasi unanime dei protagonisti questo genere di interrogatori sarebbe stato invece inutile. Questo rappresenta un’ombra morale sul film; qualcuno ha paragonato la Bigelow a Leni Riefenstahl – un’esagerazione, ma non del tutto gratuita. Quello che posso dire è che la regista, nelle sue dichiarazioni, sembra sincera nel ritenere essenziale il contributo della tortura, e che è forse troppo facile evitare di prendere posizione sul problema morale trincerandosi dietro il semplice «la tortura non funziona»: gli autori del film, se non altro, non hanno eluso la domanda. E la loro rappresentazione degli interrogatori non disumanizza i prigionieri, non li trasforma in mezzi per un fine loro estraneo; tutt’altro. Almeno in questo, l’estetica e l’etica del film si danno la mano.

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Ipotesi (non) dimostrate. / 1 Febbraio 2015 in Operazione Zero Dark Thirty

Spettatori soggiogati da un soggetto senza dubbio affascinante e avvincente, ma alla Bigelow stavolta interessa più mostrare presunti fatti che far riflettere, cercando facili consensi con tanto di pianto finale “liberatorio” della bella Chastain.

29 Novembre 2013 in Operazione Zero Dark Thirty

Nel descrivere la storia della caccia a Osama Bin Laden, ormai arcinota, quanto meno nella sua vicenda conclusiva dell’assalto al compound di Abbottabad, la Bigelow adotta un apprezzabile taglio documentaristico, cercando di essere il più possibile aderente ai fatti, soprattutto nella seconda parte (addirittura l’ho trovato più verosimile, come aderenza alla realtà, del documentario del National Geographic Code Name: Geronimo, in cui si vedono i Navy Seals in irrealistici atteggiamenti paterni nei confronti dei bambini ospiti del compound).
Della prima parte, invece, apprezzabile la schiettezza nel narrare i metodi non esattamente ortodossi della CIA per risalire ai vertici di Al Qaeda (tra cui l’ormai famigerato waterboarding).
Peccato però che ci sia il classico atteggiamento da “uno contro tutti”, dell’agente solo contro il resto del mondo, come se volessero farci credere che il tanto decantato gioco di squadra non vada bene per le cose di concetto (l’intelligence) ma solo quando è ora di usare la forza bruta (e infatti i navy seals paiono invece affiatatissimi).
Altro difetto, la Bigelow sembra preoccupata di non scontentare nessuno, strizzando l’occhio a democratici e repubblicani, o quanto meno biasimandoli entrambi ma senza esagerare (le false prove in Iraq di Bush vs. la critica di Obama ai metodi di Guantanamo in assenza dei quali però non ci sarebbero progressi nelle ricerche).
La pellicola poteva forse essere ridotta di qualche decina di minuti, ma tutto sommato non l’ho trovata eccessivamente lunga.
L’interpretazione della Chastain non mi ha convinto del tutto, ma qui cadiamo nel soggettivo.
Nel complesso, tuttavia, è un gran bel film, che tiene incollato allo schermo con la giusta dose di tensione e senza mai strafare, nè esagerare a fini di spettacolarizzazione.

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Che noia che barba / 11 Luglio 2013 in Operazione Zero Dark Thirty

Solito film che punta dritto al cuore degli americani patriottisti, nulla da dire a riguardo, ma è talmente noioso che si guarda veramente a fatica, considerato anche la lunghezza di oltre due ore e mezzo.

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